Diastasi addominale: cos'è

Una conseguenza piuttosto comune della gravidanza, ma non solo, è la diastasi addominale. Una condizione che può essere risolta, attraverso appositi esercizi e la fisioterapia.

Addominali

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Cos'è la diastasi addominale

Spesso se ne sente parlare per la prima volta al corso preparto, perché è una conseguenza piuttosto comune della gravidanza, ma la diastasi addominale è una condizione che può interessare tutti, anche gli uomini.

 

Per capire di cosa si tratta, facciamo un piccolo ripasso di anatomia. Il muscolo retto dell’addome si estende al centro – appunto – dell’addome, a destra e a sinistra della cosiddetta linea alba, una fascia verticale di tessuto connettivo che parte dall’altezza dello sterno e arriva a quella del bacino. Nei fisici più in forma notiamo la cosiddetta “tartaruga” proprio perché l’addome è suddiviso in quadranti, verticalmente dalla linea alba e orizzontalmente dalle intersezioni tendinee.

 

La linea alba è molto resistente ma poco elastica. Se dunque viene sottoposta a sforzi eccessivi, come appunto la gravidanza o un repentino aumento di peso, può sfibrarsi o assottigliarsi e non tornare spontaneamente alle sue condizioni originarie

 

Si parla di diastasi addominale di grado lieve quando la separazione tra i retti addominali è inferiore ai 3 centimetri, di grado moderato quando è compresa tra i 3 e i 5 centimetri, di grado severo quando supera i 5 centimetri.

 

Questa condizione può avere innanzitutto conseguenze estetiche, perché si crea una protuberanza che può essere visibile dall’esterno. Altre conseguenze sono di tipo funzionale, perché la diastasi addominale può influenzare la stabilità del tronco e la postura. In molti casi, la diastasi addominale si accompagna anche alla comparsa di un’ernia ombelicale o epigastrica (cioè nella parte superiore dell’addome).

 

Diastasi addominale e gravidanza 

In gravidanza è fisiologico che si crei una diastasi addominale, perché la pancia subisce importanti modificazioni per poter accogliere il feto. Di norma si percepisce al tatto nel post-parto, ma tende a risolversi spontaneamente dopo la nascita del bambino. Se dura per più di otto settimane, è necessario sottoporsi ad accertamenti medici.   

 

Come evitare che si crei una diastasi addominale? Innanzitutto sono assolutamente sconsigliati i rimedi fai da te, soprattutto in una fase così delicata. Mantenersi attive e in forma durante la gravidanza è senza dubbio una buona idea; sono però da evitare gli esercizi che sforzano i retti addominali. In un’ottica di prevenzione della diastasi addominale, è molto utile anche la fisioterapia del pavimento pelvico, sia in gravidanza sia nel post parto.

 

Rimedi per la diastasi addominale

Se la diastasi addominale non si risolve spontaneamente, la fisioterapia può essere di grande aiuto perché rinforza la muscolatura, accelera il processo di recupero dei tessuti e aiuta a prendere coscienza del proprio corpo, eseguendo correttamente i movimenti. 

 

Alcune persone possono sentirsi più a proprio agio indossando una panciera: bisogna però sottolineare come questo sia un dispositivo esclusivamente contenitivo che non aiuta a recuperare il tono muscolare. 

 

Se questi rimedi naturali per la diastasi addominale non sono sufficienti, diventa necessario ricorrere a un intervento chirurgico: la procedura scelta dipende dalla gravità del disturbo.

 

Esercizi per la diastasi addominale

Quando si ha una diastasi addominale, bisogna astenersi da quei movimenti fisici che sforzano il retto dell’addome, come i sit up o i crunch completi, e prediligere piuttosto gli esercizi isometrici o di reclutamento del muscolo trasverso o degli obliqui. Anche lo yoga, il pilates, la ginnastica posturale e l’allenamento funzionale non intenso possono avere un impatto positivo.

 

In linea generale, allenarsi è utile purché si seguano le indicazioni di un fisioterapista o di un personal trainer che sappiano valutare le condizioni specifiche del (o della) paziente. Il fai da te può rivelarsi deleterio e controproducente.