Ipertensione (pressione alta): le cause, i trattamenti e qualche consiglio

La pressione alta (ipertensione), è uno dei fattori di rischio più diffusi per le malattie cardiovascolari e non solo. Di cosa si tratta e quando la pressione può definirsi alta? Quando rivolgersi al medico di base o al cardiologo? Quali sono i farmaci più utilizzati, lo stile di vita adeguato e i rimedi naturali a eventuale supporto?

ipertensione

Credit foto
©nicolasmenijes / 123rf.com

Si parla di ipertensione arteriosa quando in maniera costante la pressione arteriosa è elevata rispetto a standard fisiologici considerati normali. 

 

 

Ipertensione, cos'è

Si definisce ipertensione arteriosa una condizione di elevata pressione del sangue nelle arterie, risultante dalla quantità di sangue pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue. È una problematica che coinvolge circa il 30% della popolazione adulta di entrambi i sessi.

 

Non si tratta di una malattia, ma rientra tra i fattori di rischio, legati ad altre malattie cardiovascolari come l’infarto miocardico o l’ictus cerebrale. Quando misuriamo i valori della pressione arteriosa, possiamo distinguere:

  • Ipertensione sistolica se solo la pressione massima è aumentata (frequente negli anziani);
  • ipertensione diastolica se sono alterati i valori della pressione minima (più frequente in soggetti giovani);
  • ipertensione sisto-diastolica se entrambi i valori di pressione sono superiori alla norma.

 

I sintomi dell'ipertensione variano di molto a seconda del soggetto, ma ce ne sono di inequivocabili che si rilevano con misurazione di base. Una persona è ipertesa, o ha la pressione alta, quando:

  • La pressione arteriosa minima (ipertensione diastolica) supera costantemente il valore di 90 mmHg;
  • La pressione massima (ipertensione sistolica) supera costantemente il valore di 140 mmHg.

 

Cause della pressione alta

Quali sono le cause che fanno alzare la pressione? Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto distinguere tra le due categorie:

  1. l’ipertensione primaria (dovuta a cause sconosciute)
  2. e l’ipertensione secondaria (dovuta a cause note).

 

L’ipertensione primaria (che in passato veniva chiamata “essenziale”) è la più comune, perché riguarda l’85-95% dei soggetti. La pressione aumenta per via di alcune alterazioni delle condizioni del cuore e dei vasi sanguigni, come l’aumento della gittata cardiaca (cioè del sangue pompato al minuto), oppure un restringimento dei vasi sanguigni, o ancora un incremento della volemia (la quantità di sangue nell’organismo).

 

La ragione alla base, però, non è del tutto nota. In molti casi c’è una predisposizione genetica; possono poi contribuire all’aumento dei valori pressori anche l’accumulo di sodio nelle cellule e una ridotta produzione di sostanze che dilatano i vasi sanguigni.

 

L’ipertensione secondaria riguarda il 5-15% dei così. Si chiama in questo modo perché è la conseguenza di:

  • Problemi ai reni, tra cui patologie infiammatorie, stenosi dell’arteria renale, infezioni, tumori ecc.;
  • disturbi ormonali, tra cui iperaldosteronismo, sindrome di Cushing, ipertiroidismo;
  • assunzione di sostanze tra cui alcool, cocaina, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), pillola anticoncezionale, pseudoefedrina e fenilefrina (decongestionanti usati contro il raffreddore);
  • arteriosclerosi.

 

I valori della pressione alta

La misurazione della pressione arteriosa viene espressa da due valori, la pressione sistolica (massima) e la pressione diastolica (minima).


Ecco alcuni parametri standard per inscrivere i valori pressorei e relative definizioni:

  • Pressione normale: se è inferiore ai 120/80 mmHg.
  • Preipertensione: pressione sistolica compresa tra i 120 e i 139 mmHg, oppure da una pressione diastolica compresa tra gli 80 e gli 89 mmHg. La preipertensione tende a peggiorare con l’andare del tempo. 
  • Ipertensione di grado 1: se la pressione sistolica varia tra i 140 e i 159 mmHg oppure se la pressione diastolica varia tra i 90 e i 99 mmHg.
  • Ipertensione di grado 2: se la pressione sistolica supera i 160 mmHg o la pressione diastolica supera i 100 mmHg.

