PNRR, che cos'è

L'Italia riceverà dall'Unione europea 191,5 miliardi di euro da impiegare tra il 2021 e il 2026. Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) spiega per filo e per segno come saranno investite queste risorse.

pnrr

Credit foto
©Pixabay

 

L’Italia prima beneficiaria del Next Generation Eu

Subito dopo la Cina, l’Italia è stata la prima nazione colpita al cuore dalla pandemia da coronavirus e la prima, in Europa, a imporre un lockdown generalizzato. Le conseguenze umane e sociali sono incalcolabili. Su quelle economiche iniziano a circolare le prime stime attendibili. Per il 2020 si parla di un tracollo del pil pari all’8,9%, ben più marcato rispetto alla media europea del 6,2%.

Questi e altri numeri hanno convinto la Commissione europea a destinare proprio al nostro Paese la fetta più consistente del Next Generation Eu, il colossale pacchetto di stimolo all’economia da 750 miliardi di euro, chiamato anche Recovery Fund. Solo dal Dispositivo per la ripresa e resilienza (Rrf), uno dei principali strumenti, arriveranno 122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto. Il totale è di 191,5 miliardi di euro da impiegare tra il 2021 e il 2026.

 

Cos’è il PNRR

Le istituzioni dell’Unione, però, vogliono avere piena contezza di come saranno spesi questi soldi. Pertanto tutti gli Stati – Italia compresa – sono invitati a presentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè un pacchetto di investimenti e di riforme che deve soddisfare requisiti ben precisi. 

Una volta ricevuta la bozza di piano, infatti, la Commissione la valuta nell’arco di due mesi per accertarsi del fatto che sia coerente rispetto alle raccomandazioni predisposte per ciascun Paese. Per giunta, il 37% del budget dev’essere finalizzato alla transizione ecologica e un altro 20% alla digitalizzazione. Ottenuto il semaforo verde, l’ultima parola spetta al Consiglio: dopodiché si procede con l’erogazione dei fondi.

Il Pnrr predisposto dal governo di Mario Draghi è articolato su sei missioni, accomunate dalla volontà di ammodernare il Paese e appianare il divario tra Nord e Sud, a cui è dedicato il 40% delle risorse. Stando alle stime dell’esecutivo, nel 2026 il prodotto interno lordo (Pil) sarà cresciuto di 3,6 punti percentuali rispetto all’andamento tendenziale e tra il 2024 e il 2025 l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. 

 

Missione 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura

La prima missione vuole rendere più competitivo e moderno il sistema Paese, con uno stanziamento complessivo di 40,32 miliardi. Questo innanzitutto digitalizzando la pubblica amministrazione per renderla “la migliore ‘alleata’ di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi sempre più efficienti e facilmente accessibili”. 

Anche il tessuto produttivo va innovato grazie a investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione e infrastrutture ormai essenziali come la rete a banda larga: si parla per esempio del 100% della popolazione connessa entro il 2026 e di connessioni veloci per 8,5 milioni di famiglie e imprese.

Merita un capitolo a parte il rilancio della cultura e del turismo, attraverso la valorizzazione dei siti storici e culturali (compresi i piccoli borghi) e il potenziamento delle strutture e dei servizi.

 

Missione 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica

Il fatto che sia indispensabile agire immediatamente contro i cambiamenti climatici, ormai, è sotto gli occhi di tutti. Il fatto che sia una sfida mastodontica e onerosa dal punto di vista economico, tecnologico e sociale è altrettanto evidenze. Per questo il Pnrr stanzia il 31% delle risorse per la transizione verde.

Per citare alcune delle numerose voci di spesa, si parla di 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di quelli esistenti; 400 milioni di euro per fermare il degrado degli ecosistemi mediterranei e recuperare almeno il 20 per cento dei fondali e degli habitat; 2,49 miliardi per mettere in sicurezza le aree a rischio di frane e allagamenti, abitate da 1,5 milioni di persone; 200 milioni per promuovere un teleriscaldamento efficiente.

 

Missione 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Alla mobilità sono dedicati 25,4 miliardi. Se gli investimenti previsti andranno a buon fine, nel 2026 il nord Italia avrà 180 chilometri di linee di treni ad alta velocità in più, per esempio sulle linee Brescia-Verona e Liguria-Alpi (8,57 miliardi); anche i treni regionali saranno potenziati, resi più puntuali e più sicuri, riqualificando le stazioni (936 milioni di euro); l’alta velocità arriverà anche al sud, sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, Palermo-Catania (4,64 miliardi). 

 

Missione 4. Istruzione e ricerca

Il capitolo sulla scuola promette 228mila nuovi posti negli asili nido e nelle scuole materne, 2,4 milioni di metri quadri di edifici scolastici da ristrutturare e mettere in sicurezza, 40mila edifici scolastici cablati e 100mila classi connesse. Per valorizzare le università e rafforzare la loro sinergia con il mondo del lavoro, il governo vuole erogare 50mila corsi di orientamento attivo, stipulare 6mila accordi scuola-università, istituire 3mila dottorati innovativi e altri 600 nuovi dottorati per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale. Il costo complessivo di queste e altre attività? Poco più di 30 miliardi.

 

Missione 5. Inclusione e coesione

L’intento è quello di agevolare la partecipazione al mercato del lavoro, oltrepassando le barriere; lo stanziamento è di 22,6 miliardi. Per la parità di genere, per esempio, il governo vuole creare un sistema nazionale di certificazione volto a migliorare le condizioni di lavoro delle donne e ridurre il gender pay gap (10 milioni di euro) e agevolare l’imprenditoria femminile anche mediante un fondo ad hoc (400 milioni di euro).

In parallelo, il Pnrr promette 500 milioni di euro per fornire i servizi socio-sanitari comunitari e domiciliari alle persone con disabilità, soprattutto quelle che non possono contare sull’assistenza dei familiari. Altri 3,3 miliardi spetteranno alle città, per interventi sulle aree più degradate e a rischio di emarginazione.

 

Missione 6. Salute

Un Pnrr nato dopo la ferita della pandemia non può non prevedere un capitolo per la salute. Con oltre 15 miliardi di euro vuole, tra le altre cose, istituire 381 ospedali di comunità per le degenze più brevi; migliorare le prestazioni antisismiche di 116 strutture ospedaliere; ammodernare il parco tecnologico ospedaliero; perfezionare l'assistenza dei pazienti cronici, soprattutto over 65; potenziare l’industria biomedica.