Agrimonia: proprietà, uso, controindicazioni

L'agrimonia (Agrimonia eupatoria) è una pianta della famiglia delle Rosaceae. Grazie alle sue proprietà depurative, è utile per la salute del fegato. Scopriamola meglio.

>  Proprietà dell'agrimonia

>  Modalità d'uso

>  Controindicazioni

>  Descrizione della pianta

>  Habitat dell'agrimonia

>  Cenni storici

Agrimonia, proprietà e benefici

 

Proprietà dell'agrimonia

Le sommità fiorite dell'agrimonia contengono triterpeni (acido ursolico), tannini, fitosteroli, olio essenziale, flavonoidi (apigenina, luteolina, quercitina), acidi (citrico, malico, nicotinico, ascorbico) vitamine (C, K e B1), glicoside amaro (eupatorina) che conferiscono alla pianta una generale attività stimolante la funzionalità epatica.

Fin dall'antichità è conosciuta per le sue proprietà depurative e, per questo motivo, è impiegata efficacemente nelle affezioni del fegato. Infatti le sommità fiorite esercitano un'azione coleretica, cioè aumentano la secrezione biliare; e colagoga, cioè facilitano la produzione ed espulsione della bile, favorendo così il corretto funzionamento dell'organo emuntore.

Inoltre, la pianta è in grado di ridurre la glicemia nei soggetti affetti da diabete alimentare lieve, ma non ha azione insulino-simile e non è in grado, perciò, di ridurre significativamente la glicemia nei casi più seri.

La presenza di triterpeni e tannini ne giustificano l'impiego anche per uso esterno, come rimedio antinfiammatorio, cicatrizzante, in caso di lesioni cutanee, piaghe, ferite, abrasioni, screpolature; e come antisettico ed analgesico in svariate dermopatie, nelle quali manifesta anche un'azione antipruriginosa e antistaminica, dovuta alla presenza dell'acido ursolico, che ha un'attività paragonabile al cortisone. 

Infine l'agrimonia possiede proprietà decongestionante e astringente anche sui tessuti delle mucose, in caso di infiammazioni agli occhi, come la congiuntivite o del cavo orale, come il mal di gola, tonsillite, faringite e rinofaringite. Agisce anche sulle affezioni delle vie respiratorie come bronchite e asma perché è un broncodilatatore.

Invece per uso interno, questi principi attivi aiutano a normalizzare le enteriti catarrali, colite, diarrea, infezioni gastrointestinali. 

 

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Modalità d'uso

USO INTERNO
INFUSO: 1 cucchiaio raso di agrimonia sommità, 1 tazza d’acqua 
Versare l'agrimonia nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berne 2 tazze al giorno lontano dai pasti, per usufruire dell'azione depurativa.

- Tintura madre di Agrimonia:  30-50 gocce in poca acqua dopo i pasti principali.


USO ESTERNO
Il precedente infuso può essere utilizzato come lozione per uso topico, per fare bagni oculari per decongestionare infiammazioni alla congiuntiva o per gargarismi contro il mal di gola.

 

Controindicazioni

L'agrimonia è una pianta che se utilizzata per un breve periodo, solitamente non comporta effetti collaterali, tuttavia la sua assunzione resta sempre sconsigliata, durante il periodo di gravidanza e dell'allattamento.

 

Descrizione della pianta

Pianta erbacea perenne con un piccolo rizoma da cui nasce un fusto eretto, privo di foglie e alto fino a 80 cm. Le foglie, biancastre nella parte inferiore e verde in quella superiore hanno margine seghettato e hanno alla base due foglioline di forma diversa (stipole), che avvolgono il fusto. L'infiorescenza è composta da molti piccoli fiori gialli, aventi ognuno un calice di cinque pezzi attaccati ad un tubo, che ha all'apice una corolla, con cinque petali gialli. Il frutto è composto da due alcheni racchiusi nel tubo del calice. Grazie alla presenza di uncini, si attacca al pelo degli animali che vi passano vicino, favorendone la disseminazione anche in zone lontane.

 

L'habitat dell'agrimonia

Diffusa in buona parte del territorio europeo, nel sud-est asiatico e nel Nord America, fino al Messico. In Italia si può trovare sia in zone montane, ai margini di boschi e pascoli, sia in zone con clima mediterraneo, in particolare in zone aperte, secche e soleggiate.

 

Cenni storici

Etimologicamente il nome deriva, secondo alcuni, dal greco àgros "campo" e monè "dimora", cioè che dimora nei campi; secondo altri sarebbe una corruzione da Argemone, una specie di papavero usato per curare le ulcere dell’occhio (in greco argema). 

Il secondo termine, eupatoria, deriva dal nome di Mitridate Eupatore, re del Ponto tra il I e il II secondo a.C. che per primo ne avrebbe testato le qualità terapeutiche. Tuttavia, non bisogna dimenticare che in greco "fegato" si dica èpar – èpatos e che in effetti, le sommità della pianta, hanno infiorescenze gialle come la bile e che per segnatura del colore, secondo la Teoria delle Segnature, sono annoverate da millenni tra i migliori rimedi depurativi del fegato.

Ildegarda di Bingen (sec. X) reputava la pianta uno dei più grandi rimedi nelle malattie mentali: «Se un uomo perde l'intelligenza e la ragione, si cominci col tagliargli i capelli, dopo si faccia bollire l'Agrimonia nell'acqua e con quest'acqua gli si lavi la testa; un panno contenente la stessa erba gli sarà applicato sul cuore fino a che egli prova un deliquio, gliela si metterà allora sulla fronte e nelle tempie: l'intelligenza e la ragione saranno purificate e il malato sarà libero dalla sua follia».

Culpeper nel 1652 scriveva: «Il fegato è il formatore del sangue, ed il sangue colui che nutre il corpo, e l'Agrimonia è quella che fortifica il fegato».

 

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In collaborazione con Erboristeria del Pigneto

 

Immagine | Wikipedia