Dugongo, caratteristiche

Mammifero marino esclusivamente erbivoro, simile al Lamantino, il Dugongo è una specie estremamente preziosa per il funzionamento dell'ecosistema in cui vive. Eppure è un animale a rischio, inserito nella lista rossa dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e dichiarato funzionalmente estinto in Cina.

Dugongo

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Dugongo, animale acquatico 

Il dugongo (Dugong dugon) è un animale acquatico, il solo mammifero marino esclusivamente erbivoro. Appartiene all'ordine dei Sirenia ed è l'unica specie del genere Dugong e della famiglia Dugongidae.

Come viene chiamato il Dugongo? Un altro nome del Dugongo è “mucca del mare”, per via della sua dimensione, della conformazione del suo corpo e dalla modalità utilizzata per nutrirsi, brucando le piante marine sul fondale.

Nonostante la sua esistenza si svolga interamente in mare, il Dugongo è costretto a salire a galla periodicamente per prendere aria, come i cetacei.

Dopo l'inspirazione, la maggior parte dell'ossigeno viene fissata nella mioglobina dei muscoli, evitandogli embolie durante la risalita e permettendogli di restare sott'acqua per tempi molto lunghi.

Una piccola curiosità: si ritiene che gli avvistamenti di Dugongo da parte dei primi marinai abbiano dato origine ai racconti mitologici sulle sirene. 

 

Dugongo, caratteristiche e habitat

I Dugongo sono animali di grande mole, la cui lunghezza varia da circa 2 a 3,5 metri e il cui peso è compreso tra 250 e 450 kg.  

La loro struttura fisica, tozza e compatta, ha contribuito a far guadagnare a questi animali il soprannome, appunto, di “mucche di mare”. Possiedono una pinna caudale orizzontale, divisa in due lobi, cui si associa un corpo molto massiccio, provvisto di due ghiandole mammarie toraciche e di due grosse pinne anteriori appiattite. 

Gli arti anteriori sono pinne arrotondate, prive di unghie. Non ci sono arti posteriori, né alcun collo distinguibile.

Il muso è largo e setoloso, caratterizzato da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse labbra. Le setole spesse funzionano come peli sensoriali, utili fra l'altro per rilevare, discernere e manipolare il cibo. I maschi sono dotati di incisivi, simili a zanne.

La loro pelle - estremamente coriacea e resistente - è usata principalmente come accumulatore di materia grassa, utile come protezione termica durante la stagione invernale.

Dove si trova il Dugongo? L'areale di distribuzione del dugongo comprende almeno 37 nazioni, corrispondenti a zone tropicali e sub-tropicali dell'Oceano indiano e dell'Oceano Pacifico: dall'Australia, all'Indonesia, alla Thailandia, allo Sri Lanka, a diversi Paesi dell'Africa nord-orientale e della penisola araba sud-occidentale. Si ritiene che la densità di esemplari sia massima in corrispondenza delle coste settentrionali australiane e sulle sponde egiziane del Mar Rosso, mentre nelle altre aree sia molto contenuta. 

Quanti Dugongo ci sono al mondo? Risulta molto difficile stimare la popolazione mondiale dei Dugongo: i pochi rilevamenti segnalati sono dovuti ad avvistamenti saltuari, catture accidentali e racconti di pescatori locali, che non permettono un opportuno riscontro dal punto di vista scientifico e numerico.


 

Comportamento del Dugongo

I Dugongo vengono avvistati prevalentemente singolarmente o in coppia, tuttavia nel corso degli anni sono stati sporadicamente segnalati anche piccoli gruppi, o addirittura banchi di centinaia di esemplari.

Si tratta di animali sociali estremamente pigri, cui piace rilassarsi, cullati dal moto ondoso. La loro giornata è scandita dalla ricerca di alghe sottomarine, delle quali si cibano.

In genere resistono sott'acqua da uno a quattro minuti, ma possono rimanere immersi fino a sei-otto minuti, prima di riemergere in superficie per respirare. 


 

Alimentazione

Il Dugongo è il solo mammifero marino esclusivamente erbivoro. Si nutre di un grande quantitativo di fanerogame, piante sommerse che spesso si trovano in profondità, fino a circa 35-40 metri. 

L'attività di nutrirsi lo occupa per gran parte della giornata: utilizzando le sue labbra muscolose, strappa le foglie dal fondale, per poi depositarle tra le pinne anteriori, adoperate quasi come mani per reggere il cibo. 

Il Dugongo arriva a consumare fino a 30 kg di piante acquatiche al giorno.


