Candida auris, cos'è e come si tratta

Candida auris. è un fungo resistente ai presidi antimicotici e di facile diffusione, monitorato dall'Oms e oggetto di studio e ricerca per trovare una cura efficace e limitare il contagio.

candida-auris

Credit foto
©U.S. Department of Health and Human services

Quando si parla di candida si sa che ci si addentra nel grande argomento delle micosi, difficili da eradicare, che spesso si "approfittano" di un abbassamento delle difese immunitarie per palesarsi, ma nel caso specifico la Candida auris necessita di una trattazione a parte.

 

 

 

Candida auris, cos'è

L’argomento è spinoso e sicuramente necessita di essere trattato in punta di penna, poiché questa forma di Candida è molto diversa dalla Candida albicans con cui molti possono essere entrati in contatto nel corso della loro vita, declinata sottoforma di candida intestinale o candida vaginale.

 

Tra i vari lieviti, infatti, esiste una specie di candida molto pericolosa, la Candida Auris  che può causare infezioni gravi e spesso letali, tanto che le è valso il nome di “fungo killer”. Ma di cosa si tratta esattamente?

 

La Candida auris è stata isolata per la prima volta in Giappone nel 2009 e progressivamente ha visto la sua diffusione un po’ in tutto il mondo. Questo fungo crea preoccupazione poiché è facilmente trasmissibile, ma soprattutto è multiresistente alle terapie antimicotiche conosciute ed è difficile da trattare in generale. Secondo fonti dell’OMS e dei CDC americani e britannici, Centers for Disease Control and Prevention, “per più di 1 paziente su 3 con un'infezione invasiva da Candida auris, la situazione può essere fatale". Il dato è allarmante. 

 

Il fungo della Candida auris provoca infezioni molto gravi, può risultare letale soprattutto in soggetti fragili come i neonati, gli anziani, gli immunodepressi o i malati cronici.


Dopo l’esperienza del Covid, il timore è che possa diffondersi proprio a partire da quei luoghi dove la fragilità sanitaria viene curata, negli ospedali e nelle case di cura. La Candida auris può diffondersi attraverso il contatto con pazienti affetti e superfici o apparecchiature contaminate.

 

Candida auris, sintomi iniziali

Difficile identificare la Candida auris poiché le caratteristiche di questo lievito non sono abbastanza peculiari da consentire di distinguerle da altre specie al solo esame microscopico.

Per confermare un sospetto di Candida auris è necessaria un'analisi PCR (reazione a catena della polimerasi) mirata oppure una coltura seguita dalla spettrometria di massa MALDI-TOF (desorbimento laser assistito da matrice/ionizzazione-tempo di volo). Se la diagnosi fosse ritardata o addirittura errata potrebbe essere molto pericoloso.

I sintomi iniziali da infezioni da Candida auris possono essere accompagnati da bruciore, difficoltà a deglutire, dolori muscolari, febbre e affaticamento, poi la sintomatologia più specifica dipende dall’area coinvolta e bersagliata:

  • Otite: l'infezione da Candida auris all'orecchio manifesta dolore  nel condotto uditivo, sensazione di “ovattamento”, drenaggio di secrezioni e nausea.
  • Infezioni del torrente ematico: viene proprio definito così il flusso sanguigno, laddove una diffusione di Candida auris potrebbe essere estremamente pericolosa. Questa condizione potenzialmente fatale si manifesta con presenza di febbre, brividi, dolore, stanchezza e malessere.
  • Infezioni di ferite, potrebbero essere lesioni facilmente attaccabili da Candida auris con conseguente infiammazione, arrossamento, fuoriuscita di pus dalla ferita, dolore, febbre.

 

Come è evidente sono sintomi comuni anche ad altri tipi di infezione e quindi di difficile diagnosi specifica. Inoltre, la cute e altre aree corporee possono essere colonizzate senza manifestazione di segni e sintomi.

 

Un campanello d’allarme empirico potrebbe essere una sintomatologia  febbrile che non risponde al trattamento antibiotico somministrato per una sospetta infezione batterica, ma anche in questo caso si possono aprire molti altri scenari.

 

Come si trasmette

Bisogna partire dal presupposto che la Candida auris può sopravvivere a lungo nell'ambiente e resistere ad alcuni disinfettanti comunemente usati, perché è in grado di formare un biofilm, e quindi preservarsi dall’azione disinfettante di perossido di idrogeno e clorexidina.

 

La Candida auris si trasmette attraverso:

  • contatto con superfici, attrezzature e dispositivi contaminati, dove può vivere a lungo.
  • contatto umano, da persona a persona, può colonizzare la pelle per più mesi.

