Alimentazione macrobiotica: intervista a Sauro Ricci
Considerazioni sull’alimentazione macrobiotica, approfondimenti sul concetto di Yin e Yang

Tra fornelli e padelle, alghe, tofu e cereali, incontriamo Sauro Ricci, cuoco macrobiotico, etno-antropologo e artista marziale. Gli chiediamo qualcosa in più sull'alimentazione macrobiotica, dieta importata dal Giappone basata su una precisa visione filosofica che ruota intorno ai due principi vitali e simbolici conosciuti come Yin e Yang. Non si tratta di un semplice regime dietetico basato sul calcolo calorico, ma di una scelta di vita.
Partiamo dalla radice vera e propria, quella etimologica. Makròs significa grande e biòs vita.
L’alimentazione macrobiotica mira, per così dire, ad “allungare la vita”?
Credo che l’etimologia debba essere interpretata più in un senso moderno, quindi propongo “vita alla grande”. Una vita, quella di chi sceglie di alimentarsi con questa dieta, che riporta l’uomo a centrarsi su se stesso e sulla sua responsabilità nei confronti della salute, sia personale sia planetaria, il che, detto in due parole, porterebbe la persona a essere attore e non più spettatore della propria salute. Da questa prospettiva dico che l’attenzione più che alla quantità, è rivolta alla qualità. Dunque, a voi le conclusioni.
Sei chiamato a spiegare l’alimentazione macrobiotica riassumendola in un massimo di 3 principi base. Quali? Immagina di avere davanti a te una persona digiuna di qualsiasi informazione sulla cultura orientale.
La macrobiotica è una disciplina che si basa su semplici verità, o meglio, semplici principi.
Il primo è quello che gli antichi a partire da Ippocrate da Kos conoscevano bene, vale a dire che il cibo oltre che un piacere per i sensi, può essere una medicina.
Il secondo è quello di seguire i ritmi del cosmo, quindi le stagioni e gli alimenti che ognuna di queste ci offre. E questo è un principio molto importante perché consente al corpo di creare equilibrio in sé, e in relazione con l’ambiente che lo ospita.
Il terzo principio, che da modesto conoscitore della filosofia credo si possa ritrovare in molte scuole di pensiero, è quello che George Ohsawa riassunse nel suo “non credo”.
In altre parole, si tratta di quella diffidenza che porta alla critica e alla sperimentazione sulla propria pelle di quello che spesso ci fanno credere come “verità”. Portando questo assunto nella dieta potremmo tradurlo sia come un consiglio, sia come un invito alla verifica di quello che può essere mettersi a tavola secondo i principi di Yin e Yang.
Qual è la filosofia su cui poggia la macrobiotica?
La macrobiotica ha alla base il principio dello Yin e dello Yang, che sono i due “grandi poteri” con cui il Principio Unico manifesta la sua Forza Creativa. Il taoismo mira alla costruzione di un discorso cosmologico che teologico. La forza creativa, di cui dicevo sopra, viene cercata all’interno della natura, e non in qualche potenza esteriore, distinta dalle cose che essa crea.
Lo Yin e lo Yang sono forze opposte ma complementari, rappresentano una polarità, ma non una dualità assoluta, hanno necessità vitale l’uno dell’altro. Per usare una famosa frase di Ohsawa, “lo Yin e lo Yang sono le mani dell’universo”. Non si tratta solo di maschile e femminile, ma anche fisico e mente, intelletto ed emozione, corpo e spirito, luce e ombra, sole e luna, dinamico e statico, freddo e caldo e così via... Tra questi opposti non c’è antagonismo.
Un cuoco macrobiotico è anche un po’ un filosofo, quindi? È qualcuno che ha abbracciato una certa visione del mondo?
Credo che il pensiero abbia grande riflesso sulla materialità, e viceversa. Se penso al processo di cambiamento che ha avuto il mio modo di pensare la cucina e il mio modo di osservare il mondo, non posso che risponderti che nel cambiamento c’è sempre una certa variazione di prospettiva: si abbandona una certa forma di vita per acquisirne una nuova, credendola migliore.
Oltre ad essere cuoco macrobiotico, ti sei laureato in antropologia con una tesi sulla macrobiotica. Le tue mani e le meningi sono quindi ben radicate dentro questa filosofia. Lo studio sui libri ha migliorato le prestazioni ai fornelli?
Chiedilo a quei poveretti che mangiano quello che preparo! A me sembra di essere migliorato molto, ma si deve anche tenere conto che dall’altra parte ci dovrebbe essere una predisposizione del palato per apprezzare certi sapori…se si mangia di solito hamburger e patatine, dubito che si possa apprezzare il riso integrale con le verdure.
Non solo. Pratichi anche un’arte marziale dolce taoista, il tai chi chuan, una forma di meditazione in movimento che unisce la quiete del gesto all’efficacia del confronto con se stessi e l’altro. C’è un legame tra la disciplina che pratichi e la macrobiotica?
Il tai chi chuan è equilibrio del corpo, morbidezza del gesto, connessione con il corpo e con il cosmo che gira tutto attorno. La pratica insegna a distribuire il peso sul tacco o sulla punta, a decontrarre i muscoli usando nel movimento solo quelli necessari. In cucina ho attraversato un processo simile, ho iniziato a eliminare cibi dal sapore molto intenso, molto salato o molto dolce, troppo Yin o troppo Yang, che portano allo squilibrio, concentrandomi su elementi centrali e più equilibrati. Ho aggiunto sempre più colore al piatto, perché noi tutti siamo golosi, prima di tutto con lo sguardo, portando in esso toni armonici anche se spesso contrastanti. Infine ho cercato di mettere gli ultimi due ingredienti, l’amore e la fantasia.
Non c’è Yin senza Yang. Non ci sono pro senza contro; riusciresti a definire a grandi linee quali potrebbero essere gli aspetti positivi e quelli negativi di una dieta macrobiotica?
Gli aspetti positivi si racchiudono nel concetto di generale di “salute” che coinvolgono quindi il corpo e lo spirito, gli aspetti negativi sono la poca reperibilità di punti di ristoro che offrano una cucina macrobiotica e vegetariana, con la connessa difficoltà per chi è costretto a pranzare fuori quando casa lavora, difficoltà che comunque si supera agilmente con prepararsi un po’ di cibo in più la sera.
Ci regali una ricetta macrobiotica a tua scelta?
Ve ne regalo una facile facile per la colazione, dramma di molte persone che si avvicinano alla macrobiotica. Potete aggiungere sia malto e uvetta o frutta fresca, per una versione dolce, o qualche verdura che magari vi avanza dalla sera prima, per una versione salata.
CREMA DI RISO
Ingredienti
1 tazza di farina di riso
3 tazze di acqua
sale
2 cucchiai di olio di sesamo
Preparazione
Tostare in una pentola per qualche minuto la farina con l’olio, mescolando continuamente. Unire poi l’acqua ed il sale. Portare a ebollizione, coprire e cuocere per 20-30 minuti. Se si vuole accelerare la cottura si può usare semolino di riso.