 

I sintomi

Quali sono i sintomi della pressione alta? La risposta dipende moltissimo dai casi. Questa condizione può essere anche del tutto asintomatica: ci sono persone che se ne accorgono per caso, durante i controlli medici di routine. Altre volte, invece, l’ipertensione può provocare:

  • Vertigini, capogiri e sensazione di stordimento;
  • mal di testa;
  • eritemi del volto;
  • epistassi (sangue da naso);
  • difficoltà visive, per esempio nella messa a fuoco;
  • sensazione di affaticamento;
  • ronzio nelle orecchie (acufene).

 

È bene ricordare che la pressione alta è sempre un problema, indipendentemente dal fatto che si manifestino sintomi o meno. Quello che conta, nella diagnosi e nella scelta dell’approccio terapeutico, sono i valori pressori; non le loro manifestazioni esterne.

 

Quando rivolgersi al medico

Quando preoccuparsi per la pressione alta? Se la pressione del sangue è 180/120 o superiore, si consiglia di attendere circa cinque minuti e poi riprovare la misurazione. Se alla seconda prova la pressione si mantiene elevata e non si verificano altri sintomi associati è meglio contattare il medico per sue indicazioni e prescrizione di farmaci.

 

Qualora si presentassero altri sintomi come dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, è necessario rivolgersi immediatamente a un Pronto soccorso.

 

La diagnosi

Cosa aspettarsi dal primo appuntamento col cardiologo? Ce lo spiega il dottor Bruno Andreuzzi, medico chirurgo specialista in cardiologia del Santagostino. “Il medico raccoglie una anamnesi accurata, cioè la storia clinica (malattie note, presenza di disturbi, farmaci che eventualmente assume, abitudini alimentari); si indagano anche eventuali fattori di rischio cardiovascolare (fumo, diabete, aumento grassi nel sangue, malattie cardiache in famiglia)”.

 

A seguire, fa una accurata visita (compresa la misurazione della pressione su entrambe le braccia) e un elettrocardiogramma. Se emerge qualcosa di rilevante dall'anamnesi e dalla visita, richiede gli esami specifici di approfondimento (ad esempio un ecocardiogramma o particolari esami del sangue-urine), altrimenti richiede una serie di esami di base (funzione renale, sali nel sangue, funzione tiroide, esame urine)”, continua.

 

Se si riscontra una pressione particolarmente alta (sistolica sopra 180, confermata da misurazioni fatta a casa in tranquillità) inizia subito una terapia, altrimenti si aspettano 1-2 mesi con dieta povera di sale, eventualmente ipo-calorica (se sovrappeso), e con regolare attività fisica aerobica”.

 

I pericoli

Come ricordato, l’ipertensione arteriosa di per sé non è una malattia, ma un fattore di rischio.

Se trascurata, infatti, sottopone il cuore e le pareti dei vasi sanguigni a uno stress continuo, provocando conseguenze anche molto serie:

  • Danni alle arterie (aterosclerosi);
  • infarto;
  • angina pectoris;
  • ictus cerebrale;
  • aneurisma;
  • insufficienza cardiaca;
  • problemi di vista;
  • sindrome metabolica;
  • problemi di memoria, comprensione e apprendimento;
  • edema e gonfiore alle gambe.

 

Una terapia farmacologica efficace e tempestiva, accompagnata da abitudini corrette, riduce drasticamente le probabilità che si verifichino queste gravi conseguenze, garantendo al paziente un’ottima qualità della vita.

È questo il motivo per cui vale la pena di misurare la pressione periodicamente e rivolgersi a un medico non appena si notano valori anomali.

