Heatwave, cos'è un'"ondata di caldo"

Le ondate di caldo estremo ormai sono parte della nostra vita quotidiana, anche in Italia. Cerchiamo di capire meglio cosa sono, in che modo sono influenzate dal riscaldamento globale e come possiamo difenderci.

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Cos'è un'ondata di caldo

Basta aprire un qualsiasi quotidiano d’estate per leggere aggiornamenti sulla più recente ondata di caldo africano che attraversa l’Italia, magari ribattezzata con un nome fantasioso come Caronte o Lucifero. Ma, tecnicamente, cos’è un’ondata di caldo?

 

Secondo la World Meteorological Organization (Wmo), si può parlare di ondata di calore (heatwave) quando, per almeno sei giorni consecutivi, la temperatura massima è superiore al 90° percentile di quel determinato giorno rispetto al periodo climatologico di riferimento (cioè il 1981-2010 o, se disponibile, il 1991-2020).

 

La definizione adottata in Italia è leggermente diversa, perché dice che un’ondata di calore è un periodo di almeno 3 giorni in cui la temperatura media giornaliera supera di almeno una deviazione standard quella “normale”, sempre calcolata sul periodo 1981-2010 o, se disponibile, 1991-2020.

 

E i nomi? Sono pure invenzioni di costume, prive di fondamenti scientifici. Sempre la Wmo ha precisato di non avere alcun interesse in tal senso, perché “la sua priorità è quella di salvare vite attraverso previsioni accurate e sistemi di allerta preventiva”.

 

I "tipping point" legati ai cambiamenti climatici

Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) mette bene in chiaro che “i cambiamenti climatici su scala globale probabilmente saranno accompagnati da un incremento nella frequenza e nell’intensità delle ondate di calore, così come da estati più calde e inverni più miti”.

 

È quanto si legge nel report scritto dal gruppo di lavoro (working group II) che si occupa degli impatti, all’adattamento e alla vulnerabilità, all’interno del sesto rapporto di valutazione dell’Ipcc (Ar6). Gli esperti sottolineano anche che il tasso di mortalità aumenta quando le estati, nelle regioni temperate, sono all’insegna del caldo estremo. E che l’impatto sanitario è molto più elevato nelle città, rispetto alle aree suburbane e rurali.

 

Se riusciremo a limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali invece di raggiungere i 2 gradi, secondo i modelli dell’Ipcc, 420 milioni di persone in meno saranno esposte di frequente alle ondate di caldo estremo. Circa 65 milioni di persone in meno saranno esposte alle ondate di caldo eccezionali.

 

Tecnicamente si parla di tipping points (punti di non ritorno): una volta superate queste soglie critiche, si possono generare cambiamenti climatici di grande portata. Sono stati individuati per diversi ecosistemi, come le foreste, le calotte glaciali e le barriere coralline.

 

Ondate di caldo nella storia recente in Italia

La torrida estate 2022 ha stupito molti, perché il caldo è stato precoce, persistente e accompagnato nel nostro Paese da una siccità di portata secolare. Tre le altre ondate di caldo storiche in Italia, la più intensa e grave resta quella dell’estate 2003: iniziò a giugno, vide un parziale rallentamento a luglio e poi si inasprì nuovamente ad agosto. 

 

Anche l’estate del 1982 fu caratterizzata da due ondate di caldo estremo successive che interessarono tutt’Europa, Italia compresa: in tutto il Sud le temperature superarono a più riprese i 40 gradi centigradi, con un picco di 46 gradi a Catania.

 

Dopodiché, se andiamo ad analizzare gli ultimi vent’anni, scopriamo che le estati più roventi si sono tutte concentrate nell’ultimo decennio (2012, 2015, 2017, 2018 e 2019). L’unica registratasi tra il 2000 e il 2010 è, appunto, quella del 2003. Una testimonianza tangibile della crisi climatica in corso.

 

Possibili soluzioni all'ondata di calore

Ma cosa possiamo fare, nel concreto, per difenderci dalle ondate di caldo estremo? La grande missione che ci deve vedere tutti impegnati è, senza dubbio, quella di limitare le emissioni di gas serra: sono loro infatti a favorire il riscaldamento globale, di cui le heatwave sono una delle tante conseguenze. 

 

Paola Mercogliano, ricercatrice del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, ci invita anche a ripensare il nostro stile di vita per imparare a convivere con queste estati bollenti. "Ci comportiamo sempre come se quello che sta accadendo ora fosse semplicemente strano: in realtà è da tempo che andiamo in questa direzione, a partire dalle temperature dei mari che sono sempre più caldi”, spiega al quotidiano la Repubblica

 

“Spesso si pensa di risolvere la questione accendendo l'aria condizionata. Ecco, questo è quello che non è più possibile fare se vogliamo sopravvivere nelle estati future: non possiamo sempre ovviare ai problemi con soluzioni a breve termine”.

 

Alcuni piccoli accorgimenti che ciascuno di noi può mettere in atto sono: