Galeno

GALENO DI PERGAMO

 

Galeno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Galeno fu l’artefice della più completa forma di medicina mai concepita fino a quel momento, e la sua autorità egemonizzò la scienza medica occidentale, in tutti sensi, fino al XVI secolo

 

Galeno (Pergamo 130-200 d.C.) nasce da una famiglia di architetti e prima di focalizzarsi nello studio di medicina i suoi principali interessi, sono l’agricoltura, architettura, astronomia, astrologia e filosofia. All'età di 16 anni diventa therapeutes (con significato di addetto o socio) di Asclepio nel tempio locale. Dopo la morte del padre tra il 148-149 va a studiare a Smirne, poi a Corinto ed infine ad Alessandria. Nel 157 torna a Pergamo, dove lavora come medico alla scuola dei gladiatori per 3-4 anni, durante i quali si perfeziona sul trattamento dei traumi e delle ferite da combattimento che lui, più tardi, descriverà anatomicamente parlando, come le "finestre nel corpo".

Dal 162 in poi vive a Roma, dove si guadagna la reputazione di medico esperto acquisendo una vasta clientela e un'ottima fama. Uno dei suoi pazienti è il console Flavio Boezio, che lo introduce alla corte dell'imperatore Marco Aurelio, di cui in seguito sarà medico ufficiale.

Trascorre tutto il resto della vita nella corte imperiale, scrivendo e conducendo esperimenti. Per studiare anatomia e fisiologia effettua vivisezioni di numerosi animali. Molte delle sue opere e manoscritti sono andati distrutti nel 191, dal fuoco divampato nella biblioteca del Tempio della Pace a cui egli aveva li donatii.

Galeno riteneva che la filosofia dovesse essere parte indispensabile degli studi di medicina e infatti, nonostante sia di origine romana, si esprimeva principalmente in greco, la lingua parlata negli ambienti filosofici del tempo. Egli rimase l’autorità medica indiscussa per più di mille anni, tanto che dopo la sua morte, avvenuta nel 216 d.C. gli studi di anatomia e fisiologia si arrestarono. Sebbene non fosse cristiano, nei suoi scritti appaiono il credo in un solo dio ed il concetto che il corpo sia strumento dell’anima

 

Galeno e il completamento della teoria umorale

Galeno è considerato il più grande medico dell’antichità dopo Ippocrate. Egli sviluppò, riformulandone i principi, la Teoria Umorale, completandola con l’aspetto astrologico. Descrisse la dottrina dei quattro temperamenti (sanguigno, flemmatico, collerico, bilioso), che influenzerà per molti secoli la medicina, con il concetto di pneuma (il respiro e il tono) come "essenza della vita". Il pneuma è presente negli esseri viventi in tre forme: psichica, con sede nel cervello che si diffonde attraverso i nervi; vitale, presente nel cuore per poi diramarsi nelle arterie; e naturale, che risiede nel fegato e circola nelle vene.

Tuttavia, se da un lato ampliò e approfondì la metodica fisiologica, dall'altro finì per lasciarsi dominare dalle interpretazioni filosofico-speculative dell’epoca, ricorrendo alle tre forme del pneuma, viste come forze spirituali (animale, vitale e naturale), per spiegare il finalismo dell’organismo.

In anatomia, egli non fece solamente progredire la conoscenza dei dettagli del corpo umano, ma valorizzò per primo anche l’aspetto morfologico per l’interpretazione funzionale dei singoli organi: cercò di comprendere la loro funzione e l’utilità, rispetto alla forma con cui appaiono.

 

La medicina di Galeno

«Lo scopo dell'arte medica è la salute, il fine è ottenerla».

Galeno unì in modo sistematico la tradizionale teoria dei 4 elementi (aria acqua terra e fuoco) con la quella ippocratica dei quattro umori (sangue, flemma, bile nera, bile gialla) a cui aggiunse quattro pianeti (giove, luna, saturno, marte). Da tale sintesi derivò i quattro temperamenti umani: sanguigno, flemmatico, malinconico, bilioso) che condizionano gli aspetti della personalità e del comportamento dell’individuo. Questa dottrina insieme al concetto di pneuma influenzeranno per molti secoli tutta la medicina occidentale.

Per quanto riguarda invece la terapia, nel trattato Sui semplici, in ossequio alla tradizione ippocratica che sosteneva che nella natura c'è il rimedio di ogni male, parla di erbe e piante officinali aventi funzione terapeutica.

Infatti a Galeno è ricondotta la pratica di comporre i rimedi, miscelando estemporaneamente varie sostanze naturali a concentrazioni opportune, adattandole al singolo malato. Il termine preparazioni galeniche viene ancora oggi utilizzato per indicare quelle forme medicamentose mediante cui possono essere somministrati i principi attivi. L'aggettivo galenico, secondo il suo significato tradizionale, è quindi usato in ottemperanza a qualsiasi preparazione con attività terapeutica, indipendentemente dal luogo di produzione (farmacia o industria) o dalla forma farmaceutica (estratto, tintura, tisana ecc.). 

Di sua formulazione è il Galenos, una soluzione di alcol ed oppio che aveva effetti analgesici per quasi tutti i mali dell'epoca. Purtroppo però questo preparato aveva effetti collaterali perché rese dipendente dall'oppio l'imperatore Marco Aurelio.

Dal  momento che diede anche particolare valore alla clinica ed alla patologia, si può certamente dire che fu l’artefice della più completa forma di medicina mai concepita fino a quel momento. 

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