Artrosi: sintomi, cause e terapie

L’artrosi è una delle patologie reumatologiche più comuni, ed è un processo degenerativo che interessa la cartilagine.

artrosi

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L'artrosi è un disturbo che accomuna molte persone, soprattutto a partire dalla mezza età. Ci sono varie forme di artrosi che colpiscono le cartilagini e richiedono interventi di natura diversa.

 

Artrosi, cos'è

L’artrosi è una delle più comuni patologie articolari, spesso la sua sintomatologia si manifesta intorno ai 50/ 60 anni di età; coinvolge gran parte degli esseri umani entro gli 80 anni.

 

Si tratta di è un'artropatia cronica caratterizzata da distruzione progressiva e potenziale perdita della cartilagine articolare insieme ad altre alterazioni, come la formazione di osteofiti.

 

L'artrosi può interessare la colonna vertebrale, le articolazioni degli arti superiori e inferiori e delle mani e piedi.

 

Artrosi, le cause

Le cause dell'artrosi sono ancora poco note. Probabilmente l'insorgere della malattia dipende da più cause concomitanti. Esistono però dei fattori di rischio da tenere in considerazione, come:

  • fattori di tipo meccanico, legati anche allo stile di vita;
  • età;
  • genetica ed ereditarietà;
  • obesità e malattie endocrine.

 

L'osteoartrosi può avere inizio con un danno da lesione meccanica ai tessuti, come per esempio le lesioni ai menischi, con scambi infiammatori dal liquido sinoviale alla cartilagine, o con dei deficit metabolici della cartilagine. Per esempio l'obesità causa alcune disfunzioni nel metabolismo della cartilagine, con in più l’aggravante del peso eccessivo.

 

Le lesioni a livello tissutale stimolano i processi riparatori con un aumento della produzione di proteoglicani e collagene, ma anche degli enzimi che degradano la cartilagine stessa e delle citochine infiammatorie, innescando così un processo di distruzione progressiva. Gli osteofiti pare si sviluppino infatti per compensare e stabilizzare l'articolazione.

 

Artrosi primitiva e secondaria

L'osteoartrosi viene classificata in primaria o idiopatica e secondaria ad alcune cause note.

  • L'osteoartrosi primaria può essere localizzata in certe articolazioni ed è in genere classificata in base alla sede del coinvolgimento come mani e piedi, ginocchio, anca. Se l'osteoartrosi colpisce articolazioni multiple, è classificata come osteoartrosi primaria generalizzata.
  • L'artrosi secondaria deriva da condizioni che modificano il microambiente della cartilagine o della struttura articolare, come traumi significativi, anomalie articolari congenite, difetti metabolici, infezioni, malattie che alterano la struttura della cartilagine ialina come l’artrite reumatoide, la gotta, la malattia da depositi di cristalli di calcio.

 

Artrosi, sintomi iniziali

L'esordio dell'artrosi è generalmente graduale: inizia di solito con il coinvolgimento di una o poche articolazioni.

 

Il dolore è il sintomo iniziale di osteoartrosi, sordo e profondo che peggiora in condizioni di carico e migliora a riposo. Nella fase iniziale della patologia, il dolore si manifesta in particolare dopo essere stati fermi per molte ore, quindi al mattino quando ci si sveglia, ad esempio, o durante il sonno in seguito a movimenti bruschi. In quest'ultimo caso il dolore ha carattere lancinante e improvviso.

Nello stadio più avanzato dell'artrosi, il dolore è localizzato e può comparire anche quando si sta a riposo, ad esempio in seguito a cambiamenti meteorologici.   

 

Altri sintomi riguardano la limitazione dei movimenti che dipende dalle contratture muscolari.

 

Quando la malattia è ad uno stadio avanzato possono crearsi anche delle lussazioni o delle deformità.

 

Sintomatologia legata all'artrosi

Il dolore provocato da palpazione o da mobilitazione passiva non in carico arriva come sintomatologia tardiva, e può essere intensificato da spasmi.

 

La degenerazione porta a condizioni sempre più borderline come blocchi articolari o a scatto, deformazioni. La reazione all’artrosi coinvolge osso, legamenti, tendini, capsule e quantità variabili di versamento articolare con conseguente allargamento articolare caratteristico dell'artrosi.

 

Le articolazioni generalmente colpite sono:

  • articolazioni interfalangee distali e prossimali con la comparsa di noduli,
  • articolazione della mano,
  • dischi intervertebrali e articolazioni delle vertebre cervicali e lombari,
  • prima articolazione metatarsofalangea,
  • anca,
  • ginocchio.