 

La riproduzione

L'accoppiamento dei Dugongo è un'operazione molto lunga e lenta, che può durare anche diverse ore. Spesso la scelta del partner avviene secondo un rituale, attraverso il quale più maschi si contendono la stessa femmina, ma sono documentate anche altre tipologie di comportamento, come la libera scelta da parte della femmina del maschio con cui accoppiarsi.


Le femmine raggiungono la maturità e la fertilità sessuale a circa 10 anni e partoriscono ogni 3-7 anni.

Dopo una gestazione di 12 mesi nasce un solo cucciolo, che viene aiutato dalla madre a salire in superficie per il primo respiro. La madre provvede inoltre ad allattarlo per almeno un anno, periodo in cui il piccolo si nutre anche di alghe.


 

L'attività dell'uomo e il destino del Dugongo

Quanti anni vive il Dugongo? Il Dugongo è un animale di per sé molto longevo, capace di superare i 70 anni di età.

Tuttavia, a causa di predatori naturali particolarmente aggressivi (dalle orche, agli squali, ai coccodrilli), di un basso tasso di riproduzione e soprattutto di un'attività antropica che minaccia la vita dei Dugongo, questo mammifero marino è a rischio di estinzione.

Facile bersaglio per i cacciatori costieri, in passato è stato a lungo ricercato per la sua carne, l'olio, la pelle, le ossa e i denti. Ora i Dugongo sono legalmente protetti in tutto il loro areale, ma l'imprigionamento accidentale nelle reti da pesca e le collisioni con le barche continuano ad avere effetti negativi sulle popolazioni di una specie che fatica a compensare il suo tasso di mortalità.

Anche il surriscaldamento globale fa la sua parte: le piante di cui si nutrono i Dugongo, infatti, risentono fortemente dell’innalzamento dei mari e delle temperature provocati dal climate change.

L’equilibrio stesso delle fanerogame e del loro ecosistema dipende anche dalla presenza dei Dugongo che, con i loro escrementi, immettono nutrienti, assicurando il funzionamento di tutta la catena alimentare.

Il Dugongo è pericoloso? Normalmente il Dugongo - già difficile da avvistare - non è un animale territoriale e non costituisce un pericolo per l'uomo. Solo durante il periodo dell'accoppiamento, i maschi possono diventare aggressivi nei confronti di chi si avvicina.

 

2022: la Cina dichiara l'estinzione del Dugongo

I Dugongo hanno subito un grave declino della popolazione in Cina durante il ventesimo secolo, tanto che nel 2022 è stato dichiarato funzionalmente estinto sul territorio cinese. Ciò significa che esiste un numero di esemplari talmente esiguo (l'ultimo avvistamento risale al 2008) da non riuscire a garantire la sopravvivenza della specie. 

Nello studio "Functional extinction of dugongs in China", i ricercatori della Zoological Society of London hanno condotto un'indagine su vasta scala in quattro province cinesi, esaminando tutti i dati storici disponibili riguardanti la distribuzione passata dei Dugongo nelle acque cinesi.

Sulla base dei risultati ottenuti, lo studio fornisce la prova di un vero e proprio collasso della popolazione, in grado di determinare la perdita dell'importante specie megafaunale marina e la prima estinzione funzionale di un grande vertebrato, segnalata nelle acque marine cinesi. 

Questo rapido collasso documentato della popolazione funge anche da promemoria” si legge nell'abstract dell'analisi “che fa riflettere sul fatto che le estinzioni possono verificarsi prima che vengano sviluppate efficaci azioni di conservazione”.
 

 

Le altre specie a rischio

Il Dugongo è elencato come globalmente vulnerabile dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Lista rossa delle specie a rischio, l'elenco della IUCN rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il Pianeta.

Secondo tale lista, il Dugongo è solo un esempio fra le molte specie marine a rischio: almeno il 37% degli squali e delle razze del mondo, il 33% dei coralli di barriera, il 26% dei mammiferi e il 21% dei rettili sono minacciati di estinzione, messi all'angolo la pesca intensiva, perdita e degrado dell'habitat, inquinamento e surriscaldamento globale.

Nel suo report “Estinzioni: non mandiamo il pianeta in rosso”, l'associazione ambientalista ed animalista WWF analizza i dati forniti dagli esperti. La conclusione è univoca: siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, considerando le prime cinque come fenomeni appartenenti alle precedenti ere geologiche, con un tasso di estinzione di specie animali e vegetali 1.000 volte superiore a quello naturale.
 

 

Fonti