Neo Tantra, di cosa si tratta

Il Tantra è una delle pratiche più antiche, ma allo stesso tempo controverse e poco comprese dalla nostra società occidentale. Il Neo Tantra avvicina maggiormente l’aspetto spirituale alla dimensione fisica, integrandone le energie e adeguando questa filosofia allo stile di vita dell'Occidente.

tantra

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Il tantra è una filosofia di vita e di cura di sé che coinvolge yoga, meditazione e altre pratiche.  Il Neo-tantra considera la meditazione durante l’unione sessuale una componente importante del percorso spirituale.

 

 
Quando si parla di Tantra si pensa subito al sesso tantrico o a pratiche misteriose ed esoteriche che sono state divulgate spesso in maniera errata: in realtà il tantrismo, che rappresenta un’importante tappa nell’evoluzione di tutte le principali religioni indiane, è una pratica rituale e profondamente spirituale, che ha come fine ultimo il risveglio della coscienza.
 
Il Neo-tantra, è il movimento con cui un’allieva del maestro Osho, Margot Anand, ha divulgato il concetto di Tantra nel mondo occidentale, illustrando un percorso spirituale che integra anche l’unione sessuale. 

Con Neo Tantra si indicano tutte quelle pratiche olistiche che mirano al benessere, all’armonia nella coppia e al raggiungimento del piacere.


Che cosa sono il tantra e il neotantra


Il significato di Tantra origina dalla radice sanscrita “tan”, che significa estendere o moltiplicare, e dal suffisso “tra”, che invece si può tradurre come strumento. La filosofia tantra è dunque quell’insieme di pratiche, tecniche o rituali utili ad espandere la coscienza umana. 
Spesso si utilizza l’immagine del tessuto, prodotto dall’intreccio di trama e ordito, per simboleggiare l’unione della coscienza universale con quella individuale e della forza maschile (Shiva) con quella femminile (Shakti), che sono alla base della ricerca del Tantra.
 
Nel Neo-tantra vengono presi in considerazione solo alcuni principi base dei testi tradizionali: quelli legati alla corrente filosofica non-duale e al tantrismo shivaita kashmiro, che possono essere  integrati con nozioni e metodi della psicologia umanistica, della sessuologia e del counseling di coppia e transpersonale, e vengono poi applicati vari modelli psicologici: gestaltico, rogersiano, bioenergetico, psico-corporeo, comportamentale, sistemico. 


Cenni storici sul tantra


Le origini del Tantra si fanno risalire al IV secolo d.C., sebbene le sue radici affondino nelle società matriarcali presenti nella valle dell’Indo intorno al 2000 a.C., incentrate sul culto della Dea Madre e del femminile.

Con l’invasione da parte delle tribù ariane e il passaggio a un’organizzazione patriarcale, che cambiò notevolmente concezioni religiose e visione della spiritualità, gli insegnamenti tantrici cominciarono a essere tramandati segretamente e in via orale per lungo tempo, dando così avvio a diverse scuole e correnti, per cui si può sentir parlare di Tantra buddhista, Tantra sciamanico, Tantra induista e così via.

I primi testi scritti relativi a questa pratica appaiono tra il VI e il VII secolo d.C., ma il Tantraloka (letteralmente “Luce sui Tantra”) del saggio kashmiro Abhinavagupta, composto intorno al X secolo, è una delle opere fondamentali e costituisce un trattato completo e sintetico su tutti gli aspetti delle pratiche tantriche.

Negli anni ottanta, Osho, guida spirituale indiana molto controversa, ha commentato il Vijnanabhairava Tantra, uno dei testi fondamentali della tradizione religiosa shivaista del Kashmir e l’ha analizzato da un punto di vista psicologico, non più solo filosofico.
Ha parlato esplicitamente delle pratiche sessuali legate al Tantra, aprendo la strada alla corrente che sarebbe nata di lì a poco, il Neo Tantra. 

Si è trattato di una vera e propria rivoluzione di pensiero, perchè il modello religioso che vedeva la ricerca spirituale disgiunta da qualsiasi forma di piacere, arrivava invece adesso ad includere il benessere sessuale nel percorso di crescita personale.
Margot Anand, allieva del Maestro Osho, ha fatto conoscere il neo pensiero e le moderne interpretazioni del Tantra in Occidente: metodi tratti dalla bioenergetica e dalla sessuologia esperienziale proposta da William Masters, sessuologo e ginecologo statunitense, Virginia Eshelman Johnson, psicologa statunitense, e dalla psichiatra statunitense Helen Singer Kaplan, si sono perfettamente integrati ai principi tantrici tradizionali.

