Lagotto romagnolo, caratteristiche

Il Lagotto è definito il “re del tartufo”, unica razza riconosciuta dalla Federazione Cinofila Italiana per la ricerca del tartufo. Dall’aspetto rustico e robusto, il Lagotto si sta affermando anche come cane da compagnia e adatto alla pet-therapy.

Lagotto romagnolo

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Le origini del Lagotto Romagnolo

Come già riportato il Lagotto è una specie specializzata nella ricerca del tartufo. Si pensa possa avere origini molto antiche, considerata anche la sua morfologia un po’ arcaica e rustica. 

 

In alcune necropoli etrusche compaiono raffigurazioni di cani molto simili al Lagotto. Questa razza proviene da terre orientali e attraverso viaggi e scambi è arrivato fino in Italia, lungo le coste dell’Adriatico. In origine si trattava di un cane da acqua, piccolo, con pelo ispido e riccio.

 

Con la scomparsa degli Etruschi quei cani sono rimasti e diffusi attraverso l’epoca romana e medievale nelle valli di Comacchio e in Friuli. Si ritrovano rappresentazioni pittoriche negli affreschi del Palazzo Ducale di Mantova, in cui questi cani affiancavano i “lagotti o vallaroli” personaggi che accompagnavano i signori del tempo a caccia di selvaggina nelle lagune, o nella ricerca dei tartufi. 

 

Questi piccoli cani proteggevano la casa, la barca e riportavano le prede della cacciagione, anche tuffandosi in acqua a temperature rigide. Da questo deriva il loro nome, Lagotto. 

 

Con la bonifica delle paludi comacchesi la loro attività acquatica si è ridotta sempre più nel tempo, lasciando spazio all’attività di ricerca del tartufo. Nel tempo questa razza ha rischiato degenerazioni genetica a causa dell’incuria selettiva dei vallaroli. Negli anni 70 un gruppo di esperti cinofoli si è prodigata per recuperare la selezione dei Lagotti e ricostituirne il profilo genetico.

 

Morfologia del Lagotto

Si tratta di un cane di piccola taglia, può arrivare a pesare intorno ai 16 kg per un’altezza al garrese di massimo 48 cm, dalla struttura massiccia, ben proporzionata, di forma quasi squadrata, è tanto alto quanto lungo. 

 

Il mantello è lanoso, semiruvido con riccioli stretti, e fitto sottopelo, il pelo del Lagotto è anallergico, non subisce muta. I colori ammessi sono il bianco monocolore, bianco con macchie marroni o arancioni, marrone monocolore, roano focato. Alcuni esemplare presentano la maschera più scura o più chiara rispetto al colore del manto corporeo. 

 

La forma della testa è trapezoidale, gli occhi sono scuri e vispi. Il tartufo è voluminoso, con narici aperte dal colore marrone più o meno scuro. Le orecchie sono triangolari dalle punte arrotondate, generalmente abbassate, appena ritte se in condizione di attenzione. La coda è ricoperta di pelo ispido, larga alla base si assottiglia all’estremità.

 

Psicologia del Lagotto

Il Lagotto possiede un carattere riservato. E’ mite e sensibile, non ama essere rimproverato con toni alti della voce, nel caso si chiude e isola. E’ molto equilibrato e sa riconoscere le diverse situazioni e modulare i suoi comportamenti dal giocoso vivace al tranquillo, affettuoso. 

 

Il Lagotto si affeziona molto al suo proprietario e ama stargli vicino. E’ adatto a vivere in famiglia con bambini. E’ molto intelligente e risulta facile all’addestramento. Non possiede più istinti venatori, non tende a mordere e viene mosso solo da curiosità qualora sorpreso a rincorrere un topo.

 

Cura del Lagotto

Il Lagotto non necessita di cure particolari, ma una spazzolatura settimanale per mantenere il suo pelo in ordine è necessaria. Anche l’igiene costante delle orecchie è consigliata perché il pelo riccio sulla testa potrebbe essere veicolo di sporcizia e infezioni. 

 

Il Lagotto è tendenzialmente una razza resistente con un’aspettativa di vita dai 13 ai 16 anni. Potrebbe essere soggetto a displasia dell’anca e del gomito.