 

Cartilagine articolare

La cartilagine articolare è la protezione che riveste le articolazioni e consente lo scorrimento tra le superfici. Generalmente si tratta della cartilagine ialina, detta anche lamina splendente, che è priva di vasi sanguigni e linfatici e di nervi.  

 

E’ costituita prevalentemente da acqua e da matrice cartilaginea extracellulare e in minima parte da condrociti il cui ciclo cellulare è il più lungo dell'organismo.

 

Il buon funzionamento della cartilagine dipende da tanti fattori stressogeni a cui viene sottoposta, quali compressione a carico, riduzione a scarico, che equivalgono allo spostamento del liquido verso lo spazio articolare e microcircolo periarticolare e suo rientro e idratazione e nutrimento della cartilagine stessa, una sorta di respirazione della parte.

 

In sostanza se la cartilagine viene trattata con un giusto scambio di tensione e rilassamento si mantiene irrorata e alimentata, elastica e disinfiammata. Subisce invece cambiamenti quando anche microtraumi dell’ambiente circostante, affaticamento e usura creano un ambiente infiammato.

 

Artrosi cervicale

L’artrosi cervicale o spondilouncoartrosi viene diagnosticata da esami radiologici, che segnalano uno stato di usura a livello delle articolazioni e delle cartilagini cervicali interposte, che perdono di spessore. In casi di degenerazione avanzata possono formarsi delle calcificazioni, dette becchi osteofitici

 

Si può convivere con l’artrosi cervicale ma alcuni sintomi possono essere particolarmente invalidanti: dolore al collo, rigidità muscolare, cefalea, vertigini, nausea, dolore al braccio. Tutto questo è dato da un fisiologico invecchiamento della cartilagine, come detto prima dall’usura e in certi casi si può trattare di un indebolimento congenito, spesso infatti si sente parlare di artrosi anche a 40 anni.

 

L’artrosi interapofisaria per esempio, è una forma di artrosi che coinvolge la cartilagine delle apofisi spinali della colonna vertebrale, può essere dovuto non solo all’età, ma anche a stile di vita, lavori usuranti, predisposizione genetica, o come conseguenza di eventi traumatici.


 

Artrosi delle mani

L’artrosi delle mani è spesso fisiologica, col tempo le mani delle persone anziane sono generalmente ingrossate e le dita deformate, con “nodi” articolari evidenti.

 

Si parla di osteoartrosi erosiva che produce sinovite e cisti a livello della mano. Colpisce principalmente le articolazioni interfalangee distali e prossimali, mentre polsi e articolazioni metacarpofalangee sono in genere risparmiati.

 

Artrosi del ginocchio

L'osteoartrosi del ginocchio porta ad una progressiva perdita della cartilagine del ginocchio con un interessamento dei legamenti che divengono lassi, con dolore locale e debolezza articolare. A volte anche il liquido sinoviale aumenta e diventa vischioso con infiammazione generalizzata e si ingenera un circolo vizioso: la riduzione della mobilità articolare, porta ad indebolimento dei muscoli circostanti, i menischi del ginocchio si fissurano e possono frammentarsi e contribuire al dolore.

 


Diagnosi        

L’ insorgenza graduale della sintomatologia, particolarmente negli anziani porta a diagnosi quasi certa suffragata da RX standard. Le radiografie generalmente rivelano osteofiti marginali, restringimento dello spazio articolare, aumentata densità dell'osso subcondrale, formazione di cisti subcondrali, rimodellamento osseo e versamenti articolari.

 

Chi si ritrova alle prese con i disagi dell'artrosi da esami diagnostici può registrare anche un aumento generico della VES (la velocità eritrosedimentazione del sangue) e della PCR (proteine C reattiva). Gli esami di laboratorio sono necessari per escludere altre patologie o per diagnosticare una patologia di base che causa un'artrosi secondaria.

 

Se l'osteoartrosi causa versamento articolare, l'esame del liquido sinoviale può aiutare a distinguerla da artriti infiammatorie; nell'osteoartrosi, il liquido sinoviale è abitualmente chiaro, viscoso e ha ≤ 2000 GB/mcL.

