Moringa oleifera e allattamento al seno
Numerosi studi clinici dimostrano che la produzione di latte nella donna in allattamento aumenta fino al 30% con l’assunzione di Moringa oleifera, aumentando anche in termini di nutrienti

L’allattamento al seno è un meraviglioso atto d’amore, il continuum naturale del rapporto unico tra mamma e figlio, durante tutto il periodo della gravidanza.
È un periodo pieno di cambiamenti, di novità e di emozioni, che generano un legame indissolubile e aiutano la mamma e il piccolo a conoscersi ed avviare insieme un percorso di crescita inseparabile.
Il latte materno è l’alimento più indicato per il neonato: lo nutre in modo completo e lo protegge da molte malattie e infezioni in quanto contiene anticorpi che combattono enteriti, otiti, infezioni respiratorie e urinarie, tutte infezioni che sono più frequenti nei bambini alimentati con latte artificiale.
Com'è composto il latte materno
Il latte materno è un'emulsione di particelle grasse in un fluido e mediamente (la composizione può variare nei soggetti e mutare nel periodo di allattamento) si compone di: 1-2% di Proteine, 3-5% di Grassi, 6,5-10% di Carboidrati e 2% di Sali; acqua.
Sono le esigenze stesse del neonato a far cambiare la composizione del latte materno durante tutto il periodo dell’allattamento.
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LE PROTEINE: Le Proteine del Latte materno vengono utilizzate dal neonato al 100%, al punto che, in pochi giorni, tutte le Proteine contenute nel latte materno diventano parte del bambino, solo in minima parte vengono eliminate. Diversamente, il neonato alimentato con latte vaccino sfrutta circa il 50% delle Proteine, scartando il resto. L'apporto proteico fornito dal latte della mamma è sufficiente alla soddisfazione dei fabbisogni del neonato, mentre il Latte vaccino può, in alcuni casi, di generare complicazioni renali. Questo accade perché il Latte vaccino contiene quattro volte tanto le Proteine del Latte materno e, per non risultare intollerante al neonato, va diluito. Contenendo per lo più Caseina, il latte di mucca, quando si mescola con i succhi gastrici, coagula formando un grumo grosso e compatto nello stomaco (latte cagliato), questo spiega perché i piccoli raggiungono velocemente il senso di sazietà e non chiedono cibo per almeno le quattro ore successive la poppata. Il latte umano cagliato, invece, è soffice e leggero permettendo allo stomaco del bambino di svuotarsi più rapidamente tornando a desiderare più spesso il cibo. La suzione, a sua volta, stimola la produzione di altro latte materno.
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L’ACQUA: Le necessità metaboliche, in relazione all’acqua, nel neonato vengono soddisfatte mediante l’assunzione di latte. Nei periodi dai caldo intenso, è la madre aumentare l’assunzione d'acqua e non il bambino a necessitare di integrazioni. Il neonato alimentato con latte vaccino, al contrario, necessita di Acqua per il proprio metabolismo, ma anche per aiutare i reni nell’eliminazione delle proteine in eccesso. Questo sovraccarico proteico, può causare danni ai reni soprattutto a causa dell’ancora incompleta formazione dell’organo. Per anni si è creduto che i bambini prematuri crescessero meglio se alimentati con latte artificiale in polvere ma, dopo aver effettuato diversi studi, i ricercatori hanno capito che la relazione tra aumento di peso e alimentazione non rappresentava un’effettiva crescita, ma puramente ritenzione di liquidi nei tessuti a causa di una completa funzione renale.
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LE VITAMINE: Il latte materno contiene un quantitativo vitaminico pari al doppio rispetto al latte vaccino. Contrariamente a quanto si possa pensare, nonostante la donna assuma prevalentemente cibi cotti e non erba, il latte materno è più ricco di quello vaccino. Proprio per questo, i neonati alimentati con latte artificiale necessitano di un’integrazione vitaminica. I neonati allattati al seno, invece, non necessitano di nulla almeno fino al compimento del quinti o sesto mese di vita, quando inizia la fase dello svezzamento e il latte materno continua ad essere una buona fonte delle Vitamine di cui necessitano, ed è una ricca fonte soprattutto di Vitamine A ed E, che sono liposolubili. La Vitamina D controlla la capacità del bambino di assorbire il Calcio ed è preferibile che provenga da fonti dietetiche solo in climi nordici, poichè è sintetizzata dall’organismo durante l'esposizione ai raggi solari. Se il bambino non prende abbastanza sole, può essere vittima del rachitismo, causato proprio dalla carenza di Vitamina D.
