Le erbe benefiche per la prostata
Per curare i disturbi della prostata, la fitoterapia ricorre a erbe officinali che svolgono un'azione antinfiammatoria, antibatterica e riequilibrante del sistema ormonale maschile. Scopriamo quali sono

In questo articolo parleremo delle erbe officinali per la prostata, dove per "erbe" s'intendono le specie annuali o perenni, che differiscono dalle "piante"per la consistenza non legnosa, per lo più di colore verde delle parti aeree, impiegate un tempo nelle "officine" (laboratori) degli speziali, e per questo motivo chiamate appunto "officinali".
Per curare i disturbi della prostata, la fitoterapia ricorre a piante ed erbe officinali, e tra queste molte sono arbusti come l'uva ursina o alberi come la seronoa o la sequoia, dalle spiccate proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e riequilibranti del sistema ormonale maschile.
Qui invece parleremo delle erbe officinali che spesso incontriamo appena ci addentriamo in campi e negli spazi verdi della città e che spesso definiamo come erbacce.
La prostata e i suoi disturbi
La prostata è una ghiandola endocrina, grande come una noce, che fa parte dell'apparato genitale maschile. Percorsa dalla prima porzione dell'uretra, si trova sotto la vescica e ha la funzione di produrre il liquido seminale, uno dei costituenti dello sperma, che contiene gli elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi. Man mano che gli uomini invecchiano, la prostata tende a ingrandirsi. Per la maggior parte degli uomini questo ingrossamento non è un problema, ma in alcuni casi può dare luogo a sintomi di carattere urinario: flusso lento e/o interrotto, difficoltà o bisogno più frequente di urinare, sensazione di svuotamento non completo, e in taluni casi, incontinenza (perdita del controllo della funzione urinaria).
Questa ghiandola può essere la sede di malattie di tipo infiammatorio come le prostatiti, o a carattere oncologico come l'ipertrofia prostatica benigna (BPH), e il tumore maligno (adenocarcinoma prostatico). Trovandosi situata sotto la vescica e intorno all'uretra può influire sul modo di urinare; pertanto ogni volta che insorgono bruciori o alterazioni nella minzione, la prostata può potenzialmente esserne la causa.
La prostatite è un'infiammazione, che colpisce uomini in giovane età ed è causata il più delle volte da un'infezione da batteri, provenienti dalla vescica o dal canale urinario. Anche errate abitudini di vita, stress, abuso di alcol o la pratica di alcuni sport come equitazione o ciclismo possono provocare questo disturbo.
L'ipertrofia prostatica benigna (BPH) provoca il progressivo ingrossamento della prostata, che inizia di norma con la mezza età. Anche se non sono ancora del tutto chiare le cause effettive di questa patologia, i dati dimostrano che esiste una relazione tra l'insorgenza di tale disturbo e il cambiamento ormonale, tipico dell'avanzare dell'età. Infatti circa il 25% degli uomini oltre i 50 anni, inizia a sviluppare questo disturbo.
Infine tra i disturbi della prostata troviamo quello più grave: l'adenocarcinoma prostatico. Questo costituisce un tumore maligno relativamente comune, la cui incidenza aumenta con l'età. Sopra i 50 anni, infatti, il rischio è più elevato e pertanto l'esame del PSA andrebbe eseguito almeno una volta all'anno dopo aver raggiunto quell'età. Le cause di tumore non sono facilmente identificabili ma sembra esserci una componente genetica, oltre quella legata allo stile di vita, di alimentazione ecc.
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Le erbe per la prostata
Tra le erbe per la prostata, che comunemente possiamo incontrare negli orti o semplicemente nel parco sotto casa, troviamo
- Zucca: appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae sono piante, in genere, annuali, raramente perenni. Sono quasi tutte piante erbacee, cioè non hanno fusto legnoso. I loro frutti, detti "pepònidi", sono rivestiti di una scorza più o meno dura ed hanno una polpa carnosa nella quale sono presenti numerosi semi. I semi di zucca, dalle proprietà benefiche, sono largamente impiegati in prodotti fitoterapici per la cura dell'ipertrofia prostatica benigna, perché contengono contengono betasteroli strutturalmente simili agli androgeni ed agli estrogeni. Queste sostanze si sono dimostrate utili per abbassare i livelli di colesterolo e migliorare i sintomi dell'ipertrofia prostatica, effetto che sembra legato in parte alla capacità di inibire la conversione del testosterone in diidrotestosterone, e in parte all'ostacolo offerto nei confronti del legame tra recettori degli androgeni e diidrotestorone. Quest'ultima sostanza è un ormone derivato dal testosterone per opera dell'enzima 5-alfa-reduttasi, coinvolto - tra l'altro - nell'iperproliferazione delle cellule prostatiche.
- L'ortica: pianta erbacea perenne, originaria dell'Asia occidentale, oggi diffusa in tutte le regioni temperate del globo, Italia compresa e considerata come infestante. La radice corrisponde alla parte della pianta (droga) che ricopre un ruolo di primo piano nel trattamento sintomatologico dell'ipertrofia prostatica benigna. Infatti rizomi e radici essiccate si caratterizzano per la presenza di fitosteroli (β-sitosterolo, daucosterolo e relativi glucosidi) e scopoletina; discreta anche la presenza di tannini, lecitine, sali minerali, fenilpropani e lignani. Questi ultimi in particolare sono in grado di limitare la crescita del tessuto prostatico, indotta dagli androgeni ed in particolare dal diidrotestosterone; mentre la presenza dei fitosteroli rende la pianta capace di diminuire la conversione del testosterone in estrogeni, riequilibrando così il rapporto androgeni/estrogeni.
Anche la serenoa è un'erba utile per i disturbi alla prostata in quanto è in grado di riequilibrare il sistema ormonale, ma può presentare alcuni effetti collaterali.
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