 

Trattamenti

  • Trattamento non farmacologico: rieducazione posturale, perdita di peso, riabilitazione
  • Terapia farmacologica

 

Il fine dei trattamenti previsti per l'osteoartrosi è alleviare il dolore, conservare la mobilità articolare e migliorare la funzionalità. I trattamenti principali includono supporti fisici come riabilitazione; anche con dispositivi di supporto; esercizi per la forza muscolare, flessibilità e resistenza; rieducazione nella vita quotidiana.

 

A questi possono doversi aggiungere terapie farmacologiche e chirurgiche, con l'inserimento di protesi articolari.
Gli esercizi di mobilizzazione, isometrici, isotonici, isocinetici, posturali, di rinforzo guidati da un fisioterapista hanno uno scopo preventivo e conservativo: l'esercizio può talora arrestare o migliorare certe condizioni artrosiche di anca e ginocchio; gli esercizi in acqua sollevano il peso dalle articolazioni e lo stretching mantiene l’elasticità dei vari distretti muscolari e tendinei.

 

Al contrario, invece, l'immobilizzazione per un periodo prolungato può favorire le retrazioni e peggiorare il decorso clinico.

 

Sedie, poltrone, materassi devono favorire una postura supportata e corretta per evitare retrazioni e carichi eccessivi nel momento in cui ci si alza. Evitare quindi strutture troppo morbide e troppo basse. 

 

La terapia farmacologica costituisce un'aggiunta al programma fisico. Consta di terapia analgesica e terapia antinfiammatoria. Il paracetamolo può alleviare il dolore ed è generalmente sicuro in assenza di patologie epatiche o a carico dei reni. In caso di dolori molto intensi si possono prendere in considerazione i FANS, anche quelli possono essere utili per articolazioni superficiali, come le mani e le ginocchia.

 

Spesso si ricorre a formulazioni di acido ialuronico che possono essere infiltrate nelle articolazioni come spalle e ginocchio e fornire sollievo dal dolore in alcuni pazienti per periodi di tempo prolungati. In alcuni soggetti l'iniezione locale può causare una sinovite infiammatoria acuta grave.

 

Preparati a base di glucosammina aiutano ad alleviare il dolore e rallentare il deterioramento articolare e si ritrovano anche in alcuni integratori alimentari in vendita in erboristeria.

 

Esiste poi l'arcano che da sempre si pone come interrogativo, soprattutto nelle terapie domiciliari:"farà meglio il caldo o il freddo?". Il freddo, quindi crioterapie di vario genere, sono atte a contrastare l'infiammazione, spesso usate in patologie artritiche; il caldo infonde effetti miorilassanti, decontratturanti, assorbenti in caso di eccessi di umidità, contratture muscolari. Non vi è una risposta esatta.

 

La differenza è data dalla fase acuta o cronica della problematica: versamento e infiammazione sinoviale trova sicuramente giovamento con il ghiaccio, dolori artrosici cervicali o lombari sembrano migliorare con l'applicazione del caldo.

 

Rimedi naturali

Esistono antinfiammatori naturali? La risposta è si e nelle condizioni di cronicizzazione funzionano molto bene.

