Piedi, patologie e salute

Vediamo da vicino come sono fatti i piedi, quali sono i disturbi più comuni che li interessano, le terapie per curarli, le discipline che ne migliorano funzionalità e stato generale.

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Descrizione anatomica dei piedi

Pieno di tronchi nervosi e muscolatura intrinseca ed estrinseca, il piede è un miracolo di ingegneria della natura, un dono di cui l’uomo può disporre per muoversi nello spazio. È grazie ai piedi che abbiamo assunto la struttura eretta e la postura verticale che ci caratterizzano come specie.

 

Le ossa che reggono tutti i carichi sono 26 e sono suddivise nelle tre parti del piede:

  • l’avampiede accoglie le ossa delle falangi e dei metatarsi; 
  • il mesopiede l’osso cuboide, i tre cuneiformi e lo scafoide tarsale; 
  • il retropiede l’osso astragalo (ricoperto per l’80% di cartilagine) e il calcagno. 

 

Funzionalità e benessere dei piedi

Al di là delle vere e proprie patologie, che approfondiremo più avanti, esistono diversi problemi che possono incidere sul benessere dei piedi.

 

  • Cattivo odore. Se il problema è il cattivo odore dei piedi, si può agire sul piano alimentare andando un po’ ad eliminare le farine bianche e i lieviti (la causa in riflessologia plantare viene associata alla disbiosi). Anche patologie come ipotiroidismo e diabete incidono sull’odore generale del piede e sul benessere di tutti gli arti inferiori.
    Quando dietro al cattivo odore non c’è la diagnosi di una patologia, si può agire con rimedi casalinghi come pediluvi a base di bicarbonato di sodio, aceto, tè nero.
    Anche un decotto a base di salvia è utile per i cattivi odori, lo stesso vale per il prezzemolo. Al pediluvio si può aggiungere anche del sale. Altro decotto molto utile è quello da effettuarsi con un pezzetto di zenzero.

 

  • Gonfiore. Quando il problema è il gonfiore ai piedi è meglio eliminare i cibi secchi e ricchi di sale, ricorrere a frullati con alimenti ricchi di potassio (senza latte e al massimo con aggiunta di zenzero). Sì a semi oleosi che contengono ottimi oli vegetali (mandorle, semi di girasole, noci, semi di zucca). 

 

  • Calli e duroni. Nel caso in cui il problema fosse quello di calli e duroni, si possono usare oli essenziali di lavanda o di geranio. Potete applicarli dopo il pediluvio. Anche il pediluvio a base di camomilla è un classico rimedio della nonna, infallibile.
    Anche il sale è fortemente curativo. Mettete due cucchiai di sale grosso nell’acqua calda per il pediluvio e lasciateli immersi per una ventina di minuti. Si può usare anche sale marino integrale o sali di Epsom
    Per mantenere i piedi morbidi, si può fare uno scrub casalingo schiacciando zucchero di canna e sale marino integrale, per poi mescolarli con qualche goccia di olio di mandorle.

 

 

  • Occhio di pernice. Molto simile ai calli, l’occhio di pernice è un ispessimento cutaneo che può essere duro (solitamente sul quinto dito) oppure molle (tra le dita, dove si crea un ambiente umido). Per curarli basta applicare gli appositi cerotti. Chi preferisce i rimedi naturali invece può utilizzare tea tree oil, estratto di semi di pompelmo, tintura di calendula o gel di aloe vera.

 

  • Vesciche. Quando si indossano scarpe troppo strette, scomode o rigide, il ripetuto sfregamento danneggia derma ed epidermide e fa sì che si raccolga il siero, formando una bolla di liquido. Le vesciche possono risultare molto fastidiose o addirittura dolorose. Possono essere bucate, ma solo dopo un’accurata disinfezione.

