Alternative alla carne: in arrivo la carne sintetica
Godersi un hamburger senza l’impatto etico e ambientale degli allevamenti. È un’esigenza sempre più diffusa, a cui la tecnologia risponde con soluzioni sempre più innovative.

Credit foto
©Konstantin Pelikh / 123rf.com
Addentare un hamburger, sentire in bocca il tipico sapore succulento della carne, ed essere sicuri al 100% del fatto che nemmeno un animale sia stato ucciso per finire nel panino. Fino a un decennio fa sembrava fantascienza, ora è un’esperienza che può provare chiunque, a un costo irrisorio. Anche in Italia.
Carne vegetale
Le proteine arrivano da soia e patate, i grassi dall’olio di cocco e girasole, la metilcellulosa tiene insieme il tutto. E il sapore? È merito dell’eme, una sostanza che si trova naturalmente sia nella carne animale sia nelle radici dei legumi. È la “formula magica” di Impossible Burger, che può essere assaggiato anche sotto forma di polpette e ragù.
Fondata nel 2011 in California, l’azienda ha convinto anche un colosso dei fast food del calibro di Burger King, che ha introdotto la carne vegetale prima negli Usa e, di recente, in 2400 ristoranti in tutt’Europa.
Il burger vegetale di Beyond Meat, invece, è un mix di piselli e altri legumi (fonti di proteine), barbabietole (che danno il colore rosso), oli vegetali e amido di patate (per raggiungere la consistenza giusta) e sali minerali.
Da subito sono stati disponibili nel reparto carne dei supermercati a stelle e strisce, come Target, per poi approdare anche nelle catene di fast food come Dunkin e A&W. In Italia la prima ad aggiudicarseli è stata la catena bolognese di hamburgerie WellDone.
Di fronte all’avanzata delle startup, un colosso come Nestlè non poteva stare a guardare. A settembre la multinazionale svizzera ha lanciato l’Incredible Burger, frutto di un anno di lavoro di quattro diversi centri di ricerca.
Carne in laboratorio
La prossima frontiera, però, potrebbe essere ancora più hi-tech. È quella dei cosiddetti “meat growers”, i coltivatori di carne sintetica in laboratorio, di cui parla un recente approfondimento pubblicato da Internazionale.
Israele, dove il 5% della popolazione si dichiara vegano, è la patria di diverse realtà di questo settore. Come Aleph Farm, che riesce a isolare le cellule staminali bovine e coltivarle in laboratorio fino a ottenere muscoli, grasso, vasi sanguigni e tessuti connettivi.
Ci vorranno ancora circa tre anni e mezzo prima di arrivare alla commercializzazione, continua l’articolo. Prima bisogna ultimare il processo di ricerca e sviluppo, che ha già consentito di abbattere tantissimo i costi iniziali, e ottenere il via libera da parte delle autorità.
Ma la carne sintetica è davvero la soluzione giusta per abbattere l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi? Uno studio pubblicato da Frontiers in Sustainable Food Systems solleva alcuni dubbi. Da un lato infatti ci sono le emissioni di metano degli allevamenti, dall’altro le emissioni di CO2 degli stabilimenti produttivi della carne hi tech. Se è vero che le prime hanno un impatto sul clima molto più elevato, è vero anche che permangono in atmosfera per soli 12 anni, mentre la CO2 rimane per millenni.
Sul futuro della nostra alimentazione, insomma, non è ancora detta l’ultima parola. Quel che è certo è che avremo a disposizione sempre più alternative per eliminare, o almeno sostituire in parte, l’insostenibile carne rossa. Il cammino della tecnologia è appena cominciato.