 

E il colesterolo? Spesso questi due problemi sono correlati, ma il rapporto tra colesterolo e ipertensione non è di causa-effetto. Sono entrambi fattori di rischio cardiovascolare, si possono prevenire con l’alimentazione e lo stile di vita e si possono curare (anche) attraverso i farmaci: ma ci sono persone ipertese che hanno i valori del colesterolo perfetti, e viceversa.

 

Tenere la pressione sotto controllo

La pressione viene misurata con un cuscinetto gonfiabile a cui è associato un misuratore graduato. I valori sono espressi in millimetri di mercurio (mmHg) e sono formati da due cifre. 

 

Quando ci si fa misurare la pressione è consigliato stare seduti o sdraiati e rilassati. Solitamente viene misurata tre volte a distanza di almeno cinque minuti una dall’altra per assicurarsi della reale condizione.

 

Chi soffre di pressione alta dovrebbe munirsi di un apparecchio per poterla misurare in autonomia in diversi orari del giorno. I misuratori di pressione digitali sono facilissimi da usare, anche da parte di persone anziane o senza competenze di carattere medico, e mostrano i risultati direttamente sul display. 

 

Una buona idea è quella di tenere un diario pressorio, su una semplice agenda oppure scaricando un’apposita app per smartphone. 

 

Pressione alta in gravidanza

Di norma in gravidanza la pressione tende a scendere fisiologicamente, salvo poi tornare – nel terzo trimestre – a valori vicini a quelli precedenti. Questa è la situazione standard, ma ogni corpo è a sé e può reagire in maniera diversa a questo periodo di grandi cambiamenti.

 

Se i valori superano i 140/90 mmHg in almeno due misurazioni successive si può parlare di ipertensione gravidica o gestazionale, una condizione che va monitorata con grande attenzione. 

 

Tra le complicanze più comuni (riguarda fino al 10% delle gravidanze) c’è la preeclampsia, anche nota come gestosi. Di solito si manifesta dopo la ventesima settimana ed è caratterizzata appunto da ipertensione, associata alla presenza eccessiva di proteine nelle urine. Altri sintomi sono l’incremento di peso improvviso, mal di testa, nausea, vomito, confusione, gonfiore ed edema agli arti e al viso.

 

Quando la pressione alta è preoccupante e si diagnostica la preeclampsia di solito si interviene attraverso i farmaci, il riposo assoluto e un costante monitoraggio, anche mediante il ricovero. I medici possono ritenere opportuno anticipare la data del parto, mediante induzione o taglio cesareo programmato.

 

Cosa fare per abbassare subito la pressione

A volte gli sbalzi pressori colpiscono nei momenti più impensati e non sempre è possibile raggiungere un presidio medico. Cosa fare subito se si ha la pressione alta? Come abbassarla? Ci sono alcuni accorgimenti da mettere in atto se a fronte di malessere, mal di testa, capogiri verifichiamo un innalzamento pressorio:

  • Bere un bicchiere d’acqua. A volte l’ipertensione è causata anche dalla disidratazione.
  • Immergere i piedi in acqua calda per 15 minuti richiama l’afflusso di sangue verso il basso e non verso la testa e l’acqua calda ha effetto vasodilatatorio.
  • Respirare profondamente: seduti con la schiena eretta, inspirare poco ed espirare lungo emettendo un leggero sibilo.
  • Sdraiarsi a terra, rilassare le gambe e allargare le braccia. Inspirare profondamente allargando le braccia di induce una riduzione della frequenza cardiaca.
  • Massaggiare viso e collo. Iniziare a massaggiare il collo arrivando fino al lobo dell’orecchio con movimenti circolari in senso antiorario.

 

Pressione alta: cosa non fare

In caso di pressione alta si consiglia di non trascurarla o ignorarla. È bene seguire anche una dieta bilanciata ed evitare alcuni alimenti e abitudini:

  • Non fare uso di liquirizia: a causa del suo contenuto in glicirrizina, andrebbe evitato in caso di pressione alta perché agisce direttamente sul metabolismo dei corticosteroidi stimolando un aumento del cortisolo a livello renale, con un’azione simile a quella dell’aldosterone. 
  • Limitare l’uso di sale: l’eccessivo consumo di sale alza la pressione e contribuisce a trattenere i liquidi, innescando così un circolo vizioso. 
  • Non fare uso di alcol. L’abuso di bevande alcoliche è collegato a un innalzamento della pressione arteriosa, soprattutto nei soggetti predisposti.
  • Limitare il dado da brodo si tratta di un preparato particolarmente ricco di sale: meglio virare su di spezie ed erbe aromatiche
  • Limitare gli affettati: da bandire quelli più grassi come salsicce, lardo e pancetta per i soggetti predisposti alla pressione alta. Limitare il consumo degli altri insaccati come prosciutto crudo, prosciutto cotto, speck e bresaola.
  • Limitare il consumo di caffè. In generale, comunque, in caso di ipertensione è consigliabile non superare le 2 o 3 tazzine al giorno. 
  • Non fare uso di formaggi salati. Alcuni formaggi come il pecorino e il provolone sono altamente salati. In caso di ipertensione è consigliabile bandirli dalle tavole. Meglio prediligere formaggi a basso tenore salino come la ricotta. 
  • Non fumare: è veleno per tutti, può portare ad ipertensione e in caso di pressione alta conclamata il fumo diventa fattore di rischio.

 

I farmaci per la pressione alta

Ci sono numerose tipologie di farmaci per la pressione alta (diuretici, beta bloccanti, ace inibitori, calcio antagonisti). Ma quali sono le valutazioni che fa il cardiologo per scegliere un principio attivo o l’altro?  

 

La terapia andrebbe iniziata preferibilmente con un calcio-antagonista o con un ACE-inibitore (o sartano); anche un diuretico “tiazidico” è una prima scelta ragionevole; il beta-bloccante è di seconda scelta”, spiega il dottor Bruno Andreuzzi, medico chirurgo specialista in cardiologia del Santagostino.

 

Se la pressione è poco alta, la scelta di iniziare con un singolo farmaco a bassa dose è ragionevole; se invece la pressione è più alta (sistolica sopra 140-150) può essere conveniente iniziare con 2 farmaci, sempre a bassa dose. Spesso, per un adeguato controllo della pressione, sono necessari 2 o 3 farmaci (se si preferisce inglobare in una sola pillola, per facilitare l’aderenza alle cure), adeguando la terapia a cadenza usualmente mensile, guidati anche dagli esami del sangue, che vanno periodicamente ripetuti”.

 

Sono poche le situazioni in cui si debba operare una scelta particolare (in genere in caso di malattie concomitanti…)”, precisa.
Qualche esempio?

  • Nel caso di albuminuria (perdita di proteine nelle urine) si preferisce iniziare un ACE-inibitore o un sartano".
  • "Nei casi di fibrillazione atriale si può preferire un beta-bloccante (Carvedilolo o Nebivololo) oppure un calcio-antagonista con effetto sul ritmo (Verapamil o Diltiazem), ma questi sono di regola già presenti nella terapia della fibrillazione, per cui si aggiunge un’altra classe".
  • "Nel caso di edemi (gonfiore alle gambe da ritenzione di liquidi) si può preferire un diuretico”.

 

I rimedi naturali: funzionano?

Le piante che intervengono sulla pressione alta, oltre che regolarizzare il battito cardiaco in caso di aritmia, tachicardia e palpitazioni, agiscono sul flusso ematico, fluidificando il sangue e scongiurando il rischio di malattie cardiovascolari associate a questo disturbo, in quanto ipertensione e l’aterosclerosi favoriscono tendenze ischemiche coronariche o cerebrali.  

