Effetti collaterali di piante e erbe officinali

Effetti collaterali, controindicazioni e interazioni non sono così rari tra i rimedi naturali. Ecco quali sono i più comuni e come difendersi.

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Le erbe e le piante officinali sono utilizzate fin dall'antichità per la salute e il benessere di uomini e animali.

Oltre a poter essere impiegate in cucina, vengono infatti adoperate come droga grezza per preparare tisane, oleoliti, polveri, oppure trasformate per realizzare estratti per formulare prodotti erboristici, integratori alimentari, farmaci e cosmetici.
 

Spesso si pensa che piante ed erbe, in quanto "naturali" e ampiamente utilizzate in molti settori, non presentino effetti collaterali, controindicazioni o interazioni. Purtroppo non è così, basti pensare che in natura esistono anche piante tossiche e velenose, che possono rivelarsi addirittura letali. 


Ogni droga vegetale deve infatti le sue proprietà a svariate sostanze chimiche che, oltre all'azione curativa, possono avere effetti indesiderati o interagire con altre molecole presenti nei farmaci, in altri integratori o negli alimenti.


Inoltre, la somministrazione di preparati a base di erbe officinali può scatenare allergie nei soggetti predisposti o essere controindicata in determinate situazioni o condizioni fisiologiche o patologiche.

Ad esempio, molti rimedi naturali non possono essere adoperati durante la gravidanza e l'allattamento, sui bambini o sugli anziani.

I rischi maggiori si hanno utilizzando per via orale preparazioni domestiche, magari realizzate con piante raccolte spontaneamente oppure quando si hanno malattie importanti o si assumono contemporaneamente più piante o farmaci.

 

 

Principali effetti collaterali delle piante officinali

Nella maggior parte dei casi, gli effetti collaterali delle piante officinali sono lievi e transitori.

Spesso riguardano l'apparato gastrointestinale e includono dunque dolori addominali:

 

È il caso, ad esempio di:

Esistono poi piante con effetti collaterali specifici, come la liquirizia, nota per l'azione ipertensiva.

Piante con azione stimolante sul sistema nervoso centrale, tra cui quelle contenenti caffeina, possono invece provocare agitazione, palpitazioni, tachicardia e insonnia mentre la lattuga può avere, al contrario, effetto sedativo.

Va comunque sottolineato che gli effetti collaterali delle piante officinali in genere si verificano a dosaggi elevati o se assunti per periodi prolungati.

Diverso è il discorso in caso di allergie, che si manifestano generalmente con eruzioni cutanee, problemi respiratori o disturbi intestinali. In caso di ipersensibilità verso uno o più componenti presenti nella pianta officinale, non è importante la quantità di pianta assunta, dunque l'utilizzo è sempre controindicato.
 

Interazioni delle piante officinali

Oltre alle controindicazioni e ai possibili effetti collaterali, le erbe officinali possono interagire con altri rimedi naturali, farmaci o alimenti assunti o consumati contemporaneamente.

L'interazione può modificare l'assorbimento, la distribuzione, la biotrasformazione e l'eliminazione di una o più sostanze, con effetto positivo o negativo: nel primo caso si chiama di sinergia, nel secondo caso di interferenza.

L'interferenza tra un rimedio naturale e un farmaco non è rara e può essere pericolosa quando si seguono terapie farmacologiche.

Tra le erbe maggiormente coinvolte nell'interazione pianta-farmaco o pianta-pianta troviamo ad esempio:

Si tratta di piante officinali ampiamente utilizzate per disturbi comuni, dunque è bene prestare attenzione.

 

Come comportarsi

Per ridurre la possibilità di effetti collaterali, prima di fare ricorso a un rimedio naturale, sarebbe bene consultare un erborista qualificato o chiedere consiglio al medico o al farmacista.

Il medico, il farmacista o l'erborista dovrebbero essere informati riguardo a eventuali patologie, allergie ed intolleranze, oltre a terapie farmacologiche in atto.

È importante segnalare anche se si stanno assumendo altri integratori o la pillola anticoncezionale.
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