  • Ribes Nigrum: il ribes nero oltre a vantare virtù antiallergiche e a sostenere il sistema immunitario, è un rimedio antinfiammatorio molto interessante. Viene considerato un simil-cortisonico, che può essere integrato per alcuni periodi per coadiuvare le terapie antinfiammatorie, in forma di gemmoderivato e non presenta gli effetti negativi dei corticosteroidi che danneggiano la mineralizzazione ossea.
  • Artiglio del diavolo: l’artiglio del diavolo è presente in commercio in varie forme: tintura madre, capsule o compresse, pomate e gel. I glicosidi, soprattutto l’arpagoside presentano una certa efficacia anche se il meccanismo d’azione non è del tutto chiaro: secondo alcuni autori agirebbe sul sistema oppioide, secondo altri avrebbe azione antiossidante e antinfiammatoria, agendo sulla sintesi di prostaglandine e leucotrieni. Da uno studio pubblicato su Phytomedicine nel 2006 "Potential molecular basis of the chondroprotective effect of Harpagophytum procumbens" di Chrubasik JE, Lindhorst E, Neumann E, Gerlach U et al, sembrerebbe che l’artiglio del diavolo presenti un effetto cosiddetto condroprotettivo, ossia protettivo nei confronti della cartilagine articolare perchè in grado di inibire i mediatori dell’infiammazione e anche i responsabili della distruzione delle cartilagini, come le metalloproteinasi di matrice, il monossido d’azoto e l’elastasi. L’artiglio del diavolo deve però essere usato con cautela in pazienti con ulcere gastriche o duodenali, calcoli biliari o diarrea acuta, poiché può causare irritazione gastrica. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza, poiché in studi su animali si è visto che potrebbe provocare contrazioni dell’utero.
  • Boswellia: alla boswellia sono attribuite diverse proprietà, tra cui quelle antinfiammatorie, grazie alla presenza di acido boswellico contenuto nella resina la cui proprietà è di ridurre la produzione di leucotrieni attraverso l'inibizione dell'enzima 5-lipossigenasi ed esercita anche un'azione anti-complemento. Le proprietà della boswellia sono ben note alla tradizione erboristica popolare come rimedio antinfiammatorio e antiartritico, e per contrastare le patologie infiammatorie dell'intestino.
  • Glucosammina: la glucosammina è un componente già presente nell’organismo, e viene anche estratta dall’esoscheletro di alcuni crostacei. Possiede proprietà antinfiammatorie, e contribuisce alla sintesi degli aggrecani, macromolecole presenti nella cartilagine, e al mantenimento della corretta quantità di liquido sinoviale. Spesso utilizzata in associazione con la condroitina, ha dato buoni effetti su problematiche infiammatorie articolari.
  • Fiori di Bach per l'artrosi: Rock Water e Oak sono due fiori di Bach che combattono la rigidità e i dolori fisici su livelli diversi, utili infatti anche in caso di artrite. Possono coadiuvare la terapia, lavorando su condizioni di consapevolezza personale, elasticità mentale e fisica.
  • Medicina tradizionale cinese: secondo la Medicina tradizionale cinese l'artrosi può essere causata da Vento o Freddo, deficit di Yang del Rene e da stasi del Qi di Xue (Sangue). Lo scopo della terapia attraverso l'agopuntura è rallentare l'avanzamento fino a bloccarlo e curare localmente i processi infiammatori in modo da sedare il dolore che ne deriva.
  • Esercizi per prevenire l'artrosi: l'attività regolare è la prima e più importante procedura preventiva. Per produrre i suoi effetti sulle ossa l'esercizio fisico deve essere effettuato regolarmente (almeno 2/3 volte a settimana ). Nel soggetto affetto da artrosi l'esercizio fisico oltre ad aumentare la massa ossea, riduce il dolore legato a patologie osteoarticolari, migliora l'equilibrio e la resistenza, e la produzione di endorfine indotta migliora il tono umorale.

 


Alimentazione e artrosi

Consumare molti cereali integrali, legumi, uova, pesce pescato in mare, latticini "magri", soia e derivati, noci, mandorle, nocciole e semioleosi, frutta e verdura fresche biologiche aiuta a preservare l’organismo da stati infiammatori. 

 

Meglio evitare bevande alcoliche, caffè, tè, zucchero (saccarosio), cereali raffinati, burro, panna, margarina, salumi, insaccati, tagli di carne bovina e di pollame a elevata percentuale di lipidi.

 

In merito al caffè in particolare, vi sono vari studi, come quello pubblicato sul Journal of Clinical Medecine “Caffeine, a Risk Factor for Osteoarthritis and Longitudinal Bone Growth Inhibition” (Aprile 2020), che sembrano attestare una diretta interrelazione tra caffeina e artrosi: pare possa esercitare un impatto negativo sulla cartilagine articolare e sulla cartilagine di accrescimento, perchè aumenterebbe la predisposizione a soffrire di artrosi e l’inibizione della crescita ossea longitudinale. E’ importante però sottolineare che il caffè non contiene solo caffeina, ma anche antiossidanti che proteggono l’organismo e anche le articolazioni da degenerazioni.

 

Diciamo quindi che il consumo di caffè dovrebbe essere limitato nei soggetti affetti da artrosi, evitando gli eccessi. Uno studio condotto dalla Arthritis Reasearch & Therapy “Green tea: a new option for the prevention or control of osteoarthritis “ pubblicato nel 2011 incentiva  invece il consumo di tè verde, perché pare possa contribuire al controllo del dolore e migliorare la funzione articolare negli adulti con artrosi.

 

Si può integrare l'alimentazione con aglio, porro, carciofo, cavolo, cetriolo, timo, ciliegia, fragola, limone, mela, pompelmo, ribes, uva, fichi secchi, yogurt naturale magro e con lactobacillus acidophilus, melassa, cacao puro biologico, avena in fiocchi (a colazione) e in chicchi (nelle minestre e nelle zuppe), alla ricerca di alimenti utili per la salute delle cartilagini.

 

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