Sostanze e principi attivi

Sostante naturali e principi attivi

In natura, le piante rappresentano i principali “produttori” di principi attivi in quanto sono le uniche a fornire agli esseri viventi sostanza organica e ossigeno, sfruttando unicamente il sole, l’acqua e i minerali presenti nel terreno. Nel corso del tempo l'uomo ha imparato a utilizzare anche altre sostanze naturali, non di origine vegetale, per curarsi e mantenersi in salute.

In questa sezione vi proponiamo alcuni dei più importanti principi attivi e sostanze naturali, per il benessere dall'organismo umano e animale. Alcuni di essi derivano dalle erbe e piante officinali, altri si trovano in natura tali e quali o si ottengono da processi di lavorazione artigianale e industriale.

Le specie vegetali sono organismi viventi immobili, cioè non possono fuggire davanti al “nemico” o adattarsi ai mutamenti repentini del clima. In milioni di anni, nel corso dell'evoluzione, le piante hanno perciò acquisito la possibilità di produrre infinite combinazioni di molecole aromatiche, frutti, veleni, per proteggersi da parassiti e malattie o dalla competizione con altre specie; e per attirare insetti o animali che ne permettono la riproduzione. Ecco quindi che tale ricchezza di molecole, ancora da scoprire, è da millenni a disposizione del genere umano per ottenere profumi, farmaci, alimenti, o prodotti cosmetici.

 

Cosa s'intende per principi attivi

Il termine principio attivo indica una molecola chimica che possiede una certa attività biologica, includendo tutte le sostanze dotate di effetto terapeutico (farmaci), benefico (vitamine, probiotici) o tossico (veleni). I principi attivi possono essere sintetici - è il caso della maggior parte dei farmaci - semisintetici, come per esempio l'aspirina il cui principio attivo è dato dall'acido acetilsalicilico, o naturali, estratti cioè da piante officinali usate nella medicina tradizionale o in fitoterapia. I principi attivi costituiscono la parte farmacologicamente attiva dei medicamenti, composti anche dagli eccipienti privi di azione curativa.

Nel caso degli organismi vegetali, un determinato principio attivo, o l’insieme sinergico di essi (fitocomplesso) non sempre è presente in tutta la pianta, ma spesso si trova in una parte ben precisa (radici, fusto, foglie e fiori), chiamata "droga". L’uso erboristico o farmacologico di una pianta ha senso solo in funzione dei principi attivi in essa contenuti. Queste sostanze possono essere assunti con la droga; o isolati dal fitocomplesso, attraverso particolari e numerose tecniche estrattive. 

 

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I principali principi attivi delle piante

Oli essenziali: si ottengono per distillazione, estrazione con solventi volatili o per spremitura meccanica. Si tratta di composti di sostanze organiche volatili (terpeni ciclici e aciclici, alcolialdeidichetoni, acidi) e di consistenza oleosa. Sono poco solubili in acqua ma molto solubili in alcool, etere, cloroformio e grassi. 

- Alcaloidi: sono i principi attivi più potenti, rappresentati da molecole complesse che si distinguono per la presenza di un atomo di azoto. Normalmente sono considerati veleni, in quanto i loro effetti fisiologici sono talmente forti e immediati che, a qualsiasi livello agiscano, determinano reazioni che possono condurre a gravi conseguenze ivi compresa la morte. Il loro uso in campo medico è tuttavia diffuso ma solo con dosaggi controllati, mirati e giustificati da corrette diagnosi. 

- Eterosidi o glucosidi: rappresentano i principi attivi più importanti e quelli che giustificano l’utilizzo di molte piante in farmacologia e fitoterapia, caratterizzati dalla combinazione di uno zucchero (il glicone, che interviene sulla solubilità e l'idrofilia del composto), con una parte non zuccherina (aglicone o genina che costituisce la sostanza farmacologicamente attiva). La formazione del legame etereo comporta la perdita di una molecola d'acqua. 

- Saponine: Si tratta di glucosidi a forte azione tensioattiva: diminuiscono la tensione superficiale dell’acqua formando schiuma. Quindi per le loro proprietà detergenti, questi principi attivi principio attivo sono impiegati principalmente per uso cosmetico. Tuttavia la loro efficacia curativa si manifesta anche nell’uso interno, in quanto la loro azione ha effetti espettoranti e, secondariamente, diuretici. Le saponine si distinguono in due gruppi: a nucleo steroidico (nella digitale o nella salsapariglia) e a nucleo triterpenico (nella saponaria, liquirizia ecc.). 

