L'arteterapia, cos’è e quali benefici apporta

L’arteterapia è una metodologia che usa l’espressione artistica, corporea, musicale ecc. come strumento per sentirsi meglio e superare eventuali disagi. Può essere anche di ausilio a percorsi medici o psicoterapeutici. Scopriamo come funziona, come diventare arteterapeuta e come scegliere un professionista qualificato in Italia.

arteterapia

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L'arteterapia è un insieme di tecniche artistiche volte al recupero e alla crescita del soggetto e delle sue emozioni.

 

 

Arteterapia, cos'è

Per definizione, l’arteterapia utilizza come mezzi terapeutici l’insieme delle tecniche e delle metodologie utilizzate dalle attività artistiche visuali in senso esteso. Musica, danza e teatro, ma anche spettacoli di marionette, ideazione e narrazione di storie. Il tutto finalizzato al recupero e alla crescita del soggetto, incentrandosi sulla sua sfera emotiva, affettiva e relazionale.

 

L’arteterapia si caratterizza dunque come un approccio di sostegno non-verbale, mediante l’utilizzo di materiali artistici, basandosi sul presupposto secondo cui il processo creativo corrisponda a un miglioramento dello stato di benessere della persona, migliorandone la qualità del vissuto. 

 

L’utilizzo terapeutico dell’arte non ha tempo. Come disciplina, l’arteterapia nasce intorno agli anni Quaranta, grazie soprattutto ai contributi di Margaret Naumburg ed Edith Kramer, i cui testi rappresentano ancora oggi punti saldi nella letteratura sull’arteterapia contemporanea. La statunitense Margaret Naumburg, debitrice del pensiero di Freud e Jung, considerava le produzioni artistiche dei suoi pazienti quali comunicazioni simboliche di materiale inconscio poste in una forma diretta, utili nella risoluzione del transfert. L'arte arriva dove non può la parola.

 

Jung spingeva i propri pazienti a disegnare le loro immagini oniriche: “Dipingere ciò che vediamo davanti a noi è un’arte diversa dal dipingere ciò che vediamo dentro”. Il grande studioso considerava l’arte come una via di accesso all'inconscio, serbatoio di emozioni che devono essere portate alla luce.

 

Edith Kramer, invece, enfatizzava il potenziale terapeutico del processo creativo e il ruolo che il meccanismo di difesa della sublimazione giocava in tale esperienza.

L’arteterapia, come una nuova scuola psicoterapeutica, è formata da tre componenti:

  1. Uso delle tecniche artistiche a scopo terapeutico;
  2. approccio integrato con il training autogeno;
  3. costituzione eclettica, che ricollega la disciplina a psicanalisi, psicologia analitica, psicologia della Gestalt e analisi transazionale.

 

Arteterapia, la formazione

L’arteterapeuta non è un professionista sanitario. Opera in ambito culturale, educativo, socio-sanitario riabilitativo, sia individualmente sia in equipe con medici, psicologi o psicoterapeuti. 

 

La norma UNI 11592 definisce le conoscenze, abilità e competenze che questa figura professionale devono possedere (in conformità con il Quadro europeo delle qualifiche – EQF) e i compiti che svolge, identificando cinque profili professionali: arteterapeuta, danzamovimentoterapeuta, musicoterapeuta, teatroterapeuta e drammaterapeuta. 

 

Chi vuole intraprendere un corso di formazione in arteterapia può scegliere tra varie alternative in presenza, online o in modalità ibrida; per avere maggiori garanzie, è bene optare per i corsi di arteterapia riconosciuti dal Miur e/o che erogano crediti ECM.

 

 

Arteterapia, i benefici

Mediante l’arteterapia è possibile attivare risorse che ognuno di noi possiede, ossia quelle capacità di elaborare il proprio vissuto conferendogli una dimensione e una forma trasmissibile agli altri. Questo consente di incrementare la consapevolezza di sé, affrontare le difficoltà e controllare lo stress e le esperienze traumatiche. La creazione mediante materiale artistico permette al soggetto di esprimersi in modo non verbale, quindi senza utilizzare le barriere di difesa tipiche del linguaggio.

