Rabarbaro: proprietà, uso e controindicazioni

Il rabarbaro (genere Rheum) è un pianta appartenente alla famiglia delle Poligoniaceae. Molto usata come alimento, è digestivo, epatoprotettivo, purgativo, depurativo, aperitivo e decongestionate. Scopriamolo meglio.

>  1. Proprietà del rabarbaro

>  2. Modalità d'uso

>  3. Controindicazioni del rabarbaro

>  4. Descrizione della pianta

>  5. L'habitat del rabarbaro

>  6. Cenni storici

Rabarbaro

 

 

Proprietà del rabarbaro

Il rapporto tra l’essere umano e la pianta del rabarbaro (specie il suo rizoma) risale a tempi antichi. Rehum palmatum (rabarbabo cinese) sembra essere originario dell’altopiano tibetano, luogo dove per primo è stato domesticato e coltivato, fino ad arrivare, nel tempo, ad acclimatarsi in quasi tutta l’Asia e tutta l’Europa.

Tutte le piante del genere Rehum hanno proprietà officinali sebbene nel rabarbaro cinese queste si concentrano maggiormente.

La reina, principio attivo tipico della pianta, insieme ai tannini, alla fibra alimentare di buona quialità, ad altri glucosidi antrachiononici, all’acido crisofanico e al crisofanolo, insieme alle pectine, agli acidi folico e gallico, donano alla pianta le sue proprietà digestive, epatoprotettive, purgative, depurative, aperitive, e decongestionati.

La parietina, un pigmento tipico del rabarbaro, pare essere in grado di combattere le cellule leucemiche.

 

Modalità d'uso

Interno: a livello alimentare le giovani foglie apicali e basali, raccolte nel periodo preestivo, sono consumate (con moderatezza) come verdura a foglia verde.

Il rizoma di un anno è pelato ed essiccato, dopodichè ridotto in polvere o in pezzi minori con cui preparare infusi o estratti. In erboristeria è utilizzato come rimedio naturale per la stipsi e viene associato ad altre erbe sotto forma di pastiglie monodose per facilitare l’evacuazione.

L’uso come aperitivo è proposto sotto forma di liquori e bevande alcooliche in cui i suoi principi attivi vengono estratti e utilizzati. Inoltre queste estrazioni sono efficaci anche per aiutare la digestione, per purificare e decongestionare l’organismo.

Esterno: l'utilizzo di tinture madri al 10% sono utilizzate per impacchi cicatrizzanti, per lenire le ragadi anali e le emorroidi, ed infine per prevenire infezioni.

 

Controindicazioni del rabarbaro

Per via delle spiccate proprietà lassative e purgative, il rabarbaro può stressare più del dovuto l’intestino delle persone con problemi all’apparato escretore.

Per gli stessi motivi non è consigliabile alle donne in dolce attesa e ai bimbini troppo piccoli. Il suo consumo, inoltre, dovrebbe rimanere limitato per via della grande quantità di acido ossalico in esso contenuto (specie nelle foglie), che puo’ corrodere le mucose.

 

Scopri l'uso del rabarbaro nelle tisane lassative

Tisana lassativa

 

 

Descrizione della pianta

Il rabarbaro appartiene alla famiglia delle poligoniaceae ed è una pianta in genere molto grande che può superare i due metri di altezza.

Presenta una rosetta basale con grandi foglie palmato-lobate che arrivano anche a 80 centimetri e hanno il margine intero o seghettato. Dalla base delle foglie escono dei lunghi gambi rossastri al cui apice pende un fiore bisessuato, a forma raggiata simile a una pannocchia e di colorazione variabile dal bianco al rosa, dal giallo al verde, a seconda della varietà di rabarbaro.

La sua radice è molto grande con un rizoma carnoso e robusto il quale viene utilizzato appunto per l’estrazione della droga.

Dal rizoma ogni anno alla ripresa vegetativa nascono le foglie della rosetta basale mentre la raccolta del rizoma avviene in autunno a partire dal secondo anno di vegetazione.

 

Habitat del rabarbaro

Tutte le specie del genere Rehum si sono adattate benissimo ai climi temperati euroasiatici, tanto da crescere spontaneamente anche senza bisogno di coltivazione.

Ama i campi aperti nei pressi dei boschi, dove trova la necessaria umidità, la luce diretta del sole, la sostanza organica indispensabile, e un pH adatto alla sua crescita.

 

Cenni storici

I popoli mongoli e gli ariani utilizzavano il rizoma del rebarbaro già 1000 anni prima di Cristo e nei secoli i popoli europei usavano importare dalla Cina (tramite i mercanti arabi e turchi) le chips essiccate di rizoma di rabarbaro (radice barbara).

L’etimologia del nome ha un curioso doppio senso in greco: Rha significa sia pianta che Volga, nome del fiume attorno al quale sono sorte le prime coltivazioni di rabarbaro in Europa.

 

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