Mandragora, proprietà e benefici

La mandragora è una pianta tossica un tempo utilizzata come analgesico, allucinogeno, sedativo e afrodisiaco.
Da sempre accompagnata da superstizioni e considerata magica, la mandragora oggi non è più utilizzata in campo medico e fitoterapico a causa della sua elevata tossicità.

mandragora

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Mandragora, descrizione della pianta

La mandragora, chiamata anche "mandragola", è una pianta tossica di piccole medie dimensioni appartenente alla famiglia delle Solanaceae, presente allo stato spontaneo anche nel nostro Paese.

La pianta della mandragora presenta una rosetta di foglie basali, intere o dentate, da cui spuntano fiori verdastri, azzurri o viola chiaro. Dopo la fioritura, dai fiori originano bacche gialle e carnose non commestibili.

Le radici di mandragora presentano infatti un particolare aspetto biforcuto vagamente antropomorfo da cui probabilmente derivano le tante leggende e superstizioni che accompagnano questa pianta fin dai tempi antichi.

 

Dove cresce la pianta di Mandragora

La Mandragora officinarum è diffusa in Italia settentrionale, mentre al sud si trova la Mandragora autumnalis. La pianta di mandragora cresce generalmente nei campi incolti e lungo i sentieri soleggiati. Entrambe le varietà possono essere facilmente confuse con altre specie commestibili simili nell’aspetto, tra cui la borragine e gli spinaci selvatici.

 

Come riconoscere la mandragora

Per riconoscere la pianta di mandragora occorre tenere presente che, rispetto ad esempio alla boraggine, questa specie forma rosette basali di foglie prive di peli e i fiori non sono portati da fusti ma si sviluppano da terra.

Rispetto ad altre specie che fioriscono in primavera o in estate, la  mandragora fiorisce in autunno con fiori campanulati e successivamente forma bacche gialle.

Ciò che risulta inconfondibile della mandragora è il rizoma, ma non è opportuno estirpare piante in natura allo scopo di verificarne l'identità.
 

Per riconoscere la mandragora è preferibile recarsi presso un orto botanico in cui è presente e osservare gli esemplari durante le varie stagioni, annotando particolari utili al riconoscimento allo stato spontaneo.
 

A cosa serve la radice di mandragora

La radice di mandragora rappresenta la droga di questa pianta e un tempo era utilizzata per l'azione narcotica e contro il dolore. Il rizoma della mandragora contiene diversi alcaloidi propanici tra cui l’atropina, comuni ad altre Solanaceae come la Belladonna e caratterizzati un’elevata tossicità. 

 

Mandragora, proprietà ed effetti

La mandragora è una pianta allucinogena utilizzata fin da tempi antichi come ipnotico, come panacea per tutti i mali e come afrodisiaco. Nonostante ciò che sostiene la teoria dei segni, che attribuisce proprietà a una pianta o a parti di essa in base alla sua forma, la mandragora è più utile come analgesico, sedativo e narcotico, che non come afrodisiaco.

Un tempo, infatti, gli estratti ottenuti dalla mandragora come la tintura madre di mandragora o l’olio di mandragora erano impiegati nel trattamento del dolore, oltre che per favorire il sonno e migliorare le prestazioni sessuali.

Oggi la mandragora non è più utilizzata né in campo medico né a scopo fitoterapico a causa della sua elevata tossicità.

I composti responsabili degli effetti della mandragora sono gli alcalodi tropanici presenti in tutte le parti della pianta, soprattutto nel rizoma. I soggetti maggiormente a rischio sono bambini, anziani, persone con patologie pregresse, ma il consumo di mandragora resta pericoloso per chiunque.

L’ingestione della radice di mandragora provoca un’intossicazione che causa dolori gastrointestinali, vomito e tachicardia

Oltre una certa quantità, il consumo di mandragora può portare ad allucinazioni visive e uditive, convulsioni, perdita di memoria ed eccitazione sessuale. Nei casi più gravi l’intossicazione può portare al coma a alla morte.

 

Mandragora, mitologia e leggende

Da sempre considerata una pianta magica, la mandragora la raccolta della mandragora è tradizionalmente legata a superstizioni e associata alla morte.

Secondo le leggende sulla mandragora, ben investigate addirittura dalla letteratura scientifica, la pianta si sarebbe sviluppata da gocce di sperma o urina di un condannato a morte. Per questo motivo, un tempo si credeva che se una persona avesse estirpato la radice di mandragora, sarebbe impazzita e morta a causa delle urla della emesse dalla pianta e provenienti dallo spirito maligno dell’impiccato. 

Per evitarlo, la radice poteva essere raccolta solo rispettando un particolare rituale che prevedeva una procedura molto rigida. Per prima cosa occorreva disegnare tre cerchi attorno alla pianta, utilizzando una spada di ferro o un ramo di salice. 

La terra andava poi ammorbidita con l’urina di una donna e la radice poteva successivamente essere estirpata da una vergine. In alternativa, la raccolta poteva essere effettuata da un cane nero, il venerdì al crepuscolo. 

Il raccoglitore, accompagnato dal cane affamato, doveva sempre ammorbidire la terra con urina femminile, poi procedeva a legare la pianta alla coda o al collo dell’animale

Sistemano del cibo lontano dalla pianta, il cane affamato avrebbe estirpato la pianta: l’urlo emanato dalla mandragora avrebbe poi ucciso il cane ma risparmiato il raccoglitore. 

Secondo altre leggende, la radice di mandragora doveva essere raccolta entro il settimo anno di età, per evitare che dal rizoma della pianta nascesse un embrione umano. Dopo la raccolta, la radice di mandragora andava purificata lavandola nel vino rosso e avvolgendola in una stola di seta bianca e rossa.

Dopo la raccolta, la radice doveva poi essere nutrita con sperma e sangue per aumentarne le proprietà afrodisiache.