Calazio, cause e sintomi

Gonfiore alla palpebra, piccola pustola, dolore all'occhio, tutti i segnali di un'infiammazione a carico di piccole ghiandole che sono coinvolte nella formazione lacrimale.

calazio

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Calazio e orzaiolo: spesso ci si confonde, ma lo specialista sa individuare da subito la natura di un insopportabile fastidio all'occhio.

 

 

Calazio, cos'è

Il calazio è una piccola neoformazione dovuta all’infiammazione delle ghiandole di Meibomio. Si tratta di ghiandole che stanno all’interno delle palpebre e che alimentano e sostanziano la formazione lacrimale. Visivamente il calazio si presenta come una piccola ciste o punta bianca proprio sulla palpebra.

 

Cause del calazio

 

Le cause alla base della formazione del calazio possono essere di varia natura.

  • Può dipendere da una dieta non equilibrata caratterizzata da un eccessivo consumo di insaccati, formaggi, cibi grassi o dolciumi.
  • Può dipendere da difetti visivi non corretti soprattutto nei bambini. Questo perché la contrazione involontaria dei muscoli oculari può causare la chiusura del dotto escretore delle ghiandole di Meibomio e, in questo modo, il secreto ghiandolare fatica a uscire correttamente, generando gonfiore e infiammazione.
  • Altre cause legate alla formazione di un calazio possono essere disturbi del tratto intestinale, disturbi della pelle, blefarite.

 

Sintomi

Il calazio si manifesta con gonfiore delle palpebre, dolore della parte, arrossamento della congiuntiva. L’entità sintomatologica è sempre proporzionale al numero di ghiandole coinvolte e al grado di infiammazione; anche la grandezza del calazio può variare da un piccolo puntino bianco a un gonfiore che preclude la possibilità di aprire l’occhio.

 

Calazio e orzaiolo, le differenze

La differenza fra orzaiolo e calazio può apparire difficile da individuare, perché entrambi questi disturbi si presentano come foruncoli sulle palpebre. Bastano alcune nozioni di base, però, per saperli distinguere.

  • L'orzaiolo consiste in un'infiammazione batterica al livello delle ciglia, che colpisce la ghiandola di Zeiss. Quest'ultima ha il compito di produrre una secrezione grassa lungo il bulbo pilifero. L'orzaiolo si presenta come un foruncolo lungo le ciglia, che aumenta di dimensioni molto velocemente e si accompagna ad altri sintomi fastidiosi: prurito, rossore, ascesso purulento con secrezioni, sensazione di corpo estraneo nell'occhio, dolore.
  • Il calazio invece è un'infiammazione della ghiandola di Meibomio, che ha il compito di produrre la componente lipidica delle lacrime, deputate alla protezione dello strato della cornea. Quando questa ghiandola risulta ostruita, ecco che insorge il calazio. Il calazio si presenta quindi inizialmente come un piccolo puntino bianco nello spessore delle palpebra, lungo il quale sono dislocate, a grappolo, le ghiandole di Meibomio. Questa piccola tumefazione aumenta di dimensioni nel corso di pochi giorni e solitamente persiste fino a quando la ghiandola non si libera, rilasciando il sebo.

 

Il calazio non provoca dolore al contatto, il fastidio è associato alle dimensioni. Un altro sintomo è l'arrossamento dell'occhio e della congiuntiva. Al contrario dell'orzaiolo, non è presente l'escrezione di pus.
La principale differenza riguarda, quindi, il dolore e la presenza di materiale purulento.

 

Orzaiolo e calazio differiscono anche per la durata e il decorso dei sintomi: l'orzaiolo insorge molto velocemente, mentre il calazio si presenta in tempi più lenti.

 

La diagnosi

La diagnosi viene fatta dall’oculista che con il solo esame obiettivo è in grado di definire la presenza di un calazio o di un orzaiolo.
A suffragare ed approfondire la diagnosi visiva spesso si ricorre ad una differenziale, soprattutto in caso di calazi cronici, attraverso una biopsia per escludere eventuali patologie più gravi e degenerative a carico della palpebra.

 

In ogni caso all’inizio del disturbo il calazio potrebbe essere facilmente confuso con l'orzaiolo o con la dacriocistite, un’infiammazione del sacco lacrimale.

