Orchidea, caratteristiche e coltivazione

Le orchidee sono piante tropicali particolarmente apprezzate per i loro splendidi fiori capaci di donare eleganza a qualsiasi ambiente della casa.
Coltivare le orchidee non è semplice ma se si rispettano le esigenze della pianta è possibile godere delle meravigliose fioriture delle orchidee di anno in anno.

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Orchidea, la pianta

Le orchidee sono splendide piante tropicali apprezzate soprattutto per l’eleganza e la bellezza dei fiori, meravigliosi e duraturi.

 

La famiglia delle orchidee include centinaia di generi che includono migliaia di specie, comprese le orchidee selvatiche, le orchidee rare e protette - delle quali è vietata la raccolta - e centinaia di specie coltivate, inclusi molti ibridi, con caratteristiche diverse.

 

Anche se siamo abituati a vedere spesso orchidee del genere Phalaenopsis, le orchidee più comuni, in natura esistono tantissime orchidee diverse, anche molto particolari, come:

  • L'orchidea nera (Encyclia cochleata);
  • l'orchidea cappotto di suora (Phaius tankervillaeae)


​​​​​​​entrambe dall'aspetto davvero molto particolare.


L'incredibile varietà di specie e ibridi consente di coltivare orchidee di forme e dimensioni diverse e con colorazioni dei fiori molto particolari, ma attenzione alle truffe, perché alcune comunissime orchidee bianche possono essere colorate aggiungendo colorante all'acqua di irrigazione, cosa che spesso accade per ottenere l'orchidea blu: lo si nota perché la colorazione blu o nera interessa anche parte dei fusti.

 

In genere l’orchidea presenta una rosetta di foglie carnose dalla foglia ovale e allungata, da cui si sviluppano uno o più fusti su cui sbocciano numerosi fiori. La forma, la grandezza e la consistenza delle foglie cambia però tra i vari generi e le varie specie.

La stessa cosa vale per i fiori che in alcune orchideesono minuscoli, mentre altre sono caratterizzate da fioriture più grandi e vistose.

 

Oltre alla dimensione, anche la forma del fiore può essere molto diversa: nella comune orchidea Phalaenopsis i fiori ricordano delle grandi farfalle mentre nell'orchidea mantide il fiore imita la posizione dell'omonimo insetto, la mantide regligiosa. 

 

Altro aspetto che differisce molto tra una varietà e l'altra è il colore dei fiori: i fiori delle orchidee possono infatti assumere innumerevoli sfumature dal bianco al blu, passando dal rosa al giallo e all’arancione, e molte varietà presentano inoltre fiori striati e maculati come in molte varietà di orchidea vanda.

 

Le orchidee fioriscono in periodi diversi dell’anno, a seconda della varietà, e generalmente i fiori persistono a lungo.

 

Purtroppo non è semplice far rifiorire un’orchidea, ma se si rispettano tutte le esigenze di posizione, substrato e irrigazione che abbiamo già visto, sarà più probabile assistere a una nuova fioritura.

 

Inoltre, per favorire le fioriture successive, lo stelo fiorale va tagliato sopra al primo o al secondo nodo dopo che tutti i fiori sono appassiti. In questo modo la pianta emetterà un nuovo stelo sul quale si svilupperanno nuovi boccioli l’anno successivo.

Le orchidee possono essere coltivate con successo in vaso e, rispettando le esigenze della pianta, si potrà godere dei loro bellissimi fiori ogni anno.

 

Storia dell’orchidea

Le orchidee vivono su questo Pianeta da diversi milioni di anni e sono apprezzate praticamente da sempre, non solo per la loro bellezza ed eleganza. 

 

Le orchidee del genere Vanilla, infatti, erano note già agli Aztechi per il gradevole sapore dei baccelli, usati per realizzare bevande aromatizzate.

 

Le orchidee crescono in tutto il mondo, specie nelle zone tropicali e sub tropicali in America centrale, Sudamerica, Asia, ma anche nelle regioni temperate del resto del mondo, dove sono diffuse in centinaia di generi e migliaia di specie. In Italia ad esempio, crescono spontanee quasi 200 specie appartenenti a quasi 30 generi diversi.

