Scabbia: sintomi, cause e rimedi

Questa malattia della pelle provoca un forte prurito allergico e richiede tempo affinché il parassita della scabbia sia eliminato completamente. Scopriamo i sintomi, le cause, le modalità di contagio e i rimedi contro la scabbia.

Scabbia

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©Tharakorn Arunothai / 123rf.com

La scabbia è una malattia della pelle altamente contagiosa, da imputare a un acaro, l’acaro della scabbia, appunto, il cui nome scientifico risponde a Sarcoptes Scabiel Hominis, che porta lesioni cutanee simili a papule con prurito intenso.

 

Sintomi della scabbia

Il prurito è il primo sintomo, soprattutto nelle ore notturne, in zone ben localizzate. Visivamente la scabbia si manifesta con striature sottili, lunghe qualche millimetro. Vengono definite cunicoli scabbiosi e spesso a
causa dell’effetto meccanico del grattare si presentano come papule eritematose, con lesioni che distruggono i cunicoli ma che portano a noduli, ulcere e croste accompagnati da rash cutanei. 

 

I tempi di incubazione dal contagio dell’acaro sono circa 3 settimane. Il prurito è il viatico scatenante eventuali complicazioni, perché può portare a manifestazioni sempre più estese, fino a coinvolgere tutto il corpo con
vere e proprie reazioni allergiche.

 

I distretti corporei generalmente colpiti da scabbia sono gli spazi tra le dita, il polso, le ascelle, le pieghe sotto e tra i glutei, l’ombelico, i genitali esterni: tutte zone dove la pelle è più sottile e delicata e l’acaro può facilmente accedere e penetrare. 

 

Cause della scabbia

Come anticipato la scabbia è causata da un parassita, l’acaro Sarcoptes Scabiel Hominis, che scava nello strato più superficiale della pelle una sorta di cunicolo e se l’esemplare è femmina vi deposita ogni giorno 2 o 3 uova, che si schiudono dopo circa 4 giorni. 

 

Le larve che ne escono cercano vie alternative verso la superficie cutanea, maturano e dopo circa 15 giorni si accoppiano per andare a deporre ulteriori uova. Un acaro femmina può vivere fino a 6 settimane e arrivare a deporre fino a 50 uova, mentre il maschio muore subito dopo l’accoppiamento. Generalmente la proliferazione dell’acaro femmina arriva al massimo a 50 esemplari. 

 

La forma di questo parassita è ovoidale, di colore biancastro o grigio, è dotato di quattro zampe, quelle anteriori a ventosa, le posteriori con setole. Per crearsi i cunicoli sottocutanei l’acaro secerne in bocca sostanze cheratolitiche, cioè che sciolgono o strato corneo dell’epidermide, tali sostanze in aggiunta a scarti fecali causano il prurito intenso.

 

La diffusione della scabbia è favorita da scarse condizioni igieniche, ma non è una causa scatenante e quindi il contagio può considerarsi trasversale a fattori sociali, età e genere.

 

Il contagio da scabbia

L’acaro della scabbia può sopravvivere sugli oggetti fino a 4 o 5 giorni. Il contagio avviene per vie dirette, con contatto stretto e prolungato e l’infestazione avviene se trasmigrano maschio e femmina e la femmina carica di uova.

 

La trasmissione indiretta attraverso oggetti utilizzati dal “portatore” di scabbia, come asciugamani, lenzuola, indumenti vari è invece più limitata.

 

Rimedi contro la scabbia

Una volta diagnosticata, la scabbia deve essere notificata e interviene anche il Servizio di Igiene Pubblica per ricostruire l’excursus del contagio.

 

La cura prevede l’isolamento del paziente per almeno 24 ore dall’inizio della terapia, attivata con trattamenti locali, creme o lozioni acaricide, benzoato di benzile, a volte anche antibiotici. 

 

Prima dell’applicazione su tutto il corpo di questi preparati è consigliato un bagno caldo accompagnato da uno scrub intenso, per andare a snidare e rompere i vari cunicoli e renderli di facile contatto con i rimedi
farmaceutici. L’eradicazione di acari e uova può richiedere tempi lunghi, anche 2 o 3 settimane.

 

E’ importante igienizzare anche tutte le superfici e gli indumenti che sono stati contaminati. Lavaggi ad alte temperature, l’utilizzo di vapore e l’esposizione all’aria aperta consente di debellare la presenza
parassitaria.

 

Continuare a tenere la pelle ben pulita e disinfettata anche con rimedi naturali una volta terminata la cura aiuta a prevenire eventuali ricadute. Si possono utilizzare oli a base di calendula arricchiti di tea tree oil che
svolgono una sinergica azione antibatterica, lenitiva e disinfettante della cute.