 
Come funziona il tantra in chiave neotantrica?


Il Tantra si basa su una visione non duale, secondo la quale il divino non è qualcosa a cui aspirare all’esterno di noi, ma è parte stessa della nostra individualità: il percorso di ricerca si rivolge dunque all’interno, verso la realizzazione di questa unità.

Nel pensiero tantrico l’universo manifesto non è altro che l’espressione fisica e sensoriale dell’immanifesto: l’immersione e la piena conoscenza di tutto ciò che ci circonda è quindi l’unico modo per giungere a realizzare l’unione con ciò che non si vede e vivere in uno stato di serenità e beatitudine.

La strada per arrivare a questa profonda coscienza attraversa diversi livelli di consapevolezza, che secondo la tradizione tantrica si raggiungono accrescendo e canalizzando l’energia Kundalini, l’intelligenza primordiale che risiede in ciascuno.

Come in altri sistemi orientali, anche secondo la filosofia tantrica tutto ciò che esiste è originato dalla polarità, in particolare dalle due forze che prendono il nome di Shiva e Shakti e che rappresentano il principio maschile e quello femminile, l’immanifesto e il manifesto, l’aspetto solare e quello lunare, la coscienza e l’energia creatrice.

Anche se sono presenti delle tradizioni tantriche dette "saiva", che venerano Shiva come loro divinità principale, il tantrismo pone un accento particolare alla figura della Shakti e al culto della dea.

Non è un caso infatti che esista un vero e proprio pantheon di divinità femminili, la Mahavidya (da maha, grande, e vidya, conoscenza), che rappresentano i dieci pilastri fondamentali della conoscenza e le dieci energie che risiedono tanto nel micro quanto nel macrocosmo: 

  1. Kali
  2. Tara
  3. Sodashi, 
  4. Bhuvaneshvari
  5. Chinnamasta
  6. Bhairavi
  7. Dhumavati
  8. Bagalamukhi
  9. Matangi
  10. Kamala o Lakshmi

 Le Mahavidya si possono dividere in due gruppi:

  • "Benevole";
  • "Terrifiche”

in base alle caratteristiche della loro manifestazione e ciascuna di queste dee è associata ad un bija mantra, che il praticante può invocare nelle pratiche devozionali per aiutarlo a distruggere ed estirpare l’ignoranza e accrescere e approfondire la conoscenza e la consapevolezza.
 
A tutto questo il neo-tantra aggiunge che la meditazione durante l’unione sessuale tra uomo e donna sia una componente importante del percorso spirituale: in questa condizione tanto potente, l’essere umano è pienamente coinvolto nell’intensità della vita: con la mente, il corpo, i sentimenti, il piacere, l’eccitazione. La meditazione in posizione Maithuna  permette un’unione intima di corpo ed energia e l’unione delle energie maschile e femminile porta all’estasi.


Tantra, Tantrismo,Tantrika e Neo Tantra


Il termine tantrismo, che viene oggi comunemente utilizzato per indicare tutte le tradizioni tantriche, è in realtà assente dalla lingua sanscrita e da qualunque testo antico sull’argomento: è stato infatti introdotto in epoca moderna da alcuni studiosi occidentali, fra cui l’orientalista Sir John Woodroffe, che sotto lo pseudonimo di Arthur Avalon ha scritto all’inizio del Novecento alcuni dei testi più famosi sulla filosofia indiana, come "Il potere del serpente", dedicato alla Kundalini, e "Il Tantra della grande liberazione".
 
Tra le caratteristiche peculiari del Tantra yoga, si possono sottolineare due aspetti: in primo luogo il carattere di segretezza di tutte le dottrine e pratiche tantriche e, strettamente collegata a questa, l’importanza della figura del maestro spirituale, il guru, considerato come manifestazione divina, al quale i praticanti devono obbedienza e devozione. 

Nei testi della letteratura indiana dedicati al Tantra, il tantrika è colui che segue questo percorso spirituale, opposto a vaidika, chi invece osserva i precetti della tradizione vedica. Il tantrika ha come fine ultimo la moksa, ovvero la liberazione dal samsara, il ciclo delle rinascite, e il raggiungimento di una condizione spirituale superiore.  Gli strumenti che egli ha a disposizione in questo cammino di ricerca sono molti.
 