 

A classificare le orchidee fu Linneo, il padre della botanica, ma il nome orchidea comparve per la prima volta nei libri grazie a Teofrasto nel suo "De historia plantarum". Teofrasto chiamò le orchidee "orchis", che significa "testicoli" per via delle protuberanze tondeggianti che notò alla base delle radici.

 

La coltivazione delle orchidee a scopo ornamentale iniziò invece in Cina nel XI secolo e si diffuse nelle serre europee a partire dal XIV secolo, dunque qualche centinaio di anni dopo. A coltivare le orchidee nelle serre furono prima gli inglesi e gli olandesi, ma queste meravigliose piante conquistarono molto presto praticamente tutta Europa e il resto del mondo. 

 

Curare l’orchidea in vaso

Le orchidee sono piante abbastanza esigenti e non di semplice coltivazione. Tuttavia, con le dovute accortezze è possibile far crescere in modo rigoglioso le orchidee in vaso e riuscire ad ammirare le loro meravigliose fioriture di anno in anno.

 

Aspetti particolarmente importanti per la coltivazione delle orchidee in vaso sono il substrato, la posizione e le irrigazioni.

 

Il terriccio

Quando si acquista un’orchidea ci si accorge immediatamente della particolarità del vaso e del terriccio. Le orchidee infatti vengono sistemate in recipienti trasparenti senza terra, ma con un substrato di corteccia o di altri materiali in grado di drenare al meglio l’acqua, come l’argilla espansa. Fanno eccezione alcune varietà di orchidea, come la Ludisia discolor, che cresce in piena terra.

Le orchidee infatti si distinguono in:

  1. Epifite;
  2. litofite;
  3. terrestri.



​​​​​​​Le epifite non hanno bisogno di terra perché le loro radici assorbono acqua dall'umidità ambientale e dalle superfici cui sono a contatto, come muschi e cortecce: appartengono a questa categoria le orchidee più diffuse come le Phalaenopsis, ma anche le Cattleya, le Vanda e le Dendrobium.

 

Le orchidee litofite crescono invece tra le rocce, mentre le terresti come le Cymbidium e le Paphiopedilium e le Cymbidium hanno bisogno di un substrato di terra, molto ben drenato.

 

La maggior parte delle orchidee è però epifita e, dopo averne acquistato un esemplare, una volta a casa non occorre rinvasarle e interrare: il rinvaso delle orchidee va effettuato solo per le piante adulte se le radici escono dal contenitore, se la corteccia si decompone o nel caso in cui si rilevi la presenza di parassiti nel vaso.

 

Per uno sviluppo corretto delle orchidee è necessario concimare queste piante ogni quindici giorni circa, con un concime liquido specifico per orchidee da somministrare alla pianta lontano dalle irrigazioni.

 

Luce ed esposizione

Un’altra caratteristica delle orchidee da non sottovalutare è che si tratta di piante tropicali che temono in modo particolare il freddo, gli ambienti secchi e la scarsa luce.

 

L’orchidea andrà quindi collocata in casa durante i mesi invernali, in un luogo con molta luce ma al riparo dal sole, lontano da correnti d’aria.

 

Il luogo migliore per coltivare le orchidee in appartamento è il bagno, ma queste piante possono vivere anche in altre stanze della casa, a patto che venga garantita loro la giusta umidità.

 

Per creare un ambiente favorevole per l’orchidea, è preferibile farla crescere vicino ad altre piante, in grado di regolare l’umidità.

 

Normalmente l’orchidea viene venduta quando è già fiorita e per questo si tende a sistemarla in bella vista fino a che è in fiore, per poi spostarla quando i fiori appassiscono.

 

Le piante però non amano essere spostate e le orchidee soffrono in modo particolare i cambi di posizione. Il luogo in cui si sceglierà di collocare l’orchidea dovrà dunque essere quello definitivo, a meno che non ci si accorga di aver sbagliato posizione.

 

Se ad esempio i boccioli dell’orchidea cadono prima di schiudersi, la pianta andrà spostata in una zona più luminosa o umida, mentre se i fiori e le foglie appassiscono all'improvviso, significa che il luogo in cui si trova è eccessivamente freddo o esposto a correnti d’aria.