 

  • Verruca del piede. Sono piccole escrescenze tondeggianti di tessuto indurito; essendo provocate dal Papilloma virus, le verruche dei piedi (così come quelle delle mani) possono essere sottoposte a vari trattamenti, ma sono davvero difficili da debellare in modo definitivo. Tra i rimedi naturali più efficaci c’è il lattice di piante come il fico, la Celidonia e l’Euforbia.

 

  • Piede d’atleta. Si tratta di un’infezione micotica che colpisce la pianta dei piedi: prende questo nome perché è abbastanza comune essere contagiati dai funghi se si cammina a piedi scalzi in ambienti promiscui come gli spogliatoi di palestre e piscine. Il piede d’atleta può essere curato grazie ad appositi farmaci antimicotici.

 

Dolore al piede, le cause più frequenti

Le possibili problematiche siano davvero tante e diverse tra loro. Ma come si fa a distinguere la causa del dolore al piede? Possiamo fare una prima classificazione in base alla sede del dolore stesso.

 

Il dolore alla pianta del piede, per esempio, può essere causato da:

  • Metatarsalgia: interessa la parte anteriore del piede ed è dovuta a micro traumi reiterati nel tempo. Può capitare, per esempio, quando si indossano a lungo i tacchi.
  • Fascite plantare: molto frequente negli sportivi, è un’infiammazione al legamento arcuato e causa un dolore che interessa la zona verso il tallone ed è più intenso quando ci si rimette in piedi dopo essere stati seduti o sdraiati a lungo.
  • Neuroma di Morton: è una sofferenza del nervo che sta fra il terzo e il quarto dito, causata da una serie di microtraumi spesso dovuti alla conformazione del piede. Il dolore è simile a una scossa elettrica e insorge soprattutto all’appoggio; a riposo si attenua, ma può essere sostituito dal formicolio.

 

Se si percepisce dolore appoggiando il piede, invece, la causa potrebbe essere:

  • Distorsione alla caviglia: è uno dei traumi più comuni, nello sport e nella vita quotidiana. Dopo una caduta o una storta, il piede si gonfia, è dolente e può diventare livido. Se il dolore persiste anche dopo qualche giorno di riposo, con l’applicazione di ghiaccio e creme, è bene eseguire un approfondimento perché potrebbe esserci una microfrattura.
  • Spina calcaneare: è infiammazione che porta alla formazione di calcificazioni, dolorose soprattutto nella zona del tallone.

 

Il prurito ai piedi può essere invece dovuto a:

  • allergie;
  • infezioni batteriche;
  • infezioni micotiche (cioè funghi);
  • orticaria, dermatite o altri problemi dermatologici;
  • geloni.

 

Se invece il dolore è accompagnato da una ridotta mobilità del piede, il motivo può essere:

  • Alluce valgo: si tratta di una deformazione molto comune in cui la base dell’alluce è rivolta verso l’interno e il dito verso l’esterno. Provoca dolore e gonfiore e, con il tempo, limita i movimenti.
  • Artrosi del piede: è una malattia cronica che porta a una riduzione progressiva della cartilagine, con conseguente molto fastidiose. Provoca dolore (soprattutto durante i movimenti), gonfiore, arrossamento, scricchiolii, rigidità.

 

Le principali patologie a carico del piede

Alcune statistiche dell’American Podiatric Medical Association mostrano che circa il 72% degli americani soffre di problemi ai piedi nel corso della vita (come fascite plantare, disallineamento, ulcere dei piedi, piedi piatti, dolori ai piedi e schiacciamento dei nervi). 

 

Le principali patologie che possono colpire il piede sono:

  • l’alluce valgo;
  • l’alluce rigido;
  • varie deformità delle dita;
  • il neuroma di Morton (irritazione cronica dei nervi interdigitali dei piedi);
  • la fascite plantare; 
  • la spina calcaneare; 
  • il piede piatto;
  • il dito a martello;
  • la sindrome del tunnel tarsale;
  • la tallonite;
  • il piede diabetico;
  • la metatarsalgia;
  • l’infiammazione del tendine d’Achille;
  • l’artrite;
  • le distorsioni;
  • fratture e microfratture.