 

Trattamento del calazio

Generalmente l’accumulo lipidico che ostruisce il dotto escretore si riassorbe nel giro di qualche mese di suo. Per intervenire sui tempi di reazione fisiologica e per ridurre l’eventuale dolore, il medico generalmente prescrive  colliri, pomate oftalmiche e unguenti a base di antibiotici e cortisonici, che facilitano il drenaggio dell'ostruzione sierosa.

 

A volte purtroppo i farmaci non bastano, soprattutto se ci si trova di fronte a calazi di grandi dimensioni, e si deve ricorrere all’incisione o all’iniezione intralesionale di corticosteroidi per far uscire l’accumulo di materiale dalla cisti.

 

 

Il calazio nei bambini

Anche nei bambini si è potuta osservare frequentemente la formazione di calazi. Tendenzialmente può essere dovuto al fatto che spesso si toccano gli occhi, anche con le mani sporche, e in ogni caso è un gesto abituale legato al gioco o a uno stato di sonnolenza, che può predisporre alla formazione del calazio.

 

Anche il quadro alimentare potrebbe influenzare pesantemente con un abuso di alimenti grassi o ricchi di zuccheri. Come per l’adulto poi esistono altre casistiche legate all’ambiente, alla familiarità che possono influire.

 

Per affrontare il calazio si può ricorrere inizialmente a dei rimedi naturali, che non stressino troppo il bambino ma che anzi possano essere introdotti come un gioco, come l’applicazione un paio di volte al giorno di impacchi caldo-umidi per drenare il dotto e l’accumulo sieroso. Qualora la tumefazione dopo qualche giorno non dovesse diminuire, potrebbe essere necessario consultare il pediatra e l’oculista.

 

Come eliminare il calazio in modo naturale

In caso di calazio potrebbe essere utile applicare un massaggio delicato alla palpebra per cercare di drenare l’ostruzione del dotto escretore della ghiandola, alcuni minuti, 2-3 volte al giorno. Con mani ben deterse: una lieve pressione con movimento rotatorio in senso orario e antiorario può aiutare a veicolare l’eccesso sieroso. Attenzione a non spremere il calazio per farlo scoppiare, non è mai una pratica consigliata!


L’oculista stesso può indicare alcuni rimedi naturali, come gli impacchi caldo-umidi con acqua bollita e sale, e una garzina asettica imbevuta da lasciare in posa sulla palpebra una decina di minuti. Attenzione però, gli impacchi non devono essere troppo caldi, onde evitare ustioni in una zona così fortemente delicata.

 

Per accelerare la guarigione si possono usare oli essenziali utili anche in caso di orzaiolo dalle proprietà antibatteriche, come il tea tree e la camomilla, oppure impacchi a base di tè verde e tarassaco. È inoltre necessario rafforzare il sistema immunitario dell'organismo per modificare il terreno su cui i batteri possono insediarsi.

 

Essendo il calazio l'ostruzione di una ghiandola che produce lipidi, per risolverlo è necessario prestare attenzione all'igiene: gli occhi vanno puliti puntualmente e delicatamente con acqua calda, senza saponi né detergenti aggressivi.

 

È opportuno evitare cosmetici e creme sul viso, perché potrebbero entrare negli occhi. Per idratare la parte un rimedio della nonna è l'utilizzo di yogurt naturale magro, un lieve strato per proteggere il pH della pelle della zona perioculare, svolge azione emolliente e sostituisce creme e contorno occhi per il periodo in cui il calazio alloggia sulla palpebra.

 

Come capire se il calazio sta guarendo

Generalmente l’infiammazione con gonfiore tende a diminuire entro 7-10 giorni fino poi a scomparire. Qualora i tempi perdurassero di molto ci si potrebbe trovare in una condizione di calazio incistato e in questo caso l’oculista deve intervenire chirurgicamente.

 

In alcuni casi si parla di calazio recidivante, ovvero dopo una iniziale remissione potrebbe ripresentarsi nello stesso punto in cui era apparso la prima volta. Alla base, probabilmente, cause sistemiche legate a disfunzioni dell’intestino, della tiroide, a problematiche della pelle come  rosacea, dermatite seborroica, che è bene approfondire per risolvere il problema e, soprattutto, scongiurare recidive.