Piantaggine, proprietà, uso e controindicazioni

La piantaggine è una pianta spontanea considerata un'erbaccia, con interessanti proprietà per la salute.

piantaggine

Credit foto
©dimijana -123rf

Con il termine "piantaggine" si indicano sia la Plantago lanceolata sia la Plantago major, piccole piante spontanee che appartengono alla famiglia delle Plantaginaceae.

 

 

Proprietà della piantaggine

In natura troviamo diverse specie di piantaggine, tra cui:

  1. Piantaggine lanceolata (Plantago lanceolata);
  2. Piantaggine maggiore (Plantago major).

Le due specie differiscono leggermente per quantità e qualità dei costituienti attivi e, di conseguenza, per proprietà.


In generale le proprietà della piantaggine, date dal fitocomplesso, la rendono:

  • Antinfiammatoria;
  • bechica (che combatte cioè la tosse);
  • espettorante;
  • cicatrizzante.

I benefici della piantaggine sono dati da un insieme di molecole che include:

  • Glicosidi iridoidi;
  • composti fenolici;
  • mucillagini;
  • tannini;
  • acido salicilico.


presenti soprattutto nelle parti aeree della pianta.

Di entrambe le specie si utilizzano le parti aeree; quando invece si si parla di semi di piantaggine ci si riferisce ai semi di Plantago ovata o a quelli di psillio (Plantago psyllium), dalle proprietà lassative.

 

Benefici della piantaggine

La piantaggine viene adoperata soprattutto per trattare infiammazioni della bocca, della gola e delle vie aeree.

Grazie al contenuto di mucillagini e tannini, infatti, la piantaggine ha azione emolliente, sedativa e astringente e aiuta a dare sollievo in caso di tosse, mal di gola, bronchite.

La presenza di aucubina - un glicoside iridoide - fa della piantaggine un rimedio utile anche in caso di allergia, in particolare per le reazioni allergiche che coinvolgono le vie respiratorie.

Esternamente, i preparati a base di piantaggine vengono usati come lenitivi per la pelle irritata, per velocizzare la cicatrizzazione delle ferite e per contrastare l'herpes.

Sempre per uso topico, la piantaggine aiuta anche in caso di punture di insetti, congiuntiviti e acne.

 

Come usare la piantaggine

La piantaggine può essere utilizzata internamente ed esternamente sotto forma di infuso, tintura madre o pianta fresca, da sola o anche associata ad altre piante balsamiche ed espettoranti.

La piantaggine è spesso inserita ad esempio in sciroppi per calmare la tosse e sciogliere il catarro; mucillagini contribuiscono all'azione lenitiva stratificandosi sulle pareti delle mucose bronchiali, proteggendole così da ulteriori aggressioni.

Con le foglie fresche e con l'infuso si possono effettuare impacchi esterni per la pelle irritata, per calmare il prurito e il gonfiore dato da punture di api, vespe, calabroni e altri insetti e per velocizzare la guarigione di ferite, foruncoli ed emorroidi.

L'infuso e la tintura madre di piantaggine in acqua possono essere usati, oltre che internamente, anche esternamente per lavaggi della pelle, risciacqui della bocca e gargarismi.

Infine, la piantaggine è anche una tra le molte piante commestibili. Le foglie, raccolte prima della fioritura della pianta, possono ad esempio essere usate crude per preparare un'insalata di piantaggine o di erbe miste.

 

Modalità d'uso

  • Infuso

2 cucchiaini di piantaggine essiccata in acqua bollente per dieci minuti. Se ne possono bere fino a tre tazze al giorno.
 

  • Tintura madre

30-40 gocce diluite in acqua da somministrare tre volte al giorno.

 

Controindicazioni della piantaggine

Non esistono particolari controindicazioni per l'assunzione della piantaggine. Si consiglia di evitarne l'uso in caso di allergia o sensibilità individuale e di consultare il medico prima di utilizzare la piantaggine in gravidanza, anche se non risulta controindicata.

 

Vuoi scoprire come usare la piantaggine per curare il raffreddore? Clicca qui!

 

Descrizione della pianta

La piantaggine è una pianta erbacea di piccole dimensioni, con una rosetta di foglie lanceolate nella Plantago lanceolata, più corte e tondeggianti nella major.

Le foglie di piantaggine presentano tre-cinque nervature parallele ben visibili, che consentono il riconoscimento della pianta.

In primavera-estate, dalla rosetta di foglie si sviluppa uno stelo che porta l'infiorescenza, formata da piccoli fiori bianchi o rosati riuniti in una spiga.

Al termine della fioritura, si sviluppano i frutti contenenti i semi e la spiga assume un colore bruno.

 

Habitat della piantaggine

La piantaggine è molto comune nel nostro Paese: cresce spontaneamente nei prati, lungo le strade, nelle zone verdi incolte.

 

Cenni storici

Pianta assai modesta che non ha mai esercitato nessun fascino, né per la bellezza dei suoi colori, né per il profumo dei suoi fiori, la piantaggine è sempre stata presente nella vita quotidiana della gente, in quanto umile pianta della strada, necessariamente entrata a far parte delle pratiche mediche popolari.

Il suo nome deriva dalla parola latina planta, sia per la somiglianza delle foglie alla pianta del piede; sia per l'uso che ne facevano i viandanti, che avevano la fortuna d'incontrarla sul loro cammino.

Dioscoride (I sec. d. C), la consigliava per la dissenteria, mentre Plinio la definiva "erba magica" per le sue numerose proprietà curative ci hanno tramandato notizie circa il suo utilizzo medicinale. 

I medici della Scuola Salernitana ne sfruttavano le proprietà astringenti utilizzandola come rimedio contro le mestruazioni abbondanti e "gli spostamenti dell'utero"; mentre il medico e filosofo Alberto Magno (XIII sec.)  la considerava un formidabile antidoto contro il veleno di scorpioni e serpenti. 

 

LEGGI ANCHE 

La piantaggine tra i rimedi fitoterapici per la tosse: scopri gli altri