 

Esercizi e scarpe

Quanti di noi si allenano regolarmente, alternando cardio e tonificazione, ma trascurando sistematicamente i piedi? Ebbene sì, esistono esercizi ad hoc per mantenere tonici, forti e flessibili i piedi. Eccone alcuni:

 

  • Da seduti, allargare le dita dei piedi il più possibile, mantenere la posizione per dieci secondi e poi riportarle al punto di partenza.
  • Sempre da seduti, appoggiare il piede sul ginocchio opposto, spingere con le mani l’alluce verso la caviglia e mantenere la posizione per dieci secondi, massaggiando l’arco del piede con l’altra mano.
  • Far rotolare la pianta del piede su una pallina dura.
  • Dalla posizione eretta, spostare il proprio peso sul lato esterno del piede, fare qualche passo, poi spostare il peso verso il lato interno e ripetere.
  • Prendere l’alluce tra due dita e fare delle circonduzioni.
  • Sdraiati per terra a pancia in su, piegare le gambe e appoggiare i piedi sul muro, sollevando una dopo l’altra le varie parti di appoggio.

 

Anche la scelta delle scarpe è cruciale per il benessere del piede. Ecco, in breve, alcuni consigli:

  • Ben venga comprare un paio di scarpe facendosi guidare dal loro aspetto estetico e dai trend del momento, purché sia comodo e adatto alla forma del proprio piede.
  • Se si gradisce indossare scarpe con il tacco, assicurarsi che siano provviste di plateau.
  • Le scarpe rasoterra (ballerine e sneakers) possono andare bene per occasioni in cui si passa molto tempo seduti: per lo sport e le lunghe camminate sono assolutamente da evitare.
  • Non indossare scarpe troppo strette. Se si è indecisi tra due numeri, meglio optare per quello più grande, assicurandosi che ci sia un po’ di spazio per muovere le dita.
  • Controllare periodicamente lo stato delle suole. Se sono usurate non è detto che la scarpa sia da buttare nella spazzatura, perché un calzolaio le può risuolare con una spesa irrisoria (ed evitando inutili sprechi).
  • Se si pratica sport, scegliere scarpe adatte a quella specifica tipologia di allenamento.
  • Le scarpe da running vanno sostituite periodicamente, di norma ogni 650-800 km; in caso contrario, infatti, il rivestimento inizia a cedere esponendo il piede e le articolazioni a micro-traumi.

 

Riflessologia plantare

La riflessologia plantare è una tecnica mediante la quale si ristabilisce l’equilibrio energetico del corpo, servendosi di un particolare tipo di massaggio che, attraverso la stimolazione e compressione di specifici punti di riflesso sui piedi, relazionati energicamente con organi e apparati, consente di esercitare un’azione preventiva e d’intervento su eventuali squilibri dell’organismo. 

L’esordio della riflessologia plantare viene fatto risalire alle antiche civiltà, soprattutto orientali. Tuttavia, documenti di vario tipo ci indicano che questa tecnica venisse praticata anche dalle civiltà precolombiane e dai pellerossa. La rappresentazione di un feto nel piede è presente in un graffito di 6.000 anni fa scoperto in Valcamonica.

La disciplina si sviluppa attraverso gli studi di Ivan P. Pavlov. All’inizio del Novecento, per merito di un otorinolaringoiatra statunitense, William Fitzgerald, si cominciano a codificare alcuni concetti in tema di riflessologia plantare. A sviluppare poi i concetti del maestro è soprattutto la fisioterapistaEunice Ingham, oggi considerata la vera fondatrice della moderna riflessoterapia, basata sullo sfruttamento di una mappa dettagliata delle zone riflesse localizzabili sul piede umano

 

 

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