  • Biancospino (Crataegus Oxyacantha): le foglie e i fiori possiedono un’azione ipotensiva dovuta all’abbassamento delle resistenze vascolari periferiche, ma anche all’effetto sedativo e antiaritmico, utile soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l'emotività, negli stati di ansia, agitazione, angoscia, e in caso d’insonnia. Inoltre possiede proprietà cardioprotettive e favorisce il potenziamento della forza contrattile cardiaca, normalizzando così le alterazioni della funzionalità del sistema cardiovascolare; Il gemmoderivato del Biancospino è un regolarizzante cardiaco e circolatorio nei soggetti particolarmente reattivi o ansiosi, nei quali i cambiamenti determinano accelerazioni e disritmie.
  • Ulivo (Olea Europaea): le sue foglie esercitano un’azione ipotensiva, per dilatazione dei vasi della circolazione periferica, e diuretica, utile per favorire l'eliminazione di scorie metaboliche e sali minerali in eccesso. La sua assunzione permette di ridurre contemporaneamente la pressione sia minima che massima. L'impiego dell'ulivo è utile sia per l’ipertensione essenziale che per quella di origine renale, menopausale o aterosclerotica. Non è da trascurare il fatto che spesso questo trattamento determina anche riduzione della glicemia, dell’uricemia e del colesterolo, senza manifestare effetti tossici o controindicazioni. 
  • Aglio (Allium sativum): regolarizza la pressione arteriosa, previene la formazione delle placche aterosclerotiche,  l'attività ipotensiva è legata alla capacità di causare vasodilatazione, in particolare nei piccoli vasi sanguigni del distretto cutaneo e abbassa il rischio del verificarsi di fenomeni trombotici nei vasi sanguigni, grazie alla capacità antiaggregante piastrinica. 
  • Vischio (Viscum album): è una delle piante più efficaci contro l'ipertensione, utilizzato anche come regolatore del sistema cardio-circolatorio e come coadiuvante in caso di aterosclerosi, angina pectoris e per migliorare la circolazione cerebrale. 
  • Ginkgo: (Ginkgo biloba) grazie all'azione antiossidante, e capillaroprotrettice, il Ginkgo è utilizzato per contrastare l'ipertensione arteriosa e retinopatie; demenza senile; nella prevenzione e cura dell'aterosclerosi e delle sue manifestazioni; nelle arteriopatie obliteranti degli arti inferiori; cerebrovasculopatie; cardiopatia ischemica, microangiopatia diabetica. 
  • Limone: studi recenti hanno dimostrato che il limone, dalle proprietà alcalinizzanti è in grado di regolare la pressione. In associazione al movimento fisico come una semplice camminata, l’acido citrico e il potassio contenuti sono in grado di migliorare l’elasticità dei vasi sanguigni, abbassare la pressione alta. 

 

In caso di pressione alta è importante bere molta acqua a basso contenuto di sodio, si intende inferiore ai 20 mg per litro. A questa è possibile associare bevande caratterizzate dalla capacità di regolare la pressione arteriosa, dalle proprietà calmanti e adattogene. Vediamo alcune tisane per la pressione alta.

  • Karkadé: ottenuto dai fiori di Hibiscus Sabdarifa, il karkadé assunto per via orale in infuso per quattro settimane, può dare effetti antiipertensivi grazie alla sua componente di polifenoli, favorisce la diuresi, aumenta la fluidità del sangue. Se ne consigliano tre tazze al giorno.
  • Tiglio: da sempre il tiglio è un rimedio calmante, rilassante, attenua gli stati di irritazione, ansia, difficoltà a dormire. Svolge azione diaforetica, ipotensiva. Può essere assunto come infuso, in gemmoderivato (Tilia tomentosa), in tisana con altri rimedi come il biancospino, la passiflora, l’escolzia.
  • Betulla: l’estratto di betulla possiede virtù diuretiche, utili per correggere l’innalzamento della pressione. Ricca di flavonoidi, svolge azione depurativa, contrasta colesterolo, glicemia e ipertensione. 

 

Alimentazione per la pressione alta

Quando la pressione alta è preoccupante, anche la scelta l'alimentazione fa la differenza.

 

La prima regola è quella di ridurre l’apporto di sodio, aggiungendo meno sale possibile alle pietanze, togliendo la saliera da tavola e usando piuttosto le spezie per insaporire. L’eccessivo consumo di sale infatti alza la pressione e contribuisce a trattenere i liquidi, innescando così un circolo vizioso.

