Digitale: proprietà, uso, controindicazioni

La digitale (Digitalis purpurea) è una pianta della famiglia delle Scrophulariaceae. Dalla proprietà cardiocinetica, è utile per la salute del cuore e del sistema circolatorio. Scopriamola meglio.

>  Proprietà della digitale

>  Modalità d'uso

>  Controindicazioni della digitale

>  Descrizione della pianta

>  Habitat della digitale

>  Cenni storici

Digitale

 

Proprietà della digitale

Le foglie di digitale contengono alcuni glicosidi (digitossina e digossina), responsabili della proprietà cardiocinetica. Questi principi attivi aumentano la forza di contrazione del muscolo cardiaco (effetto inotropo positivo) e diminuiscono il numero delle contrazioni, (effetto antiaritmico), rendendo così la sistole ventricolare più energica e la diastole più ampia e completa.

Ne consegue un aumento della gittata cardiaca con un miglioramento delle funzionalità del cuore e del sistema circolatorio. In altre parole, al giusto dosaggio, la tossina della digitale aumenta il battito cardiaco, tendono a sparire i sintomi dell'insufficienza cardiaca, si riassorbono gli edemi e si ristabilisce la diuresi.

Tuttavia, digitossina, digossina e molti altri glicosidi cardioattivi contenuti nel fitocomplesso della pianta, hanno dimostrato l'effetto mortale del sovradosaggio: un leggero aumento di queste sostanze può fare la differenza, in quanto la dose terapeutica è circa il 50-60% di quella fatale.

L'intossicazione da digitale può manifestarsi con disturbi degli organi di senso, abitualmente oculari, come visione gialla o azzurra e con la comparsa di contorni confusi (aloni); bradicardia; nausea e vomito; diarrea; tachicardia; fibrillazione. La possibile insorgenza del blocco atrio-ventricolare può condurre ad arresto cardiaco e morte. 

La digitale è un classico esempio di farmaco derivato da una pianta, ma data l'elevata tossicità rispetto all'effetto terapeutico e la difficoltà nel determinare la dose attiva, il suo impiego erboristico è stato abbandonato. Inizialmente, una volta accertata l'utilità della digitale nel regolarizzare il polso, la pianta venne impiegata per curare un gran numero di patologie, compresa l'epilessia e altri disturbi convulsivi. Ora per queste indicazioni il suo utilizzo è considerato inadeguato. 

 

Modalità d'uso

La digitale deve essere utilizzata solo come farmaco già pronto all'uso. Non è possibile preparare tisane con le foglie o i fiori della digitale, in quanto potrebbe risultare tossica. In farmacia è possibile acquistare compresse a base di digossina dall'effetto cardiotonico. 

 

Controindicazioni della digitale

La digitale è controindicata in caso di soggetti che hanno ipersensibilità nota verso il principio attivo e in caso di precedente intossicazione digitalica. 

Inoltre, è da evitare l'assunzione della digitale in pazienti con fibrillazione ventricolare, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e sindrome di Wolff-Parkinson-White accompagnata.

 

Descrizione della pianta

Pianta erbacea biennale più o meno tomentosa con fusti semplici alti 20-150 cm.

Ha foglie basali grandi e lungamente picciolate, le altre gradatamente decrescenti, sono arrangiate a spirale; semplici, lunghe 10–35 cm e larghe 5–12 cm, di colore grigio-verde; curve verso il basso, con un margine finemente dentellato, e superficie rugosa; nel primo anno formano una rosetta serrata a livello del terreno.

Il fusto fiorito si sviluppa nel secondo anno, e raggiunge una altezza di 1–2 m.

I fiori sono disposti in grappoli terminali, sono tubulari, pendenti, di color rosso porpora (ma esistono varietà rosa, giallo o bianco), con macchie violacee all'interno.

Il frutto è una capsula che giunta a maturità si apre, liberando numerosi semi molto piccoli.

 

Habitat della digitale

Cresce nei boschi freschi montani e sub montani e nei prati aridi dell'Europa centro-meridionale, spesso inselvatichita.

 

Cenni storici

Nell'antichità era conosciuta da Teofrasto, che da Plinio, più per il suo carattere ornamentale, che altro.

Alla fine del XVI sec. il medico di Strasburgo Jodocus Marchius Montesio di Berg fu il primo a citare le virtù terapeutiche della digitale, nell'opera De simplicium medicamentorum facultatibus, come rimedio lassativo e astringente; tuttavia le proprietà cardiocinetiche, utilizzate oggi, erano sconosciute sia lui, che ai suoi contemporanei. Le ricerche cliniche del XVIII sec. arrivarono alla scoperta dell'effetto farmacologico sullo scompenso cardiaco della digitale.

Il medico parmense Giovanni Rasori attribuì alla pianta un'azione "controstimolante" in grado di migliorare alcune patologie come idropsia, aplopessia polmonare e le febbri causate dal tifo. Il meccanismo d'azione però continuava ad essere sconosciuto nonostante Rasori osservò un effetto marcatamente diuretico contemporaneamente all'attività terapeutica: non sapeva spiegarsi se questa azione fosse la conseguenza di uno stimolo sui reni o a un aumento dei liquidi nel sangue.

Il suo contemporaneo, Withering, fu il primo a scoprire l'attività cardiocinetica della digitale, in grado di rallentare il ritmo del cuore, regolarizzandolo; e concluse che la sua azione diuretica doveva dipendere dalle migliori condizioni del sistema circolatorio.

Questa scoperta diede l'avvio ai nuovi studi sulla pianta del XIX sec. che condussero all'isolamento dei suoi principi attivi glucosidici: i cosiddetti digitalici.

In collaborazione con Erboristeria del Pigneto

 

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