Integratori di ferro, quali sono e quando assumerli

La carenza può verificarsi a causa di diete povere di nutrienti, mestruazioni abbondanti o a causa di un maggiore fabbisogno, come avviene in gravidanza. Vediamo a cosa serve il ferro, dove si trova e come integrarlo.

di Redazione

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Cos’è il ferro e a cosa serve

Il ferro è un minerale presente nel nostro organismo, dove interviene in processi fondamentali per le funzioni biologiche. Sebbene il nostro corpo contenga solo 3-4 grammi di ferro, questo sale minerale è considerato essenziale poiché una sua carenza è in grado di compromettere in modo sostanziale la fisiologia dell’organismo.

La maggior parte del ferro -circa il 65%- circola nel nostro corpo legato all’emoglobina, una grande proteina presente nei globuli rossi e deputata al trasporto dell’ossigeno da e verso i tessuti.

Quote minori, pari al 10% circa, sono contenute nella mioglobina, proteina globulare simile all’emoglobina ma presente soprattutto a livello dei muscoli. Il ferro legato a emoglobina e mioglobina è detto ferro eme.

La restante quota di ferro si trova depositata nel fegato, nella milza e nel midollo osseo, dove è legato alla ferritina e all’emosiderina, e una piccola parte circola nell’organismo legato alla transferrina.

Il ferro risulta indispensabile per trasportare ossigeno a ogni cellula del nostro corpo, oltre che in altri processi tra cui la sintesi di collagene e nel metabolismo degli acidi nucleici, cioè DNA e RNA.
 

Fonti alimentari di ferro

Noi ricaviamo il ferro attraverso gli alimenti, dove è presente in quantità variabile e con biodisponibilità diverse e grazie alla distruzione giornaliera e fisiologica dei globuli rossi.

I cibi maggiormente ricchi di ferro sono quelli di origine animale, in particolare il fegato e la carne, i crostacei e i molluschi, dove si trova ferro eme. Il ferro emico è assorbito a livello intestinale così com’è ed è considerato altamente biodisponibile.

Buone quantità di ferro sono presenti anche nei legumi, nella frutta secca e negli spinaci, anche se in questo caso viene assorbito con maggiori difficoltà. Questo accade perché negli alimenti di origine vegetale, il ferro si trova nella sua forma ossidata o stabilmente legato a fitati, ossalati, citrati e altre molecole.

Per poter essere assorbito, deve prima essere liberato da tali antinutrienti e ridotto. Questo processo è favorito dalla presenza di molecole riducenti, come l’acido ascorbico, motivo per cui si consiglia di consumare alimenti vegetali ricchi di ferro abbinati a fonti ricche di vitamina C.
 

Fabbisogno e carenza

Il fabbisogno quotidiano di ferro è stabilito in 10 milligrammi per l’uomo e in 18 milligrammi per la donna. Sebbene si tratti di piccole quantità, si stima che la carenza di ferro sia una delle più comuni a livello mondiale.

La carenza di ferro si manifesta con affaticamento, astenia, mal di testa, nevralgie e, nei casi più gravi, può provocare palpitazioni, disturbi alla circolazione sanguigna, anemia nutrizionale e una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Il deficit di ferro può dipendere da un apporto ridotto di questo minerale attraverso la dieta, ad esempio nei regimi alimentari vegetariani e vegani, ma una carenza può verificarsi anche in seguito a eccessive perdite di sangue o a causa di disturbi a carico dell’apparato intestinale, tra cui la diarrea, che ne riducono l’assorbimento.

Anche il consumo di determinate bevande, come tè, caffè e alcool, incidono negativamente sull’assorbimento di ferro.

Occorre poi tenere conto che il fabbisogno di ferro può aumentare e addirittura raddoppiare in determinate situazioni o periodi della vita, ad esempio durante la crescita, in gravidanza e allattamento, quando si svolge attività fisica o sportiva intensa, in caso di cicli mestruali abbondanti e negli anziani. In questi casi, può essere utile un’integrazione di ferro per coprire le necessità dell’organismo.
 

Quando e come integrare il ferro

Come abbiamo visto, in alcune situazioni la dieta non è in grado di fornire adeguate quantità di ferro, o perché carente o perché il fabbisogno di ferro può aumentare. Se si sospetta di poter avere un deficit di ferro, per non incorrere in una carenza grave di questo minerale è utile consultare il proprio medico o il nutrizionista e valutare con un professionista la possibilità di ricorrere a un’integrazione.

Gli integratori di ferro sono facilmente reperibili in farmacia e parafarmacia in vari formati e coprono percentuali diverse del fabbisogno giornaliero.

Ferroguna è ad esempio un integratore  che fornisce il 100% del ferro di cui l’organismo ha bisogno in forma altamente assimilabile e associato a vitamina C e rame che ne favoriscono l’assorbimento e il trasporto. Si tratta di una polvere orosolubile in bustina, dal sapore gradevole e ben tollerata dall’apparato gastrointestinale.
 

La sua formulazione è a base di:

  1. Ferro: minerale essenziale, utile per il normale metabolismo energetico, per il trasporto dell’ossigeno nell’organismo e per la normale funzione del sistema immunitario.
  2. Vitamina C e Rame: per il trasporto e l’assorbimento del Ferro: la Vitamina C oltre a contribuire alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo favorisce l’assorbimento del ferro, mentre il Rame contribuisce al suo trasporto nell’organismo.
  3. Polpa del frutto del Baobab – Certificato da Agricoltura Biologica: ha un’azione di sostegno e ricostituente.
     

Ferroguna è particolarmente consigliato come supporto nutrizionale nei casi di:

Aumentato fabbisogno: in gravidanza, puerperio, allattamento, accrescimento, senescenza, attività sportiva.
diminuito assorbimento intestinale: carenze dietetiche, ridotto assorbimento di ferro a livello intestinale. Dieta vegetariana o vegana.
aumentata perdita di sangue: fisiologica per mestruazioni abbondanti.
 

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Montaggio: Claudio Lucca