Bisogna anche stare molto attenti agli alimenti ricchi di sale nascosto, come: 

  • Dado da brodo: si tratta di un preparato particolarmente ricco di sale: meglio virare su di spezie ed erbe aromatiche
  • Affettati: da bandire quelli più grassi come salsicce, lardo e pancetta per i soggetti predisposti alla pressione alta. Limitare il consumo degli altri insaccati come prosciutto crudo, prosciutto cotto, speck e bresaola.
  • Formaggi salati come il pecorino e il provolone: meglio prediligere formaggi a basso tenore salino come la ricotta. 
  • Scatolame come tonno, acciughe, salmone, alici e sardine. Fanno eccezione i legumi, purché sciacquati con cura sotto l’acqua fredda.
  • Patatine, salatini, snack, ma anche crackers e grissini (sono così saporiti proprio perché ricchi di sale).
  • Piatti pronti e precotti come zuppe e surgelati.

 

Ci sono poi altre pietanze e bevande che vanno evitate o limitate drasticamente:

  • Liquirizia: a causa del suo contenuto in glicirrizina, andrebbe evitata in caso di pressione alta perché agisce direttamente sul metabolismo dei corticosteroidi stimolando un aumento del cortisolo a livello renale, con un’azione simile a quella dell’aldosterone. 
  • Alcool: l’abuso di bevande alcoliche è collegato a un innalzamento della pressione arteriosa, soprattutto nei soggetti predisposti.
  • Caffè: in caso di ipertensione è consigliabile non superare le 2 o 3 tazzine al giorno. 
  • Bevande eccitanti ed energizzanti.


Una volta chiarito cosa evitare, vediamo anche cosa mangiare con la pressione alta. 

Finora abbiamo parlato del sodio, ma ha un ruolo altrettanto importante il potassio che aiuta a controbilanciare la quantità di sodio presente nelle cellule. In sintesi, è necessario bilanciare l’assunzione di sodio e potassio, poiché la sola diminuzione del sodio non migliora la pressione se non si aumenta anche il potassio.

 

Frutta e verdura di stagione garantiscono l’introito di potassio, essendo naturalmente ricchi di potassio e poveri di sodio, ma anche ricchi di vitamine antiossidanti come la vitamina C, presente soprattutto negli agrumi.

 

Le altre regole da seguire sono quelle della dieta mediterranea:

  • Cereali integrali;
  • legumi;
  • frutta e verdura fresche e di stagione;
  • poche carni rosse e processate e pochi grassi saturi.

 

Prevenzione e stili di vita 

L’ipertensione è una condizione estremamente comune: stando ai dati riportati dall’Istituto superiore di sanità, il 31% della popolazione italiana è iperteso e il 17% è border-line. 

 

Con uno stile di vita sano e corretto, è comunque possibile prevenire l’insorgere di questo fattore di rischio, con conseguenze molto positive in termini di benessere generale. Oltre alle indicazioni sull’alimentazione, ci sono altre norme di prevenzione che bisognerebbe seguire fin dalla giovane età:

  • Non fumare: una sola sigaretta è in grado di incrementare la pressione arteriosa per almeno un quarto d’ora; il fumo inoltre danneggia le arterie e aumenta le probabilità di infarto e ictus;
  • mantenere sotto controllo il peso corporeo;
  • avere una vita attiva, il che significa camminare quotidianamente e praticare un'attività sportiva (può essere anche leggera, purché sia regolare); 
  • lo yoga pare giochi un ruolo importante nel trattamento e nella prevenzione dell’ipertensione: esistono anche studi per cui lo yoga può abbassare la pressione in modo significativo in breve tempo;
  • limitare lo stress, poiché è un rilevante fattore di rischio cardiovascolare: anche le tecniche di respirazione e meditazione possono essere di aiuto così come tecniche di movimento quali il qi gong
  • avere cura della qualità del sonno