Calmare il nervosismo dei bambini
Calmare il nervosismo nei bambini ovvero come districarsi nella selva dei capricci. Non è semplice, ma possiamo e dobbiamo provarci

Qualche volta i bambini, anche i più piccoli, hanno reazioni nervose che sorprendono e disorientano i genitori. Però, poiché gli adulti siamo noi, sta a noi cercare il bandolo della matassa e anche trovarlo.
Sfoghi più o meno violenti e capricci hanno sempre una ragione, che la maggior parte delle volte non è quella esplicita.
Può esistere, cioè, un motivo più profondo dietro a una crisi isterica scatenata da un futili ragioni; compito del genitore è comprenderlo e aiutare il bambino a risolverlo. Sì: ma nel frattempo che si fa?
Come comportarsi per calmare il nervosismo dei bambini
Davanti a una crisi di nervi o a un capriccio violento è inutile farla lunga: bisogna dare risposte brevi e decise. È controindicato mostrarsi vulnerabili e cedere alle richieste del bambino che urla e si agita.
Nel libro “Il tuo bambino e l’aggressività” di T. Berry Brazelton e Joshua D. Sparrow, possiamo leggere: “Subito dopo la crisi di collera, durante la quale si è gettato a terra, il bambino avrà bisogno della protezione forte e rassicurante di braccia amorevoli… Ma nel bel mezzo di una crisi di collera, le coccole non servono. Il bambino è spaventato dalla propria perdita di controllo. Forse è per questo motivo che in alcuni casi fa le bizze ripetutamente, finché non impara a controllarsi”.
Più tardi, però, nei giorni e nelle settimane successive, quando il nervosismo sarà passato, potrà essere molto utile parlare con il bimbo e, da una parte spiegargli perché abbiano deciso di non assecondare il capriccio e, dall’altra, rassicurarlo sul nostro amore.
Ci sono situazioni in cui i bambini fanno capricci perché vivono un periodo di nervosismo causato da cambiamenti o situazioni che creano loro particolari disagi e insicurezze: la nascita di un fratello, l’inizio della scuola dell’infanzia o della primaria, l’aver cambiato casa o città, la separazione dei genitori.
In tutti questi casi, pur continuando a essere molto fermi nel momento del capriccio, occorre offrire una rassicurazione in più sul nostro affetto, quando il momento di nervosismo passa: qualche abbraccio, qualche bacio e qualche ti voglio bene in più aiuteranno certamente a contenere il suo nervosismo (e anche il nostro).
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L’importanza di saper dire no
Mostrare affetto ai nostri figli non significa assecondare tutti i lori capricci. Nell’Introduzione a “I no che aiutano a crescere” di Asha Philips, l’autrice scrive: “Penso che non dicendo no al momento giusto rischiamo di sottrarre possibilità e risorse a noi stessi e ai nostri cari; ci limitiamo troppo, non esercitando i nostri “muscoli emotivi”. Un no non è necessariamente un rifiuto dell’altro o una prevaricazione, ma può invece dimostrare la fiducia nella sua forza e nella sua capacità. È il necessario corollario del dire sì: entrambi sono importantissimi”.
L’incapacità di dire no ai figli è un male comune. Spesso noi genitori tendiamo a cedere per sfinimento ai capricci continui, e qualche volta assurdi, dei nostri figli. La stanchezza, però, purtroppo, è una condizione a cui non è concesso abbandonarsi, quando si è genitori.
Non vuol dire che non si può sbagliare, che non si può mai cedere, perché certe volte capita, ed è umano; significa soltanto che, come genitori, abbiamo il compito di mantenere il controllo e di non farci coinvolgere del nervosismo dei bambini, perché, citando ancora una volta Asha Philips, “raramente le concessioni fatte per quieto vivere si rivelano efficaci”.
Chi comanda in famiglia?
Nei capricci dei bambini, spesso, è presente una sfida: ti sfido per vedere chi è più forte. Ovviamente non è una gara tra noi e loro, ma dobbiamo mostrarci decisi; un genitore debole che dice sempre sì davanti ai capricci non aiuta i figli.
Lo psicoterapeuta Paolo Roccato, in uno speciale sui capricci, pubblicato sulla rivista UPPA di luglio 2013, scrive “Nei casi in cui col capriccio il bambino cerca di mettere alla prova la relazione per verificare se l’adulto è debole, fragile, inconsistente, o se riesce, invece, a essere forte e rassicurante, è necessario che l’adulto cerchi di rispondere (al momento e più ancora nei tempi successivi) in modi coerenti, chiari e rigorosi, che saranno quindi rassicuranti.”
La nostra debolezza di genitori, quindi, non solo non aiuta a risolvere il capriccio e il nervosismo dei bambini, ma rischia di disorientarli, ed è dunque controproducente.