La Vitamina C, presente abbondantemente nel latte materno, è quasi assente dal latte vaccino. La produzione di Vitamina C delle ghiandole mammarie è valida al punto che lo scorbuto, malattia causata da carenza di Vitamina C, non è mai stato riscontrato neanche nei caso che vedono affetta la madre.
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I GRASSI: Il latte materno e quello vaccino contengono pressapoco pari quantità di Grassi anche se, il latte vaccino è composto da un numero maggiore di Grassi saturi rispetto al latte umano. Proprio per questo, l’uso del latte vaccino andrebbe limitato e, se possibile, evitato anche dopo lo svezzamento.
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Infine, il latte umano contiene i più importanti componenti bioattivi, che svolgono un effetto regolatore e agiscono nel sistema digerente del neonato. Presenti nel latte in quantità inversamente proporzionale rispetto alle capacità produttive del bambino, sono in grado di diminuire nel tempo assecondando l’aumento delle difese del bambino, cioè accade trascorsi i 6 mesi di vita.
I vantaggi dell'allattamento al seno
Per il neonato, l’allattamento al seno è fondamentale in quanto contribuisce ad una migliore conformazione della bocca, lo protegge dalle infezioni respiratorie e dall’asma, lo protegge dalle otiti e dalla dissenteria, riducendo anche il rischio di diabete infantile.
Nella mamma i vantaggi sono altrettanto importanti. Allattare al seno significa perdere più velocemente il peso accumulato durante la gravidanza, ridurre il rischio di sviluppare osteoporosi e, soprattutto, prevenire alcune forme di tumore al seno e all’ovaio.
Ma i vantaggi dell’allattamento al seno sono molti altri. Innanzitutto il legame emotivo che si genera tra mamma e neonato che potrebbe essere meno profondo optando per l’allattamento artificiale.
In virtù di tutto ciò, è necessario che la mamma allatti al seno il neonato fin dalla nascita coltivando il rapporto unico della donna con il proprio bambino. Un rapporto che ha inizio con la gravidanza e che si rinnova nella fase dell’allattamento trovando complicità, condivisione e amore.
La giusta posizione per l'allattamento al seno
La prima regola è individuare una posizione agevole che permetta alla donna di sincerarsi che la schiena sia diritta e sostenuta, i piedi ben appoggiati, preferibilmente rialzati, e che siano a disposizione dei cuscini, utili per la schiena, per le braccia o per tenere il neonato all’altezza del tuo seno.
Ovviamente, può essere utile allattare in posizione supina dopo un taglio cesareo o nei primi giorni successivi al parto, soprattutto se si avverte una forte sensazione di stanchezza.
Quando si decide di allattare distesi sul letto, è bene mettersi comoda sul fianco, con un cuscino sotto la testa e la spalla. Possono essere d’aiuto un cuscino dietro la schiena e un altro tra le gambe.
Quando il tuo piccolo avrà imparato a poppare bene, sarai capace di allattarlo ovunque, senza bisogno di cuscini.
Anche la posizione del neonato è fondamentale al fine di facilitare la poppata. L’importante è scegliere una posizione che ti permetta di tenere vicino il neonato, di avere il suo volto di fronte al seno con testa, spalle e corpo allineati, il naso o il labbro superiore del piccolo devono essere di fronte al capezzolo, il bambino deve poter raggiungere facilmente il seno senza bisogno di allungarsi o girarsi e bisogna ricordarsi sempre di avvicinare il piccolo verso il seno, non il contrario.
Le prime volte che il piccolo si attacca al seno si può sentire qualche fastidio, ma questa sensazione tenderà a scomparire rapidamente.
Se si continua ad avvertire fastidio, probabilmente il bambino non è ben attaccato. In questo caso è bene staccarlo e, con delicatezza, inserire un dito nell’angolo della bocca, così da bloccare la suzione. Poi aiutarlo a riattaccarsi.
L'arrivo della montata lattea
Il latte materno dei primi giorni dopo il parto viene chiamato colostro ed è prezioso, anche se presente in piccole quantità, in quanto contiene tutto quello di cui il bambino ha bisogno. La montata lattea arriverà dopo qualche giorno. Se il neonato non si attacca spesso, è possibile che la donna non produca abbastanza latte per le sue crescenti necessità, perciò è bene attaccarlo al seno ogni volta che mostri di aver fame. Ogni volta che si attacca al seno, infatti, vengono inviati dei segnali a una ghiandola del cervello chiamata ipofisi.
Questa, a sua volta, manda al seno segnali che fanno produrre più latte. Alcuni problemi, incontrati nelle prime settimane di allattamento (mastite, dolore ai capezzoli, ingorgo), si presentano nel caso in cui il neonato non venga correttamente attaccato al seno o perché non venga attaccato sufficientemente spesso.
Sarà il tempo a rendere più semplice l’allattamento al seno non dimenticando mai che, il latte materno, è sempre alla temperatura perfetta per il neonato. Sarà il neonato a far capire alla mamma quando sarà arrivato il momento per la pappa.
E se il latte non arriva
Il latte prodotto dalla mamma può essere a volte insufficiente a causa di diversi fattori:
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STRESS dovuto al parto o alla gravidanza;
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RIDOTTO GETTO DI LATTE, a causa di scarsa suzione;
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PROBLEMI ALLA TIROIDE, a volte dipendenti proprio dalla gravidanza;
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CALORIE INSUFFICIENTI, con l’obiettivo di ritrovare velocemente la forma fisica;
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STANCHEZZA, a volte causata dal sonno discontinuo tipico dei neonati;
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ASSENZA DI LATTE, problema congenito molto frequente.
Sono diverse le motivazioni che possono portare la donna ad avere una scarsa quantità di latte ma la natura ci viene incontro permettendoci di assumere delle piante che possano favorire la produzione della montata lattea in totale assenza di controindicazioni.
Moringa oleifera e montata lattea
Il compito della Moringa, nella delicata fase dell’allattamento, non è solo quello di intervenire nella produzione di latte ma anche renderlo ricco di nutrienti. In virtù di questo, l’assunzione di Moringa è indicati nei casi di scarsa produzione di latte ma anche in presenza di una montata regolare.
È importante sottolineare che, da studi condotti, la Moringa non solo favorisce l’aumento della quantità di latte ma anche la qualità incrementando il contenuto delle sostanze nutrienti, migliorando anche la circolazione della ghiandola mammaria e quindi l’ossigenazione dei suoi tessuti.
La Moringa è ricca di Vitamina C che rafforza i globuli bianchi deputati alla produzione di anticorpi. Arricchendo il latte materno, favorisce lo sviluppo delle difese immunitarie nel bambino. Inoltre, la Moringa è un antistress naturale, regola i livelli ormonali e facilita il sonno rappresentando il rimedio naturale per ritrovare un equilibrio psico-fisico nella fase post partum.
La Moringa, combinata con altre piante, favorisce la riduzione delle coliche gassose nel neonato grazie alla sua funzione antimeteorica. Ben nota, è la capacità della Moringa di regolare il sistema cardiocircolatorio, pertanto, assumerla nella fase post partum, permette alla mamma di ritrovare il benessere delle gambe agevolando il microcircolo e recuperando più velocemente la snellezza delle gambe durante una fase che comporta fisiologicamente la perdita del peso acquisito durante la gravidanza.
Infine, grazie al suo potere diuretico favorisce il drenaggio dei liquidi corporei riducendo la sensazione di gonfiore degli arti inferiori causati dal ristagno dei liquidi all’interno dei tessuti, processo tipico della fase di gravidanza e nella fase dell’allattamento.