Medicina Integrata, descrizione e utilizzo

La medicina integrata è una medicina più dolce e naturale che tiene conto dell'individuo nella sua totalità.

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Autore: Federica Postiglione; Riprese e montaggio: Claudiu Rednic

 

Che cos’è la Medicina integrata?

Il termineMedicina Integrata” rappresenta un modello di lavoro in ambito naturale all'interno del quale l’integrazione è condizione necessaria per lo sviluppo di nuovi schemi terapeutici.

Un breve tuffo nella storia ci consente di comprendere l’evoluzione di questo termine: il fenomeno del “mondo alternativo” ha iniziato a diffondersi intorno agli anni Settanta in contemporanea con i grandi movimenti di contestazione giovanile tipici di quegli anni e ben presto ha interessato anche il campo medico.

E appunto in questo contesto, parecchi anni più tardi, si è affermato il termine di “Medicina Olistica” che ha dominato la scena per un lungo periodo.

Ma sia"alternativo" che "olistico", contenevano alcuni aspetti probabilmente troppo filosofeggianti, non eccessivamente graditi a chi voleva, e lo desidera tutt’oggi, dare dignità scientifica ad un mondo molto spesso relegato in un ambito secondario.

Per dare una svolta decisiva e ottenere il giusto riconoscimento alle discipline naturali in ambito terapeutico e scientifico si è poi passati al termine diMedicine non convenzionali” che ancora oggi rimane un valido appellativo che contiene appropriatamente l’universo delle terapie orientate verso il naturale.

Medicina Complementare” dona una nuova immagine al settore: essa è un complemento appunto alle metodiche tradizionali, non si oppone ai metodi classici ma desidera affiancarsi ad essi.
 

Come funziona la Medicina Integrata?

Tornando alla definizione di “Integrata”: questa medicina desidera costituire un polo di interessi comuni, quindi integrarsi con la Medicina Convenzionale, ma ha anche l’ambizioso progetto al suo interno, di riunire tutte le infinite e spesso differenti discipline che costituiscono il mondo del naturale.

Attualmente esistono oltre 150 tecniche terapeutiche differenti che compongono il panorama dell’offerta nel naturale e ogni cosiddetta macroarea si sta suddividendo in molte e interessanti derivazioni.
Un compito non da poco quello dell’integrazione, viste le numerose differenze fra chi si interessa di mondo naturale e chi invece pratica la medicina classica: i due mondi usano linguaggi e tecniche differenti che talvolta non collimano.

In linea di principio, l’approccio “integrato” ha nella valutazione della singola persona la sua assoluta unicità: la visione del paziente a 360 gradi è fondamentale in questo tipo di approccio.

Tutte le discipline che appartengono a quest’area hanno come fine ultimo la piena realizzazione dell’individuo e lo fanno preservando la sua integrità totale.

Dobbiamo pertanto curare tutti gli aspetti fisici della salute, senza mai dimenticare la loro assoluta unione con le problematiche relazionali e dell’animo, tipiche degli esseri umani.
 

Medicina Integrata e Medicina Naturale: nessi e differenze

Il modo di pensare all’interno della Medicina Integrata si basa in modo prevalente, ma non esclusivo, sull’uso di rimedi e tecniche che appartengono all’area del Naturale quindi non vi sono differenze sostanziali di approccio.
 

Che cosa cura la Medicina Integrata?

Essa si propone di rivolgersi a tutte le problematiche che non debbano per forza essere risolte con l’approccio chirurgico.

Quando ad esempio, l’intervento chirurgico non si può posporre, essa si affianca alle metodiche tradizionali nel tentativo di alleviare il più possibile le sofferenze del paziente.

Ma l’approccio integrato è molto valido nei casi in cui gli sforzi prodigati in ambito classico nella cura di una persona non abbiano dato i risultati sperati: essa si affianca e sostiene il malato.
Quindi, praticamente ogni patologia può essere validamente sostenuta con le tecniche di integrazione.
 

Per chi è utile?

Tutti possono accedere alla Medicina Integrata: essa contiene metodologie semplici e accessibili. Un po' di impegno personale e un minimo di approccio culturale migliorano decisamente la possibilità di successo terapeutico, che si ottiene accedendo all’enorme offerta formativa in questo ambito: qualche buon libro, qualche webinar o incontro con persone esperte può aiutare nell’apprendimento.

Anche perché qui la persona è al centro della questione: essa deve essere guidata in un processo di consapevolezza, dove l’incontro con il terapeuta possa essere esperienza formativa anche sul piano emozionale.

Non esiste una popolazione di esclusivo riferimento: chiunque nel corso della sua vita può beneficiare di un approccio “integrato”.
Secondo le ultime statistiche, pubblicate da Eurispes nel 2017 e riprese nel 2019, oltre un italiano su 5 fa uso di medicinali non convenzionali (+6,7% rispetto al 2012).

Quindi questi dati ci confermano una costante crescita di interesse nei confronti di qualcosa di meno invasivo per gestire la propria salute.

