Calabash: proprietà, benefici, come si mangia

La Calabash, o zucca a bottiglia, è il frutto della pianta Lagenaria vulgaris. Ricca di carboidrati e vitamina C e B, è utile per la digestione, il controllo del peso e in casi di debolezza. Scopriamola meglio.

>  Descrizione del frutto

>  Calabash, alleato di

>  Calorie, valori nutrizionali e proprietà della Calabash

>  Controindicazioni della Calabash

>  Curiosità

>  Come si mangia la Calabash

Calabash

 

Descrizione del frutto

In Italia viene chiamata zucca a fiasco o zucca a bottiglia, per via dell'antico uso che gli è stato riservato, il calabash (Lagenaria vulgaris) è una cucurbitacea rampicante, parente dunque di zucche e meloni.

Produce frutti che possono essere colti a maturità per scopi alimentari o essere lasciati seccare sulla pianta, con diverse finalità come produrre utensili, recipienti, pipe o strumenti musicali.

È originaria dell'Africa ma le migrazioni umane hanno fatto si che si diffondesse in vari continenti, dove spesso si adatta specialmente in ambienti tropicali o subtropicali. Il sapore è dolce e delicato, rivelando una parentela con lo zucchino.

 

Calabash, alleata di

Digestione, controllo del peso, casi di debolezza, spossatezza e disidratazione.

 

Calorie, valori nutrizionali e proprietà del calabash

100 grammi di calabash contengono 14 calorie.

Inoltre, per 100 g di questo prodotto, abbiamo:

  • Lipidi 0 g
  • Colesterolo 0 mg
  • Sodio 2 mg
  • Potassio 150 mg
  • Glucidi 3,4 g
  • Fibra alimentare 0,5 g
  • Proteine 0,6 g
  • Vitamina A 16 IU
  • Vitamina C 10,1 mg
  • Calcio 26 mg
  • Ferro 0,2 mg
  • Magnesio 11 mg

Nella composizione della zucca calabash spiccano soprattutto la ricchezza di carboidrati, la discreta presenza di vitamina C (che lo rende un alimento moderatamente antiossidante) e delle vitamine del gruppo B, e infine di vari minerali, su tutti lo zinco, ma anche potassio, manganese e magnesio.

Ha un bassissimo apporto di calorie, e per questo è indicata per le diete legate al controllo del peso. In molti paesi viene consigliata alle donne in dolce attesa per il suo regolare apporto di acido folico. Aiuta a risolvere i casi di costipazione ed è ottima in caso di cattiva digestione.

I giovani rami rampicanti sono anch'essi edibili previa cottura e in essi si trova una concentrazione di vitamine e minerali maggiore che nel frutto.

 

Dove si trova l'acido folico e quando assumerlo

Acido folico

 

Controindicazioni della Calabash

In tutte le cucurbitacee, alle quali il calabash non fa eccezione, sono rinvenibili tracce di alcuni glucosidi potenzialmente citotossici, raggruppati col generico nome di cucurbitacine.

A latere dei loro poteri antiossidanti e analgesici possono comportare fenomeni di inibizione della sintesi del DNA. Tali sostanze possono anche contribuire nei soggetti predisposti (nella grandissima maggior parte dei casi persone diabetiche) a generare ulcere.

Un campanello d'allarme dell'eccessivo contenuto di cucurbitacine è un innaturale sapore amaro del frutto, dato dalle trasformazioni chimiche per via di un'eccessiva maturazione.

 

Curiosità

  • È la materia prima per creare le casse di risonanza di molti strumenti, quali il berimbau brasiliano, il sitar e le varie vina indiane, la kora africana.
  • La zucca calabash condivide il nome con un'altra pianta, la Crescentia cujete, chiamata calabashtree o albero calabash, con la quale però non ha niente a che fare.

 

Come si mangia il calabash

Il calabash è usato in numerosissime cucine di tutto il mondo. In India viene pelato e cucinato in minestre o creme da aggiungere al riso e con la buccia vengono preparati i chutney agrodolci.

Nella cucina cinese è consumata pelata e fritta, o in zuppe e minestre con la buccia. In Giappone si preferiscono i frutti più piccoli, essiccati e marinati per accompagnare le verdure al vapore.

In Indonesia e nei paesi indocinesi si ama consumarne anche le foglie e i giovani rami in zuppe piccanti. In Italia, dove è generalmente chiamata cucuzza o zucca d'acqua, si usa né più né meno come la zucca dolce.

In Sudamerica è normale mangiarla arrostita o tostata, o saltata insieme al riso.  Possiamo trovarla anche in numerose altre cucine polinesiane, centro asiatiche, africane, nordamericane, nella maggior parte delle quali è consumata dopo una bollitura.

 

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In collaborazione con Giacomo Colomba 

 

Immagine | Flowerpictures.net