SDGS: i Sustainable developement goals

Sottoscrivendo l’Agenda 2030, i 193 Paesi membri Onu si sono impegnati a raggiungere i 17 SDGS (Obiettivi di sviluppo sostenibile). Un grande e ambizioso piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità.

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©Onu

 

Dagli MDGS agli SDGS 

Tutto comincia con gli Obiettivi di sviluppo del millennio, o MDGS. È il mese di settembre del 2000 quando i 193 Stati membri dell’Onu per la prima volta danno un orizzonte chiaro, definito e univoco alle politiche di cooperazione allo sviluppo, fissando otto traguardi da raggiungere entro il 2015:

 

  1. Sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo.
  2. Rendere universale l'istruzione primaria.
  3. Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne.
  4. Ridurre la mortalità infantile.
  5. Ridurre la mortalità materna.
  6. Combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie.
  7. Garantire la sostenibilità ambientale.
  8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

 

Al termine dei quindici anni previsti, il bilancio appare in chiaroscuro
Su alcuni fronti sono stati compiuti notevoli passi avanti. Per citarne alcuni, i bambini in età scolare primaria che non frequentavano la scuola sono passati da 100 a 57 milioni tra il 2000 e il 2015; il tasso di mortalità al di sotto dei cinque anni si è ridotto di oltre il 50%; erano state bandite le principali sostanze responsabili del buco nell’ozono

 

Altri dati risultano decisamente meno confortanti. Le emissioni globali di gas serra sono aumentate del 50% rispetto al 1990; 800 milioni di persone sono in preda a fame e povertà; 2,4 miliardi di persone si devono accontentare di servizi igienici non adeguati

 

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite

Scaduti gli MDGS, i Paesi membri Onu decidono di rinnovare i propri impegni per i quindici anni successivi, con un approccio ancora più ambizioso. Così, il 25 settembre 2015, sottoscrivono l’Agenda 2030: un piano globale volto a garantire un presente e un futuro migliore al Pianeta e alle persone che lo abitano.

 

Per la prima volta la comunità internazionale è compatta nel riconoscere che l’attuale modello di sviluppo è insostenibile. Sul piano ambientale, ma non solo. I pilastri dell’Agenda 2030 infatti sono le cosiddette “cinque P”: persone, prosperità, pace, partnership, Pianeta.

 

Questi cinque piani, con gli SDGS a essi collegati, sono fortemente interconnessi. Per fare un esempio, per sconfiggere la fame (obiettivo 2) bisogna adottare tecniche agricole più rispettose del Pianeta (obiettivo 12) e redistribuire il reddito in modo più equo (obiettivo 10). 

 

L’Agenda 2030 in questo senso lancia la sfida della complessità: solo con un approccio sistemico, e con il coinvolgimento attivo di tutte le parti della società, si può puntare a uno sviluppo davvero sostenibile. Oltre alle istituzioni sovranazionali, nazionali e locali, quindi, rivestono un ruolo chiave anche aziende, università e centri di ricerca, mass media, organizzazioni del Terzo Settore e singoli cittadini.

 

Obiettivi, target e indicatori

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGS) sono 17, per un totale di 196 sotto-obiettivi (target) che vengono misurati attraverso 240 indicatori. 

 

Per fare un esempio, l’Obiettivo 5 riguarda l’uguaglianza di genere; il suo target 5.5 prevede di assicurare la piena partecipazione delle donne alla vita politica, economica e pubblica; quest’ultimo viene misurato attraverso i parametri 5.5.1 (percentuale di donne nel Parlamento nazionale e nelle giunte locali) e 5.5.2 (percentuale di donne che ricoprono ruoli manageriali).

 

La presenza di metriche misurabili consente all’Onu di valutare periodicamente le performance di ogni Stato, per capire senza margine di incertezza a che punto siamo nel cammino verso lo sviluppo sostenibile.

 

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGS) 

Obiettivo 1, Povertà zero. Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo.

 

Obiettivo 2, Fame zero. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile.

 

Obiettivo 3, Salute e benessere. Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.

 

Obiettivo 4, Istruzione di qualità. Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.

 

Obiettivo 5, Uguaglianza di genere. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze.

 

Obiettivo 6, Acqua pulita e igiene. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti.

 

Obiettivo 7, Energia pulita e accessibile. Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti.

 

Obiettivo 8, Lavoro dignitoso e crescita economica. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.

 

Obiettivo 9, Industria, infrastruttura e innovazione. Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione.

 

Obiettivo 10, Ridurre le disuguaglianze. Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi.

 

Obiettivo 11, Città e comunità sostenibili. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.

 

Obiettivo 12, Consumo e produzione responsabili. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.

 

Obiettivo 13, Agire per il clima. Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.

 

Obiettivo 14, La vita sott’acqua. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.

 

Obiettivo 15, La vita sulla terra. Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.

 

Obiettivo 16, Pace, giustizia e istituzioni forti. Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.

 

Obiettivo 17, Partnership per gli obiettivi. Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

 

L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile

Se nel nostro Paese è sempre più usuale sentir parlare degli SDGS è anche merito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Nata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, è una rete che riunisce oltre 270 istituzioni, associazioni, università, centri di ricerca e fondazioni. 

 

I suoi principali obiettivi sono:

  • Fare cultura sulla sostenibilità a tutti i livelli, coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini;
  • proporre politiche volte al raggiungimento degli SDGS ed esprimersi sui provvedimenti al vaglio del Parlamento;
  • avviare programmi di educazione allo sviluppo sostenibile rivolti ai più giovani;
  • stimolare la ricerca e l’innovazione nel campo della sostenibilità, portando in Italia le buone pratiche internazionali;
  • monitorare i progressi del nostro Paese verso il conseguimento degli Obiettivi, su scala nazionale, locale e anche aziendale;
  • sviluppare strumenti utili a valutare l’impatto delle politiche economiche, sociali e ambientali e ridurre i costi di transizione alla sostenibilità.

 

Tra le iniziative più note e partecipate c’è il Festival dello sviluppo sostenibile, composto da centinaia di conferenze, spettacoli e workshop che si snodano per 17 giorni, tanti quanti gli SDGS. L’edizione 2020 si è tenuta eccezionalmente tra settembre e ottobre, con una formula ibrida di eventi in presenza e in streaming. 

 

Il presidente di ASviS è Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol e vicepresidente della controllata UnipolSai Assicurazioni. Il portavoce invece è il professor Enrico Giovannini, che in passato è stato chief statistician dell'Ocse, presidente dell'Istat e ministro del Lavoro e delle politiche sociali ed è stato nominato dal governo Conte nella task force per la fase 2 dell’emergenza coronavirus.