Fico: proprietà, uso, controindicazioni

Un frutto goloso, ricco di zuccheri, sali minerali e vitamine. Il gemmoderivato un aiuto per il sistema gastrointestinale.

fico

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Il fico (Ficus carica) è una pianta della famiglia delle Moraceae. Ricco di calcio e vitamina A, è utile contro l’anemia, come digestivo e antinfiammatorio. Scopriamone meglio le proprietà.

 

Proprietà del fico

I frutti freschi del Fico sono ricchi di calcio, minerale essenziale nella formazione delle ossa, perché aumenta la densità e ne facilita il corretto sviluppo e di ferro, utile nelle persone con anemia.

Quasi il 50% è costituito da zuccheri semplici e solubili; il potere calorico del fico però è piuttosto basso, contiene solo 47 Kcal per 100 grammi di frutto, quindi può essere un alimento indicato nei percorsi dietetici.
I fichi contengono anche altissime concentrazioni di potassio, circa 270 mg ogni 100 grammi e tracce di vitamina A.

La presenza di vitamine e sali minerali li rendono dei buoni remineralizzanti. ed è possibile integrarli nella dieta di bambini, anziani, donne in gravidaza ed atleti, per il loro ottimo contributo di energia.

I fichi inoltre esercitano azione lassativa, dovuta all’elevato contenuto di fibre, tra cui la lignina e mucillagini, glicoproteine, che a contatto con l’acqua formano un gel dalle proprietà emollienti; sono molto utili per regolarizzare il transito intestinale e per limitare l’assorbimento dei nutrienti molto efficace per contrastare disturbi intestinali o stipsi cronica.

Il fico svolge un’azione antiossidante e antinfiammatoria: constrasta l’azione dei radicali liberi responsabili di stress ossidativo e stati infiammatori, con effetto protettivo soprattutto sul sistema cardiovascolare. In particolare, la luteolina, un flavonoide, sembrerebbe avere un effetto neuroprotettivo. 

Il fico svolge azione antibatterica e antifungina. Utile a contribuire all’inibizione della crescita della Candida albicans, un fungo normalmente presente nel nostro organismo (pelle, apparato digerente, vagina), che in condizioni di disbiosi diventa un patogeno responsabile della candidosi.

 

Ficus Carica, il gemmoderivato amico dello stomaco

Il gemmoderivato della pianta del fico ottenuto dagli estratti meristematici, agisce sui disturbi che coinvolgono il sistema gastrointestinale soprattutto se di natura psicosomatica. Tale attività è ascrivibile agli enzimi digestivi, proteasi, contenuti nelle gemme che potenziano e rinforzano l’attività digestiva dei succhi gastrici. 

Sono stati isolati inoltre composti furocumarinici, zuccheri, mucillagini.
L'assunzione del Ficus Carica regolarizza la motilità gastrica e normalizza la secrezione dei succhi digestivi, esercitando un’azione antinfiammatoria sulle mucose.

Viene perciò impiegato nel trattamento di

  • ulcere gastroduodenali,
  • gastriti
  • coliti,
  • distonie neurovegetative,
  • come coadiuvante per i problemi digestivi a carico dello stomaco , come difficoltà digestive da diete iperproteiche, sonnolenza postprandiale e pesantezza epigastrica.

 

Modalità d'uso

Si possono assumere 40-50 gocce di macerato glicerico in poca acqua in due somministrazioni giornaliere, lontano dai pasti.

 

 

Le Foglie del Fico

Dalle foglie del fico sgorga un lattice bianco che contiene enzimi tra cui il fitoenzima di nome ficina, con spiccata azione proteolitica. Un tempo si utilizzava questo lattice direttamente sulla pelle per schiarire le efelidi ed eliminare calli e verruche.
Le foglie del fico sono state considerate addirittura velenose, perchè irritative al contatto con la pelle; per dirla meglio l’uso dermatologico, delle foglie richiede molta cautela poichè contengono principi attivi di natura furocumarinica, come lo psoralene e l’umbelliferone, sostanze a pericolosa azione fotosensibilizzante, da non usare come additivo abbronzante poichè provoca ustioni della pelle.

 

Controindicazioni del fico

I frutti sono un alimento sconsigliato per chi soffre di diabete , per la notevole presenza di zuccheri. E’ importante infatti fare attenzione a non abusarne in tali condizioni o di insulino-resistenza o in tutte quelle forme di alterazioni metaboliche. 

Il consumo di fichi può interagire con l’assunzione degli ossazolidinoni, molecole che vengono utilizzate come antimicrobici.

Nei fichi sono presenti ossalati , molecole che possono portare alla formazione di calcoli e per questo sono sconsigliati a chi soffre di problemi ai reni o di cistifellea.

I fichi secchi contengono inoltre solfiti, da evitare per chi soffre d’asma.

 

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Descrizione della pianta

È un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 6 – 10 m; la corteccia è finemente rugosa e di colore grigio-cenerino; i rami sono ricchi di midollo con gemme terminali acuminate coperte da due squame verdi, o brunastre.

Le foglie sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare e ricoperte da una lieve peluria su quella inferiore.

Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico è in realtà una grossa infruttescenza carnosa, detta “siconio”, piriforme, ricca di zuccheri a maturità, di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, cava.

All’interno del siconio sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l'entrata degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all'interno dell'infiorescenza, sono numerosissimi piccoli acheni. La polpa che circonda i frutti è succulenta e dolce, e costituisce la parte commestibile.

 

L'habitat del fico

Se per definizione è detto "fico mediterraneo", si considera pure storicamente originario e comune delle regioni Caucasiche e del Mar Nero. Solo dopo la scoperta dell'America il fico si è diffuso in quel continente, in seguito ai contatti con l'Oriente è arrivato anche in Cina ed in Giappone.

 

Cenni storici

L’appellativo botanico Carica fa riferimento alle sue origini che vengono fatte risalire alla Caria, regione dell'Asia Minore. Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Mesopotamia, Palestina ed Egitto, da cui si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mar Mediterraneo.

Nella mitologia greca il titano Sykèus, (da syke, fico), per sottrarsi a Zeus che lo stava inseguendo, si sarebbe rifugiato presso la madre Gea, la terra. Questa avrebbe poi fatto sorgere dal suo grembo l’albero, che prese il nome del figlio.

Nell’antichità era proibito esportare questi frutti, considerati un prodotto di prima necessità. Se ci si cibava di fichi appartenenti ad alberi votivi, si veniva puniti per sacrilegio. Specie sacra per gli induisti e i buddisti che considerano simbolo della conoscenza e della verità.

Nell’Antico Testamento è riportato che Adamo ed Eva, per coprire le proprie nudità a causa della vergogna che il peccato determinò, staccarono alcune foglie di fico; successivamente insieme con la vite, divenne simbolo non soltanto di fertilità, ma anche di vita gioiosa nel regno messianico.

Secondo la medicina popolare il lattice contenuto nelle foglie è un ottimo rimedio per la cura e l'eliminazione delle verruche. La forma dei suoi frutti, una volta aperti, ricorda quella dello stomaco e dell’utero, per cui seguendo i criteri della Teoria delle Segnature, era impiegato nella cura dei disturbi gastrici e per garantire la fertilità.

 

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In collaborazione con Erboristeria del Pigneto