Tiziano Terzani, una figura sempre più preziosa a cui ispirarsi

La vita, le opere e il messaggio pacifista del grande reporter italiano Tiziano Terzani.

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Biografia di Tiziano Terzani

C’è una figura che, a distanza di quasi un secolo dalla sua nascita, ancora è fonte di ispirazione per chiunque ambisca a fare il reporter, o anche – più semplicemente – per chiunque si rivolga alle altre culture con uno sguardo aperto e privo di pregiudizi. Stiamo parlando di Tiziano Terzani, grande giornalista e scrittore italiano vissuto tra il 1938 e il 2004.

 

Nato a Firenze da un partigiano comunista e una cappellaia cattolica, Terzani iniziò giovanissimo a collaborare con un quotidiano locale, come cronista sportivo. Nonostante grossi problemi familiari e di salute, si laureò in Giurisprudenza alla Normale di Pisa e nel 1962 si sposò con Angela Staude, che sarebbe rimasta al suo fianco per tutta la vita. 

 

Da neolaureato venne assunto alla Olivetti di Ivrea, dove ebbe la possibilità di viaggiare in tutto il mondo. Fu proprio durante una trasferta di lavoro che, nel 1967, raccolse materiale sull’apartheid in Sudafrica e lo trasformò nel suo primo reportage, pubblicato per la rivista di sinistra L’Astrolabio.

 

Iniziò così la sua lunga e fortunata carriera di giornalista. Grazie a una borsa di studio poté trasferirsi negli Stati Uniti, dove studiò Affari internazionali alla Columbia University di New York, viaggiò per tutto il paese e documentò le lotte dei movimenti neri, l’allunaggio dell’Apollo 11 e le proteste contro la guerra in Vietnam. Studiò anche la lingua e la storia cinese, maturando il desiderio di trasferirsi in Oriente.

 

Tornato in Italia, dove svolse il praticantato presso il quotidiano milanese il Giorno, continuò a coltivare il suo sogno di diventare corrispondente dall’estero. Riuscì a realizzarlo negli anni Settanta, quando il settimanale Der Spiegel gli offrì un contratto per coprire il sud-est asiatico. Da Singapore collaborò anche con l’Espresso, il Giorno, il Messaggero e la casa editrice Feltrinelli. 

 

Era nella capitale vietnamita Saigon (ora Ho Chi Minh) quando le forze comuniste presero il potere nel 1975, era a Shanghai quando morì Mao Zedong nel 1976, era in Cambogia durante la spietata dittatura di Pol Pot. Nel 1976, quando Eugenio Scalfari fondò la Repubblica, fu tra i primi collaboratori. Nel 1980 riuscì a concretizzare un desiderio che si portava dietro fin dagli anni dell’università, trasferendosi in pianta stabile a Pechino: all’epoca, era il primo corrispondente in loco di una rivista occidentale (Der Spiegel).

 

Continuò la sua vita di cronista viaggiatore. L’ultima parte della sua vita fu inevitabilmente segnata dalla malattia che lo colpì: dopo aver cercato invano una cura, spaziando tra gli ospedali più avanzati e la medicina tradizionale, finì per accettare serenamente anche l’idea della morte. Si spense nell’Appennino toscano nel 2004. 

 

Il pacifismo di Tiziano Terzani

Per la gran parte della sua carriera Terzani fu più noto all’estero che in patria, avendo collaborato prevalentemente per Der Spiegel. Ma ci fu un momento in particolare in cui la sua voce si trovò protagonista del dibattito pubblico. 

 

Accadde all’indomani degli attentati alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, quando la sua collega Oriana Fallaci espresse posizioni durissime sull’Islam (poi pubblicate nel volume La rabbia e l’orgoglio) e lui, come reazione, iniziò ad affidare al Corriere della sera le sue Lettere contro la guerra. Anch’esse sarebbero state poi raccolte in un libro omonimo.

 

Dopo essersi immerso all’interno di culture radicalmente diverse da quella in cui era cresciuto, Terzani invitava gli occidentali a guardare il presente con gli occhi degli altri. “Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo i soli protagonisti e i soli spettatori, e così, attraverso le nostre televisioni e i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore. Il mondo degli altri non viene mai rappresentato”, scriveva.

 

Questo – affermava – è l’unico modo per capire le ragioni profonde che stanno alla base del terrorismo e per ricostruire quell’armonia tra i popoli che era andata tragicamente perduta.

 

“Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. È una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d'aver davanti prima dell'11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all'inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta”, scrisse in una lettera rivolta a Oriana Fallaci. 

 

Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre più tali. […] Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor più terribile violenza – ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove –, alla nostra ne seguirà necessariamente una loro ancora più orribile e poi un'altra nostra e così via”.

 

I libri scritti da Tiziano Terzani 

Oltre a centinaia di articoli e reportage, Tiziano Terzani ha scritto anche diversi libri:

  • Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 (1973)
  • Giai Phong! La liberazione di Saigon (1976)
  • Holocaust in Kambodscha (1980)
  • La porta proibita (1984)
  • Buonanotte, Signor Lenin (1992)
  • Un indovino mi disse (1995)
  • In Asia (1998)
  • Lettere contro la guerra (2002)
  • Un altro giro di giostra (2004)

 

Tra le numerose opere pubblicate postume, degno di nota è La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita (2006), a cura del figlio Folco Terzani.

 

Film su Tiziano Terzani

Tra i film ispirati alla vita di Tiziano Terzani, o a cui lui stesso ha contribuito, ci sono:

  • Hôtel Continental. C'era una volta Saigon, diretto da Leandro Manfrini (1995)
  • Tiziano Terzani. Il kamikaze della pace, diretto da Leandro Manfrini e Willy Baggi (2002)
  • Anam il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani, diretto da Mario Zanot (2005)
  • La fine è il mio inizio, diretto da Jo Baier (2011)
  • Tiziano Terzani. Una vita sopra le righe, diretto da Maurizio Bernardi (2015)