Alchechengi: proprietà, benefici, come si mangia
L'alchechengi, il frutto della Physalis alkekengi, è ricco di vitamina C, utile per proteggere il fegato, lo stomaco e le vie urinarie. Scopriamolo meglio.
> Calorie, valori nutrizionali e proprietà dell'alchechengi
Descrizione della pianta
L'alchechengi è una solanacea che ebbe origine in un vasto areale che va dal Caucaso al Giappone. Le sue bacche, simili a piccoli pomodori dorati lievemente untuosi, sono nascoste nei calici floreali dalle belle foglie che ricordano la carta velina.
Generalmente viene coltivato appunto per le qualità estetiche, venduto come “lanterna cinese”. Come molte altre Solanacee, è un alimento ricco di vitamine e principi attivi interessanti: scopriamo quali.
Alchechengi, alleato di
Fegato, intentino, stomaco, vie urinarie e reni. Rinforza il sistema immunitario.
Calorie, valori nutrizionali e proprietà dell'alchechengi
100 g di alchechengi contengono 66,25 kcal, e:
- Acqua 106,75 g
- Carboidrati 14 g
- Grassi 0,875 g
- Proteine 2,375 g
Molto utilizzato nella medicina Unani, specie polverizzato, l'alchechengi è un'ottima fonte di vitamina C (all'incirca il doppio di quella rinvenibile nel limone) e di altre sostanze antimicrobiche, antibatteriche e antinfiammatorie, specie la physalina e l'etilcaffeato.
Funge ottimamente da reintegratore di vitamine o da antiossidante, in special modo attraverso l'acido citrico. Notevole anche il contenuto di tannini e mucillagini, all'origine dell'untuosità in superficie e delle proprietà astringenti.
Ne viene consigliato l'uso quando si vuol incentivare l'attività diuretica. Il colore dorato indica un alto contenuto di carotenoidi. Gli acidi contenuti nel frutto sono in grado di prevenire la formazione dei calcoli renali e di aiutare a dissolvere quelli già esistenti.
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Controindicazioni
Come le altre Solanacee può contenere alcaloidi in grado di ingenerare reazioni allergiche in caso di ipersensibilità.
Curiosità sull'alchechengi
Il nomignolo “lanterna cinese” ha origini molto antiche: il nome alchechengi deriva appunto da una latinizzazione dell'arabo al-kakang. letteralmente “lanterna cinese”.
La physalina è stata isolata per la prima volta proprio dall'alchechengi, Physalis alkekengi.
Già nell'antichità era presente nei testi medici cinesi, arabi, greci, indiani e addirittura inca.
Come si mangia
L'alchechengi è consumato fresco come un qualsiasi altro frutto ma è anche molto conosciuto nella sua forma essiccata. Si possono preparare salse e marmellate e una leccornia si ottiene se ricoperto di cioccolato.
L'alchechengi è molto decorativo infatti basta portare fuori rivoltando la bacca arancione e mantenendo la sottile buccia simile a carta di riso che riveste il frutto. La forma che ne risulta è molto suggestiva e può veramente essere un tocco elegante per impreziosire macedonie, dessert e dolci.
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