Vi è inoltre un crescente interesse al mercato “Green” e “Bio” come confermano i dati di crescita del settore. La quattordicesima edizione del “Rapporto Bio Bank” certifica la continua crescita di un settore che ha raggiunto un fatturato di 6,9 miliardi e dal 2011 segna un significativo +118%.


Le tecniche e i prodotti naturali sono particolarmente interessanti per quelle fasce di popolazione che potremmo definire sensibili, proprio perché vivono una situazione di vita delicata:

  • bambini;
  • anziani;
  • donne in gravidanza o allattamento.


In queste fasce di popolazione una soluzione più dolce è senz’altro un’ottima modalità di approccio poiché garantisce una migliore comprensione e cura dei peculiari meccanismi di adattamento tipici dell’età. Nelle persone con età avanzata consente di affrontare molte delle problematiche tipiche dell’invecchiamento come il periodo della menopausa, il decadimento dei tessuti e quello cognitivo e tutte le problematiche affettive connesse con l’avanzare dell’età.

Nei bambini e adolescenti un approccio integrato è ideale: le tecniche in uso danno maggior sicurezza di una condizione di rispetto dell’individuo e cercano di evitare approcci più invasivi su organismi in crescita.

Nelle donne in gravidanza i prodotti e le tecniche naturali danno una garanzia di assoluta minor invasività sia sulla madre che sul bambino e sono comunque efficaci.

Ma anche tutta la fascia di popolazione adulta può trarre vantaggi da un approccio integrato: in linea di massima si dovrebbe sempre tentare, almeno in prima battuta, di affrontare una patologia non grave con metodi più biologicamente orientati.
E si dovrebbe pensare che nelle fasi acute i farmaci e le tecniche chirurgiche siano insostituibili, mentre quando si entra a contatto con le problematiche croniche, ebbene lì, sia insostituibile la Medicina Integrata.

 

Come vivere la Medicina Integrata

Vivere l’integrazione è interpretare la salute in una chiave di lettura molto più vicina alle leggi naturali: con prodotti, tecniche e filosofie dedicate, senza dimenticare il contributo delle più recenti tecnologie.

Chi volesse vivere in modo integrato dovrebbe imparare a curarsi attraverso tutto ciò che di buono ha da offrirci la Natura:


e tanto altro e farlo in modo costante e consapevole. È importante chiedere consiglio a medici e terapeuti esperti nelle situazioni complesse e imparare col tempo a risolvere in modo casalingo i problemi più semplici.


Questo è il motivo per il quale il terapeuta integrato cerca di favorire il processo di introspezione: l’unico viaggio veramente importante è quello che avviene all’interno di noi stessi.


Nella comprensione dei raffinati meccanismi di comunicazione fra il mondo delle emozioni e la successiva risposta corporea sta il mondo della Medicina Integrata: dobbiamo comprendere che ogni “malattia” in realtà è una risposta a qualcosa.
Se facciamo una febbre probabilmente stiamo rispondendo a un attacco virale, ma talvolta anche a un colpo di freddo oppure ancora, essa arriva come conclusione “biologicamente opportuna” di un periodo di forte stress.

Qualcuno si stupirà di quest’ultima affermazione, tuttavia, dobbiamo pensare che l’andamento di tutte le malattie segue un equilibrio determinato da svariati fattori dei quali uno dei più importanti è il bilanciamento del Sistema Nervoso Autonomo costituito dalle due branche del Simpatico e del Parasimpatico.
Il Sistema del Simpatico dà risposte di eccitazione mentre il Parasimpatico smorza le risposte, quindi, va in inibizione:  se prendessimo come esempio un’automobile, il primo accelera, il secondo frena. Operando insieme, questi due sistemi ci consentono di rispondere validamente alle sollecitazioni esterne come vita, lavoro, famiglia e sport.

Il corpo alterna sempre queste due fasi, Simpatico e Parasimpatico e la salute sta solitamente nell’equilibrio fra di esse:

  1. il S.N. Simpatico ha il suo momento di maggior azione durante il giorno e ci tiene attivi e pronti a fuggire da un pericolo o ad inseguire una preda.
  2. Mentre il S.N. Parasimpatico si attiva durante la notte o nei momenti di riposo come succede solitamente in fase digestiva: da qui la necessità di non forzare il corpo, ad esempio, durante i primi momenti della digestione.


Se fossimo liberi di agire secondo natura la maggior parte delle persone farebbe volentieri una siesta dopo il pasto, cosa che di solito facciamo quando siamo in vacanza.

Così dovrebbe funzionare la salute: dopo un periodo di stress necessita una conseguente e naturale fase di controstress, dopo un’intensa attività fisica ci vuole un’adeguata fase di riposo.

Allo stesso modo, dovremmo agire in modo integrato. Ascoltando le esigenze di corpo e mente, curandoci con tecniche semplici vicine alla natura. In caso contrario, prima o poi il corpo potrebbe presentarci il conto: e lui, credetemi, ha memorie molto raffinate.
 

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