Konrad Lorenz, chi era

Zoologo ed etologo austriaco, Konrad Lorenz è considerato uno dei padri dell'etologia. Celebre per l'esperimento con l'ochetta Martina che portò alla definizione del concetto di imprinting, ottenne il premio Nobel e aprì la strada a una serie di importanti studi sul comportamento animale. Il suo approccio era basato sul rispetto di tutte le forme di vita che osservava lasciandole libere di muoversi in autonomia.

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©Nikolaas Tinbergen (a sinistra), Konrad Lorenz (a destra) : Max Planck Gesellschaft/ArchivFirst upload: 15:41, 16. Nov. 2007 by Gerbil, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org

 

 

Biografia di Konrad Lorenz

Konrad Zacharias Lorenz (Vienna, 1903 – Altenberg, 1989) è stato uno zoologo ed etologo austriaco. Ultimo figlio di una famiglia benestante, poté frequentare le migliori scuole, laureandosi in medicina a Vienna nel 1928. La sua passione, tuttavia, erano gli animali, che aveva imparato a conoscere e amare nella villa di famiglia ad Altenberg.

Dopo essersi laureato, nel 1933, anche in zoologia, dedicò la sua vita proprio all'osservazione degli animali. Grazie al suo alacre lavoro - da lui stesso definito come “ricerca comparata sul comportamento” - è considerato il fondatore della moderna etologia scientifica.

 

Nel 1973 ottenne il premio Nobel, insieme all’olandese Nikolaas Tinbergen e al tedesco Karl von Frisch, per i suoi studi sul comportamento animale. 

Pioniere dell'ambientalismo, scoprì l’apprendimento precoce - imprinting - in uccelli e mammiferi. Fu, inoltre, divulgatore scientifico e scrittore di argomenti filosofici


 

Konrad Lorenz tra i padri dell'etologia

Konrad Lorenz è considerato uno dei padri dell’etologia, ovvero dello studio del comportamento animale nel suo ambiente naturale. Sin dal 1935, elaborò il concetto di “imprinting”, apprendimento istintivo caratteristico di una specie, che appare non derivare dall’esperienza individuale. 

Tale forma di apprendimento precoce - presente negli uccelli - fu poi studiata anche in altri vertebrati, soprattutto nei mammiferi. Lorenz definì l’imprinting come "la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto", osservando che "nelle anatre selvatiche il processo di imprinting che ferma l’azione del seguire è ridotto a poche ore. Proprio per essere circoscritto a una determinata fase di sviluppo e per la sua irrevocabilità l’imprinting si differenzia da altre forme d’apprendimento".

La scoperta dello studioso aprì la strada a una serie di importanti studi etologici, tra cui la distinzione tra comportamenti innati e acquisiti, e influenzò pesantemente la teoria psicoanalitica dell’attaccamento.


 

Konrad Lorenz e l'ochetta Martina

In un suo celebre esperimento, Lorenz fece in modo di essere il primo essere scorto da un’ochetta neonata, covata in incubatrice. Potè constatare che la piccola, battezzata Martina, cominciò a seguirlo ovunque, cercandolo e riferendosi a lui come se fosse la sua vera madre. 

La vicenda dell'ochetta Martina trova spazio nel celeberrimo libro L'anello di Re Salomone, testo narrativo del 1949 nel quale Lorenz racconta le sue ricerche sul comportamento animale.

 

 

Qual è il senso dell'insegnamento di Lorenz

Diversamente da altri studiosi di comportamenti animali, che osservano gli esemplari di interesse in laboratorio, il metodo di Lorenz prevede un'osservazione in cui le bestiole siano libere di muoversi nella massima autonomia. L'assenza di costrizioni e divieti è parte del suo approccio, che mira a individuare comportamenti il più possibile naturali.

Lo studio degli animali esige una familiarità così immediata con il mondo animale, ma anche una pazienza così disumana, che non basterà a sostenerlo il solo interesse teorico se mancherà l’amore”.  Le parole di Lorenz, tratte dall’introduzione al libro L’anello di re Salomone, raccontano il significato che egli stesso attribuisce allo studio degli animali.

Osservarli esclusivamente con spirito scientifico e analitico, per lui, non era sufficiente: era necessaria una dose aggiuntiva di complicità, che potesse permettere allo studioso di essere accolto, accettato e, dunque, premiato con comportamenti autentici.


 

Konrad Lorenz e i cani

Per tutta la vita, i cani sono stati per Lorenz compagni amati e fedeli.

Proprio a loro è dedicata l'ultima parte de L'anello di re Salomone, nel quale le numerose osservazioni sul comportamento canino si alternano a considerazioni sullo stretto legame tra uomo e cane.

Le considerazioni di Lorenz trovano maggiore spazio e compimento nel libro E l'uomo incontrò il cane, pubblicato nel 1950. “Sia tua ambizione amare sempre più dell’altro, non essere mai secondo!” recita un passo del trattato. “Con gli esseri umani, in determinate circostanze, posso anche riuscire ad adempiere a questo comandamento, ma nei legami di amicizia che ho con i miei cani io sono invece, sempre, il secondo”.

Dalle considerazioni sulla stretta relazione fra umano e animale alle radici della fedeltà al padrone, all'educazione, al rapporto fra cani e bambini, alle accuse agli allevatori che selezionano gli aspetti delle razze canine in base alle mode: gli argomenti affrontati da Lorenz sono molteplici, e tradiscono un'affezione che va ben oltre il semplice interesse scientifico.