 Il suo genoma, una volta isolato, è stato sequenziato e si è visto che nelle stanze dove erano ricoverati i pazienti affetti da Candida auris, il fungo era presente sul materasso, sul comodino, sul letto su altri arredi della camera, non necessariamente a portata di mano dei degenti e addirittura sul davanzale della finestra. Per disinfettare le aree contaminate sono risultati più efficaci soluzioni utili per debellare le spore di Clostridium difficile e la combinazione di antimicotici e composti fenolici.

 

Come si manifesta

Come già accennato i sintomi più comuni sono febbre e brividi che non migliorano dopo il trattamento antibiotico somministrato per sospetta infezione batterica. I distretti corporei coinvolti possono essere:

  • orecchie,
  • ferite,
  • sangue.

 

In base poi all’organo principalmente coinvolto, la sintomatologia può variare di molto, con possibili casi di mortalità:

  • infezioni delle vie urinarie;
  • polmoniti;
  • pericarditi e sepsi.


 

Candida auris: è allarme?

La preoccupazione nei confronti di questo tipo di infezione fungina è seria e i dati non sono confortanti: tra il 2020 e il 2021, i casi di Candida Auris nelle strutture sanitarie statunitensi hanno registrato un’impennata e continuano ad aumentare.

 

Si parla di “minaccia” data dalla resistenza antimicrobica della Candida auris e per i CDC l’allerta è alta: “Infections with Candida auris, an emerging fungus associated with high mortality rates, increased in the US from 476 clinical cases in 2019 to 1471 in 2021, according to a Centers for Disease Control and Prevention analysis of specimens collected during routine care. Colonization cases identified through screening increased more than 200% to 4041 screening cases in 2021, although the positivity rate of the screenings remained constant over time at about 8%”. [fonte: Jama Network, CDC: Candida auris Fungal Infections and Drug Resistance on the Rise firmato da Emily Harris].

 

Senza tradurre letteralmente tutto, i dati relativi all’incremento di più del 200% dei casi di positività nel giro di 2 anni sono emblematici e ravvisano la necessità di trovare degli argini efficaci a possibili pandemie.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha iscritto la Candida auris nella lista dei patogeni fungini prioritari per veicolare la ricerca, lo sviluppo di presidi e l’attenzione della pubblica sanità.

 

La causa della crescente preoccupazione è proprio legata al fatto che è resistente ai farmaci attualmente a disposizione. Gli organi di ricerca sanitaria internazionali in sintesi si sono espressi molto chiaramente:

  • Il CDC americano  ha definito la Candida auris una seria minaccia per la salute globale. [fonte: Emergence of Candida Auris: An International Call to Arms]
  • Lo European Centre for Disease Prevention and Control ha rimarcato la virulenza e la resistenza antimicotica, e la Candida auris rappresenta un rischio per i pazienti nelle strutture sanitarie in Europa.
  • L’Oms ha inserito Candida auris tra i 19 funghi più pericolosi per la salute pubblica e l’ha definita una malattia con elevata mortalità.
  • L'Istituto superiore della sanità (ISS) ha tradotto le linee guida dell'Oms.
  • Il ministero della Salute ha redatto una scheda informativa su Candida auris e diverse circolari aggiornate su approfondimenti.

 

Complicazioni

Dalle indicazioni guida del Ministero della Salute si può leggere che la Candida auris è generalmente resistente ai farmaci antifungini utilizzati per combattere le altre infezioni da Candida, “per cui, frequentemente si ricorre all’utilizzo di una particolare classe di farmaci, le echinocandine, a volte associandole ad altri farmaci con dosaggi molto elevati.” ed è necessario prolungare il trattamento per diverse settimane, a causa del rischio di mortalità molto elevato. Il paziente può rimanere colonizzato anche dopo il trattamento, quindi devono essere mantenute  tutte le misure di controllo dell’infezione, compreso il “no contact”.

 

Le statistiche riportano un esito fatale in circa un caso su tre, ma questo dato allarmante è stato registrato in casi di infezioni invasive in pazienti già severamente provati da altre condizioni, per cui è difficile stabilire il peso causale della mera Candida auris.

 

I soggetti a rischio

Gli organi di informazione accreditati in materia di salute pubblica già citati sopra, affermano che attualmente, il rischio di contrarre la candidosi da Candida Auris è molto basso per la maggior parte delle persone sane. A essere maggiormente esposti al pericolo sono pazienti immunocompromessi ricoverati nelle strutture sanitarie che utilizzano dispositivi medici invasivi come cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia ecc.) oppure versano già in condizione di grave malattia per altre patologie.

 

Le misure di prevenzione e controllo delle infezioni per queste categorie fragili dovrebbero essere un must. Va da sé, e purtroppo l’esperienza vissuta con il Covid lo attesta, in futuro, l'infezione potrebbe estendersi anche alle fasce sane della popolazione. La ricerca scientifica è concentrata nel trovare una chiave per disinnescare la Candida auris e contrastare gli effetti e prevenirne la diffusione.