 

Quanto bagnare l'orchidea

Un aspetto molto importante nella coltivazione in vaso delle orchidee riguarda le irrigazioni che, se eseguite nel modo sbagliato, possono compromettere la crescita e la sopravvivenza della pianta. Le orchidee hanno bisogno di irrigazioni abbondanti durante i mesi più caldi, mentre d’inverno la necessità di acqua tende a diminuire.

 

Generalmente le irrigazioni vanno effettuate ogni due settimane nei mesi freddi e a giorni alterni d’estate, ma per capire quando bagnare l’orchidea occorre osservare le radici e soppesare il vaso: se le radici sono verdi e il vaso è pesante, l’orchidea non ha bisogno di acqua, mentre se l’apparato radicale appare grigio e il vaso risulta leggero, occorre bagnare la pianta. Anche l’aspetto delle foglie offre importanti informazioni sul bisogno di acqua della pianta: troppa acqua fa infatti ingiallire le foglie, mentre la carenza di acqua le fa raggrinzire.

 

Il modo migliore per innaffiare l’orchidea è quello di immergere il vaso in una bacinella di acqua, avendo cura di lasciare le foglie e i fiori fuori dall’acqua. L’operazione va eseguita al mattino e la pianta deve essere lasciata in ammollo per circa quindici minuti, dopodiché l’acqua andrà scolata completamente per almeno un’ora.

 

Per evitare di esporre l’orchidea al cloro e al calcare presenti nell’acqua del rubinetto, meglio irrigare la pianta con acqua piovana o demineralizzata. Poiché le orchidee necessitano di un ambiente umido, oltre a collocare la pianta accanto ad altre piante, nei mesi caldi è importante vaporizzare acqua sulle radici e intorno alla alle foglie, evitando accuratamente di bagnare i fiori e di creare ristagni d’acqua alla base delle foglie, che potrebbero marcire.

 

Per migliorare l’umidità ambientale è infine possibile sistemare dell’argilla espansa bagnata in un sottovaso e sistemare il vaso dell’orchidea sopra lo strato di argilla. Ovviamente l’argilla dovrà essere mantenuta bagnata.

 

Duplicazione e rinvaso

Come abbiamo già visto, il rinvaso delle orchidee è necessario solo quando si notano le radici fuoriuscire dal contenitore oppure se si notano parassiti all’interno del vaso o se la corteccia inizia a decomporsi. Il periodo migliore per rinvasare le piante, incluse le orchidee, è quando non sono in fiore.

 

Per rinvasare le orchidee è sufficiente procurarsi un vaso trasparente e della corteccia: una volta estratta la pianta dal vecchio contenitore, la si colloca in quello nuovo e si riempiono gli spazi con la corteccia. Successivamente si vaporizza acqua se necessario, sulle radici.

 

Alcune varietà di orchidea possono essere moltiplicate per talea, tecnica che può essere eseguita quando la pianta non è in fiore. Per duplicare le orchidee basta prelevare una o più porzioni delle pianta sviluppata, recidendo circa dieci centimetri di uno o più rami, sotto un nodo.

 

A questo punto la base della talea andrà avvolta nel muschio inumidito, che andrà tenuto fermo con dello spago. Le talee andranno poi sistemate in un vaso di plastica trasparente e lasciate per circa due settimane in un luogo luminoso ma non alla luce diretta del sole. Quando le talee avranno emesso nuove radici, potranno essere spostate nel loro vaso definitivo con la corteccia.

 

Tipi di orchidea

Come abbiamo visto, esistono circa 650 generi di orchidea che includono 25mila specie di piante. Molte di queste vengono coltivate a scopo ornamentale e sono particolarmente apprezzate per la loro bellezza ed eleganza.
 

 
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Phalaenopsis

L’orchidea Phalaenopsis è forse la più diffusa ed è una delle orchidee più comuni negli appartamenti.

 

Il nome significa "simile a una farfalla" e si riferisce alla forma del fiore, che in questa varietà è di grandi dimensioni e può avere colorazioni differenti dal bianco al rosa intenso, dal giallo al lilla, anche variegato e con sfumature diverse.

 

Questo tipo di orchidea fiorisce dall’autunno alla primavera e dopo la fioritura non è necessario eliminare lo stelo, poiché la pianta può produrre nuovi fiori sul medesimo stelo ogni anno.
 

dendrobium

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Dendrobium

L'orchidea Dendrobium è una pianta delicata, nota anche come orchidea bambù per via delle caratterisiche dello stelo.

