Uva ursina, proprietà e benefici

L'uva ursina è una pianta dalle proprietà antisettiche, diuretiche e antinfiammatorie sfruttate per trattare la cistite e altri disturbi delle vie urinarie.

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L'uva ursina è rimedio noto per le sue proprietà antisettiche e diuretiche, utili per il benessere delle vie urinarie. Scopriamola meglio.

 

 

Cos'è l'uva ursina

L'uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) è un piccolo arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Ericaceae. Nota anche come uva orsina, si tratta di un rimedio tradizionale utilizzato in erboristeria e fitoterapia per le sue proprietà antisettiche, che apportano benefici soprattutto alle vie urinarie.

Per le preparazioni erboristiche e fitoterapiche, dell'uva ursina si utilizzano le foglie, ricche di eterosidi fenolici, tannini, flavonoidi e triterpeni, che costituiscono il fitocomplesso di questa droga vegetale.

 

A cosa serve l'uva ursina

Le foglie di uva ursina, raccolte quando sono ancora giovane, vengono usate per preparare:

  • Decotti; 
  • infusi;
  • estratti;
  • tinture



da assumere come diuretici e antisettici.

L'uva ursina serve dunque a mantenere il benessere delle vie urinarie ed è adoperata prevalentemente nella prevenzione e nel trattamento di cistiti acute, cistiti ricorrenti, cistiti causate da catetere e uretriti. Tra i rimedi naturali a tali disturbi infatti risultano particolarmente efficaci mirtillo rosso e uva ursina, spesso associati tra loro per la salute dell'apparato urinario.

Oltre a rappresentare un rimedio per la cistite, è interessante anche l'uso di uva ursina per la prostata: sembra infatti che questa pianta apporti benefici in caso di ipertrofia prostatica benigna.

 

Proprietà dell'uva ursina

L'uva ursina ha proprietà diuretiche e antibatteriche. L'azione diuretica è attribuita alla presenza di flavonoidi, mentre l'efficacia batteriostatica è data dall'arbutina.

Tali proprietà giustificano l'uso dell'uva ursina per la cistite e, in generale, per infiammazioni e infezioni alle vie urinarie.

 

Benefici dell'uva ursina

Le foglie di uva ursina sono impiegate in fitoterapia contro numerosi ceppi batterici comunemente responsabili di infezioni del tratto urogenitale, perché agisce sia sull'infiammazione sia sull'infezione.

La pianta è infatti  in grado di determinare un'azione antimicrobica, antinfiammatoria e ad alleviare lo stimolo continuo della minzione. 

L'azione antibatterica dell'uva ursina è attribuita all'arbutina, molecola presente nella pianta come glicoside (composto formato da una parte zuccherina e una non zuccherina). L'arbutina viene idrolizzata a livello intestinale liberando l'idrochinone, che raggiunge poi il fegato. A livello epatico l'idrochinone viene coniugato e raggiunge la vescica dove è nuovamente scisso, espletando così la sua azione antibatterica. . 

La scissione dell'idrochinone coniugato è favorita dall'alcalinità delle urine, quindi nel caso di batteri che rendono l'ambiente basico come Proteus vulgaris o Klebsiella pneumoniae, l'uso dell'uva ursina risulta più che mai appropriato, mentre nel caso di urine acide è bene alcalinizzare assumendo bicarbonato di sodio. 

 

Modalità d'uso

L'uva ursina può essere assunta sotto forma di infuso, decotto, tintura madre o estratto secco o fluido.

Dall'estratto di uva ursina si ricavano poi integratori che possono contenere solo uva ursina o anche altri rimedi con proprietà simili: spesso troviamo infatti integratori di mirtillo rosso e uva ursina per la cistite.

La tisana di uva ursina si prepara con circa tre grammi di foglie ogni tazza di acqua e si consuma fino a quattro volte al giorno.

Il decotto di uva ursina, più forte ma più amaro, si ottiene sistemando in acqua fredda un cucchiaio di foglie essiccate che vengono poi portate a bollore e lasciate bollire per un quarto d'ora. Anche in questo caso se ne possono bere fino a quattro tazze al giorno.

L'estratto di uva ursina si assume secondo le indicazioni riportare dal produttore; il dosaggio giornaliero corrisponde a 400-800 mg di arbutina, da suddividere in quattro somministrazioni.

Infine, la tintura madre di uva ursina si assume tre volte al giorno lontano dai pasti, diluendone 40 gocce in acqua.

 

Puoi approfondire le proprietà e gli usi della tintura madre di uva ursina

 

Per quanto tempo si può utilizzare l'uva ursina

Le preparazioni a base di  uva ursina possono essere assunte fino a una settimana. Di norma è sconsigliato utilizzare l'uva ursina oltre i sette giorni e superare i cinque trattamenti nell'arco di un anno, se non dietro consiglio medico.

 

Controindicazioni dell'uva ursina

L'uso dell'uva ursina è sconsigliato in caso di problemi gastrointestinali, poiché la presenza di tannini può provocare irritazioni alla mucosa gastrica. Risulta poi controindicato l'uso di uva ursina in gravidanza e nei bambini di età inferiore ai dodici anni.

 

Effetti collaterali dell'uva ursina

A causa della presenza di tannini, l'uva ursina può risultare irritante per la mucosa dello stomaco e provocare effetti collaterali che includono nausea e vomito.

 

Descrizione della pianta

L'uva ursina è un piccolo arbusto sempreverde con foglie piccole e coriacee, di un bel verde scuro. I fiori dell'uva ursina sono rosa, penduli, raggruppati in grappoli. I frutti sono piccole bacche (drupe) rosse commestibili, ma dal sapore non particolarmente gradevole.

 

Habitat dell'uva ursina

L'uva ursina è diffusa nel nord Europa, Asia e nord America; cresce bene anche nell'Italia del Nord e del Centro, su terreni pietrosi e zone boschive aperte, in prevalenza sulle Alpi e sugli Appennini. 

 

Cenni storici

Sconosciuta ai Greci e ai Latini, pare sia stata importata dall'Asia e poi scoperta dal botanico francese Michel Adanson nel 1763 che la classificò come uva ursina poiché sembra che gli orsi siano ghiotti dei frutti della pianta.

I primi studi scientifici sulle proprietà della pianta iniziarono a Padova nel 1764 con il farmacologo Girardi, il quale dimostrò l'azione solvente sui calcoli renali.

 

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