 

L’arteterapia viene utilizzata oggi in prevalenza nell’ambito educativo e formativo, spesso per migliorare le abilità comunicative e relazionali delle persone (le sedute sono sempre di gruppo). Inoltre, in ambito sanitario e riabilitativo, l’arteterapia si rivela efficace quando praticata in parallelo alla terapia usuale. Il disagio di un soggetto spesso viene facilmente fuori mediante le forme artistiche, consentendo una rapida ripresa e un efficace decorso durante un ricovero ospedaliero o una situazione di isolamento.

 

Per chi è utile l'arteterapia

L’arteterapia è rivolta a tutti. Per praticarla, non è necessario disporre di particolari abilità  o competenze artistiche e nemmeno di precedente esperienza. L’arte qui è “viscerale”.  Non c’è spazio per un giudizio di tipo estetico o per l’adesione a canoni stilistici. Ogni espressione dell’umanità, fosse anche un semplice segno o una linea colorata, rappresenta una genuina manifestazione di un sentire profondo di inestimabile valore.

 

Oltre a ciò, l’arteterapia viene utilizzata per la cura di diversi disturbi psichici e nel trattamento di portatori di handicap; risultati soddisfacenti si ottengono con il recupero dei tossicodipendenti e con i bambini o anziani per un miglioramento del rapporto mente-corpo. Infine, l’arteterapia è elettivamente indicata per coloro che soffrono di ansia e depressione.

 

Arteterapia per i bambini

I bambini, che danno istintivamente libero sfogo alle loro emozioni, vivono l’arte in maniera spontanea e giocosa, senza porsi troppe domande e godendone appieno. Per i bambini l'arteterapia è un'esperienza incredibile. Risulta benefica in particolare modo per i bambini autistici, con problematiche legate al linguaggio, con disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività (ADHD), con sindrome di down, che hanno subìto traumi o bullismo. Ma in realtà, come sostiene l’arteterapeuta e insegnante Faige Kobre, “Art therapy is for all kids, not only for troubled children” (“L’arteterapia è per tutti i bambini, non solo per quelli con problemi”).

 

L’arteterapia per i bambini rappresenta una via per parlare, senza dover usare le parole, delle paure, abusi, traumi e segreti. È un tipo di comunicazione non verbale per quei bambini che non vogliono o non possono trovare le parole in terapia. In effetti, l’arte e il gioco sono esperienze naturali. Rappresentano il modo in cui i bambini esplorano il mondo. Gli oggetti artistici diventano quindi per molti veri e propri veicoli che facilitano la comunicazione con tutti i linguaggi, l’espressione di sé, la guarigione delle ferite, l’autostima e l’integrazione sociale.

 

Arteterapia e autismo

Le sessioni di arteterapia si sono rivelate utili anche per i bambini affetti da autismo. La musicoterapia sembra particolarmente efficace, perché la musica, il canto e la danza rappresentano un mezzo più immediato, semplice e istintivo con cui il bambino può relazionarsi con il mondo esterno, sentendosi libero di esprimere la propria identità. Va da sé che l’arteterapia, da sola, non può “curare” l’autismo né nessun’altra patologia: si tratta di un ausilio a cui si può ricorrere coerentemente con il percorso medico e psicologico.

 

Arteterapia in ospedale 

L’arteterapia in ospedale è stata sperimentata a partire dagli anni Settanta, in particolar modo come arteterapia oncologica pediatrica. Per i bambini che vivono patologie così gravi e impattanti, infatti, la musicoterapia può servire ad alleviare la tensione e favorire il relax, mentre la terapia di espressione corporea aiuta a recuperare confidenza con il proprio organismo, anche metabolizzando gli eventuali mutamenti fisici subìti.