Il Tantra infatti prevede tra i suoi metodi: 

  • Pratiche fisiche di asana;
  • Esercizi di controllo del respiro (pranayama);
  • Tecniche di visualizzazione e meditazione attraverso gli yantra e i mandala;ù
  • Recitazione di mantra, sillabe o suoni sacri, portatori di significati profondi o forma fonica del divino (un esempio su tutti, il pranava mantra OM, il suono primordiale);
  • Le puja, ovvero le pratiche di culto e purificazione svolte in omaggio a una divinità;
  • Uso dei mudra, posizioni o gesti simbolici eseguiti con le mani.

 

Se il Tantra tradizionale ha come obiettivo supremo l’illuminazione, il Neo Tantra aspira al raggiungimento del benessere individuale e sessuale, all’armonia al piacere e all’estasi.
Il Neotantrismo non rinnega la tradizione, ma non si fossilizza su dogmatismi che appartengono ad una società antica e prettamente orientale. Il Neotantrismo integra e adatta in chiave sincretistica la tradizione alle nuove conoscenze moderne sulla neurofisiologia, sulla sessualità e sugli aspetti di tecniche meditative, introducendo nuovi rituali e nuove modalità per trasmettere la Via Tantrica.

 

Per chi è pensata la pratica del Tantra?


La pratica del Tantra yoga è utile a chiunque voglia approfondire in maniera olistica il rapporto tra corpo, mente e spirito, e rendere più sottile la propria percezione energetica. 
 

A livello fisico i benefici delle posizioni Tantra sono quelli specifici di ogni altra forma di yoga che preveda posizioni e tecniche di respirazione. In particolare:

  • maggiore mobilità articolare;
  • allungamento muscolare;
  • diminuzione dei fastidi alla schiena;
  • benefici per l’apparato respiratorio;
  • riduzione dell’ansia e dello stress;
  • miglioramento dell’umore.

Quali disturbi tratta il tantra?


La pratica del Tantra mira al raggiungimento di uno stato di equilibrio e armonia tra il corpo fisico e i corpi più sottili e spirituali, e può essere quindi molto utile nei casi in cui sia necessario lavorare su squilibri fisici oppure su sbilanciamenti energetici in eccesso o in difetto, che possono causare ad esempio stati di agitazione e ansia o, all’opposto, di apatia e depressione.
 
Per farlo, è molto importante lavorare sui 7 chakra principali, che sono centri energetici presenti lungo la sushumna, che coincide con la colonna vertebrale e rappresenta l’asse di risalita della Kundalini.
 

  1. Muladhara
  2. Svadhistana
  3. Manipura
  4. Anahata
  5. Vishuddi
  6. Ajna
  7. Sahasrara

 
A livello anatomico, i chakra sono collegati a organi e ghiandole, che vengono direttamente stimolati attraverso pratiche fisiche mirate, ma sono anche associati a forme, colori e suoni specifici, che possono essere utilizzati nelle pratiche meditative e nell’impiego di yantra, mandala e mantra.
 

Amore e sesso tantrico


In Occidente si è cominciato a parlare di Tantra soprattutto a partire dai movimenti New Age del 1960, in relazione alla rivoluzione sessuale e alla liberazione del corpo dalle repressioni culturali fino a quel momento in corso. 

Da quel momento il Tantra è stato spesso erroneamente visto solo come culto dell’estasi e del sesso, riducendone la portata filosofica e spirituale ad un insieme di tecniche volte a prolungare il piacere fisico e a raggiungere orgasmi più profondi.

Sebbene nel cosiddetto tantra della mano sinistra l’unione fisica tra uomo e donna, maithuna, sia una pratica descritta e prevista nei rituali tantrici, il suo significato e scopo è altro: si tratta infatti di un atto sacro, simbolo dell’unione energetica tra le forze maschile e femminile, Shiva e Shakti, necessaria per risvegliare l’energia della Kundalini e ascendere a stati di estasi e beatitudine ultraterreni. 

Nell’amore tantrico ci si dona e ci si apre senza inibizioni all’altro non solo nell’atto pratico dell’accoppiamento, ma anche e soprattutto attraverso un insieme di gesti, azioni e comportamenti volti a creare uno stato di totale armonia della coppia. 

È infatti molto importante preparare l’ambiente, che sia accogliente, caldo, con luci soffuse, e colori, profumi e suoni in grado di stimolare e acuire di tutti i sensi. E ancor di più dedicarsi tempo e attenzione, ad esempio attraverso l’uso del massaggio tantrico, ma anche coltivando uno scambio sincero e una comunicazione intima, utili ad avvicinare la mente oltre che i corpi.

 

Introduzione al tantra: i benefici della pratica

Cos'è il massaggio tantrico 

Come praticare il tantra