- Tannini: il termine deriva da tannare che significa "conciare le pelli". Sono sostanze non azotate solubili in acqua e alcol; perdono efficacia a contatto con l’aria o se sottoposti a bollitura troppo prolungata. Sono principi attivi tipicamente vegetali in grado di far precipitare le proteine con la formazione di coaguli ed esplicano di conseguenza un’azione astringente, antiinfiammatoria ed emostatica. Il loro utilizzo riguarda sia l’uso interno che esterno per frenare le infiammazioni, arrestare piccole emorragie cutanee o delle mucose, contro diarree e come antimocrobicI. 

- Resine: sono il risultato della secrezione di alcune cellule specializzate delle piante (presenti soprattutto nelle conifere ) e scaturiscono dalla polimerizzazione e ossidazione di olii essenziali appartenenti al gruppo dei terpeni. Sono sostanze amorfe, insolubili in acqua ma non volatili come le essenze. Se le resine vengono associate a olii essenziali puri si formano le oleoresine o balsami con spiccate proprietà antisettiche per le vie respiratorie, mentre se sono unite a gomme, si otterranno le gommoresine. 

- Vitamine: Presenti unicamente nelle piante non possono essere sintetizzate attraverso i processi metabolici dell’uomo. Alcune tuttavia fanno eccezione come la vitamina D che si forma grazie all’azione dei raggi UV della luce, la vitamina A che si forma dalla sua provitamina (carotene) e la vitamina PP che trae origine da un aminoacido aromatico. Le vitamine sono suddivise in due gruppi: le idrosolubili: vitamine del gruppo B – C – P e quelle liposolubili: A – D – E – F – K. La migliore assunzione di questi preziosi elementi va fatta soprattutto consumando cibi freschi e crudi. La cottura e i processi di conservazione ne provocano il deterioramento che può essere limitato, attraverso una cottura a vapore, o in poca acqua, ed evitando possibilmente il sale. 

- Le fibre: sono principi attivi costituite da polimeri dotati da differenti proprietà chimico-fisiche, manifestano effetti diversi a seconda della loro natura idrofila, della loro capacità di legare ioni o sali e della loro capacità di gelificare. Rientrano in questa categoria la cellulosa e i polisaccaridi non cellulosici. A quest'ultimo gruppo appartengono le emicellulose (dotate di capacità di assorbire acqua e scambiare ioni, presenti principalmente nei vegetali verdi e teneri); le pectine (presenti prevalentemente nella frutta), le gomme (miscele di polisaccaridi eterogenenee che non contengono acidi uronici, non hanno carattere "ionico" e sono resistenti agli alcali) e le mucillagini, polisaccaridi eterogenei che si presentano sottoforma di masse amorfe biancastre che in acqua originano soluzioni colloidali e viscose ma non adesive. Nel caso delle mucillagini, queste proprietà chimico-fisiche esplicano un’azione antiinfiammatoria a livello delle mucose sulle quali la mucillagine si deposita in modo stratificato fungendo da barriera contro le irritazioni. La bollitura prolungata ne provoca un’annullamento dell’efficacia. La cellulosa invece è un polisaccaride con funzione di sostegno e non viene digerita dal corpo umano.

- Principi amari: sono sostanze di vario genere (es. nella genziana) caratterizzate dal sapore amaro. Proprio quest’ultimo ne costituisce la peculiarità. Favoriscono la digestione e l’appetito aumentando la secrezione cloropeptica agendo anche a livello epatico stimolando la secrezione (azione coleretica) e biliare per quanto riguarda il deflusso (azione colagoga). 

- Acidi organici: sono presenti sotto forma di sali e abbondano particolarmente nelle leguminose. Possiedono attività osmotica ed esercitano un’azione blandamente lassativa. 

- Sali minerali e sostanze inorganiche: Sono particolarmente importanti per l’attività osmotica dell’organismo e per i tessuti di sostegno (sali di potassio, di calcio, di ferro e acido silicico). 

- Oligoelementi: consistono in elementi richiesti dall’organismo in quantità ridottissime ma nello stesso tempo importantissimi per tutte le attività fisiologiche, di crescita e di sana costituzione (Cobalto, Magnesio, Manganese, Rame, Zinco, ecc.).