Eccesso di vitamina K: sintomi, cause, alimentazione

L'eccesso di vitamina K è molto raro nell'adulto, ma può provocare vampate, trombosi e anemia. Scopriamo quali sono i sintomi, le cause e l'alimentazione per curarlo.

>  I sintomi dell'eccesso di vitamina K

>  Le cause

>  Eccesso di vitamina K e alimentazione

Vitamina K

I sintomi dell’eccesso di vitamina K

L’eccesso di vitamina K negli adulti è molto raro. La vitamina K viene in parte prodotta a opera della flora batterica del colon, in parte ingerita attraverso gli alimenti.

L’eccesso di vitamina K si può riscontrare nei neonati, quando viene loro somministrata una dose troppo alta di integratori appena sono nati, quindi può sfociare in situazioni di tossicità e manifestare i sintomi tipici dell'ittero.

Un eccesso di vitamina K sintetica provoca, anche nell’adulto, anemia, vomito, trombosi e collasso dei globuli rossi; può causare ugualmente vampate di calore, sudorazione, prurito, senso di oppressione al petto.

La vitamina K assunta normalmente attraverso l’alimentazione non provoca intossicazioni o sintomatologie particolari.

 

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Le cause dell’eccesso di vitamina K

La razione di vitamina K raccomandata è pari a 1 µg/kg di peso/die, facilmente ottenibile grazie a una dieta varia e bilanciata. L’eccesso di vitamina K molto raro.

Sopravviene a causa di problemi nell’assimilazione e metabolici o a causa di un inadeguato ed eccessivo apporto attraverso gli integratori. Nei neonati, per esempio, possono esserci casi di ipervitaminosi, causati dalla somministrazione di vitamina K post-natale, fatta allo scopo di prevenire emorragie.

Se somministrata in eccesso nell’adulto, in seguito al suo potere ossidante, la vitamina K può determinare emolisi ed iperbilirubinemia.

 

Che cos'è la vitamina K e dove si trova?

 

Eccesso di vitamina K e alimentazione

La vitamina K è una vitamina liposolubile, viene assorbita nei vasi dell’intestino insieme agli altri lipidi.

Esiste in diverse forme:

  • la K1 presente nei vegetali a foglie verdi (cavoli, spinaci, lattuga),
  • la K2 sintetizzata dalla flora batterica intestinale,
  • la K3 di origine sintetica.

Se si ha necessità di limitare l’apporto di vitamina K proveniente dall’alimentazione, bisogna evitare di consumare troppe patate, piselli, pomodori; evitare lo yoghurt e il fegato degli animali, qualora lo si considerasse un alimento. In generale è consigliato ridurre il consumo di ortaggi come spinaci, cavoli, cavolfiori, cime di rapa, cavolini di Bruxelles.

Tra le erbe l’ortica ne è la più ricca, quindi evitare integratori che la contengano.

 

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