 

Arteterapia in Italia

In Italia l’arteterapia è una disciplina affermatasi piuttosto di recente e ancora “di nicchia”; chi vive nelle grandi città ad ogni modo non dovrebbe avere difficoltà a trovare un’associazione o un centro di arteterapia.

 

È difficile dire quanto costa una seduta di arteterapia, perché la risposta varia a seconda di chi lo eroga, della compresenza di altri professionisti sanitari e non, degli obiettivi terapeutici e della durata complessiva del percorso.

 

Esiste un’associazione professionale degli arteterapeuti, la già ricordata Apiart, che pubblica nel proprio sito l’elenco dei soci e le scuole riconosciute con certificazione di conformità alla norma Uni. È quindi una garanzia sia per chi cerca un arteterapeuta, sia per chi vuole diventare arteterapeuta ed è alla ricerca di una scuola valida.

 

La legge in Italia e all’estero

In Inghilterra, gli interventi di arteterapia vengono impostati da uno psicoanalista o da uno psichiatra caratterizzati da spiccate attitudini artistiche, corredate da un bagaglio teorico necessario alla “spersonalizzazione artistica”. In un’unica figura si riunisce dunque sia lo psicanalista che l’artista “maestro”. Questo è possibile solo dopo una specializzazione successiva alla laurea in psichiatria e psicoanalisi.

 

In Italia, l’arteterapia e le figure professionali annesse non godono ancora di tale prestigio. Esistono però diverse forme associative. L’Apiart (Associazione Professionale Italiana Arte Terapeuti), si pone la finalità di ottenere il riconoscimento legale sia del ruolo dell’arteterapeuta che delle scuole di formazione in arteterapia, confidando in un’omogeneità a livello nazionale nel pieno rispetto della libertà d’orientamento culturale, scientifico e metodologico delle scuole.

 

Interessante è l’approccio della Scuola di Musicarterapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo ideato da Stefania Guerra Lisi, disciplina formativa nella comunicazione e nell’espressione con finalità di ricerca, educazione, animazione, riabilitazione e appunto terapia. 

 

Curiosità sull'arteterapia

Lo studio dell’arteterapeuta è solitamente una grande stanza luminosa, piena di stimoli e, di per sé, sembra già un quadro: fogli, matite, pennarelli colorati, creta, plastilina, stoffa, gomitoli di lana, forbici, scotch, colla. Strani strumenti musicali e teli colorati. Grandi spazi per poter danzare o raccogliersi e rilassarsi ascoltando musica.

 

Non è però solo un posto dove giocare, esprimersi, sperimentare, ma è soprattutto un setting terapeutico: uno spazio rassicurante e di sostegno; un tempo definito in cui tutto ciò che avviene riceve un ordine, ha un significato e viene utilizzato per facilitare l'autoconsapevolezza, lo sviluppo emotivo, e/o per curare. 

 

Durante una seduta o un corso di arteterapia, i soggetti fanno, toccano, guardano, ascoltano. Creano una storia che rimane, con la quale confrontarsi, anche nel tempo: un’immagine non ha sempre lo stesso significato nel tempo, nemmeno per chi la crea.

 

Libri sull'arteterapia

Proponiamo alcuni consigli di lettura per chi vuole saperne di più su come funziona l’arteterapia.

  • Esercizi di creatività. 80 attività tratte dalle artiterapie per sviluppare le potenzialità creative, a cura di Salvo Pitruzzella e Claudio Bonanomi (FrancoAngeli)
  • Arteterapia a scuola, di Viviana Hutter (Armando editore)
  • La fabbrica dei colori. I laboratori di Hervè Tullet, di Hervè Tullet (L’Ippocampo ragazzi)
  • I laboratori esperienziali, di Laura Grignoli (FrancoAngeli)
  • Arteterapia. Acquarelli. Dipingere per sentirsi bene, di Jean Haines (Il Castello)
  • Pensare l’arteterapia. Riflessioni, contributi ed esperienze applicative, a cura di Giancarlo Santoni (FrancoAngeli)