 

Fiorisce dalla fine dell'inverno alla primavera e ha un fiore raffinato, che può essere bianco o rosa più o meno intenso, spesso profumato.
 

oncidium

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Oncidium

L'orchidea Oncidium ha dei particolari fiori che ricordano personaggi femminili con ampie gonne, motivo per cui è chiamata anche orchidea ballerina.

 

Rispetto ad altre orchidee, questa varietà riesce a resistere a temperature più basse, anche attorno ai 10°C, ma si coltiva comunque in appartamento dove riesce a crescere e svilupparsi.

 

Anche questo genere di orchidee include numerose varietà che si distinguono per la colorazione dei fiori, che possono essere gialli, arancioni, viola, spesso maculati.

 

cymbidium

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Cymbidium

Le orchidee Cymbidium hanno fiori grandi con sfumature:

  • Crema;
  • giallo;
  • bordeaux a seconda dalla varietà e foglie lunghe e sottili.

 

Oltre a essere note per la loro bellezza ed eleganza, queste orchidee sono conosciute per via della loro facilità di coltivazione.

 

Si tratta dunque delle orchidee giuste per chi ha poca esperienza con queste piante e vuole avvicinarsi al mondo delle orchidee.
 

Paphiopedilum

Al genere Paphiopedilum appartengono delle affascinanti varietà di orchidee asiatiche chiamate anche Pantofola di Venere, per via della particolare forma del fiore.

 

I fiori di queste orchidea hanno infatti quattro petali e una struttura a tasca o a sacco, chiamata labello.

 

Il colore del fiore varia in base alla varietà e la fioritura può essere molto lunga e durare fino a tre-quattro mesi.

 

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Cattleya

Il genere Cattleya include tante varietà di orchidea che differiscono per forma e colore del fiore.

 

Alcune tra queste orchidee hanno fiore rosa intenso, altre lilla o bianco e non mancano varietà con fiori arancioni, gialli o anche bicolore. Anche la dimensione del fiore può essere diversa, a seconda della varietà.

La Cattleya è considerata la regina delle orchidee e a questo genere è legata una leggenda.

 

La leggenda vuole che il fioriaio inglese Cattley salvò un carico di queste orchidee, facendolo diventare ricco e famoso.

 

Le orchidee venivano infatti importate dal Brasile dagli equipaggi delle navi militari e donate alla corte della reginaVittoria; poiché nessuno sapeva però coltivare le orchidee, le piante morivano dopo pochi giorni dall'arrivo.

 

Fu proprio Cattley a riuscire nell'impresa ma, quando le sue orchidee divennero troppe, costruì una serra perloro. Le serre non erano adatte alla crescita delle orchidee e morirono e il fioraio, che nel frattempo si era indebitato per costruirel, si tolse la vita.
 

cattleya

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Orchidee rare

La grande famiglia botanica delle orchidee include oltre 600 generi e circa 25-30 mila specie, ibridi compresi.

 

Tra le orchidee ne esistono alcune particolarmente rare e ricercate dai collezionisti, che appartengono a diversi generi. Sono ad esempio rare le orchidee del genere Angraecum e del genere Miltonia, così come quelle del genere Oncidium e del genere Riossoglossum.

 

Molte orchidee rare sono a rischio estinzione e risultano protette e può risultare difficile anche trovarle in commercio, se non a prezzi molto elevati.


Curiosità

L'orchidea oggi è sicuramente simbolo di bellezza, eleganza e raffinatezza e questa pianta è associata alla sensualità.

 

Anche in passato l'orchidea era legata alla sfera amorosa e sessuale. Un tempo si credeva che queste affascinanti piante avessero proprietà magiche e afrodisiache e le loro radici erano impiegate per creare pozioni d'amore e rimedi contro l'infertilità.

 

Un tempo possedere orchidee era anche sinonimo di ricchezza perché per poterle coltivare erano necessarie serre in grado di mantenere le giuste condizioni ambientali di temperatura ed umidità.

 

Oggi però il fiore dell'orchidea non è associato alla ricchezza materiale bensì a quella spiriturale: regalare un'orchidea a qualcuno significa augurare elevazione spirituale e armonia, un significato legato alla grazia e alla perfezione dei suoi fiori.

 

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