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Olio di arnica: il rimedio naturale contro i traumi

Conosciuta come "tabacco di montagna", in quanto le foglie essiccate venivano usate come tabacco da naso, l’arnica è citata per la prima volta da Ildegarda di Bingen contro contusioni ed ecchimosi grazie alle potenti virtù antinfiammatorie e analgesiche del suo olio

Olio di arnica: il rimedio naturale contro i traumi

L’olio di arnica è un oleolito ottenuto dalla macerazione dei fiori di Arnica montana in un olio vegetale.

Gli antichi ignoravano del tutto questa pianta, poiché cresce soltanto in alta montagna. Come riporta il Dizionario di fitoterapia e piante medicinali di Enrica Campanini, la prima a citarla per il trattamento di contusioni ed ecchimosi è Ildegarda di Bingen (1098-1179). 

La religiosa e naturalista tedesca infatti raccoglie nell'opera De arboris le proprietà di circa 250 piante. Molte di esse, come appunto l'arnica ma anche la pilosella, sono state segnalate proprio da lei per la prima volta.

L’arnica è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Composite. In fitoterapia si impiegano i suoi fiori, completamente gialli e a forma di margherita. Da essi infatti si ottiene l'estratto secco titolato in rutina minimo 1%.

L'arnica è destinata soltanto all'uso esterno, prevalentemente sotto forma di pomate, creme o gel, preparati con una percentuale che va dal 10 al 30% del suo oleolito.

 

Come si prepara l’olio di arnica

Per fare l'olio di arnica servono i fiori raccolti nel loro tempo balsamico, vale a dire nel cuore dell'estate. È proprio il calore del sole infatti a donare alla pianta il suo caratteristico colore giallo-arancione.

Per preparare l'olio di arnica, per prima cosa bisogna mettere i capolini essiccati dell’arnica in un barattolo di vetro, riempiendolo per tre quarti. Quindi, si colma il contenitore con l’olio di mandorle dolci.

Il barattolo va conservato per circa un mese in un luogo fresco e buio. Terminata questa fase di macerazione, si passa al filtraggio dell’olio.

Con l’aiuto di un colino, si versa l'oleolito in modo da eliminare i capolini. Poiché tutte le sostanze terapeutiche si concentrano nei capolini, è bene fare pressione su di essi con un cucchiaio.

Chi desidera un olio purissimo può procedere a un secondo filtraggio con una garza di cotone, che cattura le ultime impurità. 

 

Proprietà e benefici dell'olio di arnica

L'olio di arnica è molto prezioso perché è un analgesico e antinfiammatorio naturale, che agisce sui traumi del sistema circolatorio, dei muscoli, delle ossa e delle articolazioni. Oltre a ridurre il dolore, favorisce il riassorbimento di ematomi ed edemi, riducendo rapidamente il gonfiore.

Queste proprietà gli vengono conferite dal suo alto contenuto di flavonoidi, triterpeni e lattoni sesquiterpenici.

Il suo impiego è indicato in tutte le situazioni in cui solitamente si mette del ghiaccio (cadute, fratture, lussazioni, incidenti) per evitare la formazione di un versamento. Risulta molto efficace anche su:

> strappi e stiramenti muscolari;

> distorsioni;

> contusioni;

> flebiti;

> dolori articolari caratterizzati anche da infiammazione e gonfiore;

> reumatismi;

Infine:

> grazie alla sua azione antinfiammatoria e astringente sul sistema circolatorio, aiuta a sfiammare e far rientrare i vasi in caso di vene varicose;

> per la stessa ragione è impiegato anche sulle emorroidi.

Si possono versare poche gocce di olio di arnica direttamente sulla zona interessata, o si può scegliere di diluirlo ulteriormente in un olio da massaggio.

Prima o dopo l'attività sportiva, tanto più se all'aperto, l'olio di arnica è ideale per donare energia alle membra stanche e doloranti.


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Controindicazioni dell'olio di arnica

È bene comunque prestare la dovuta attenzione, perché l'arnica può prefentare effetti collaterali e controindicazioni.

L’olio di arnica deve essere utilizzato solo per via esterna. Se ingerita, infatti, questa pianta può provocare disturbi al fegato, gastrite, nausea, vomito, enterocoliti, mal di testa, pressione bassa e palpitazioni.

Anche la crema per uso esterno non va applicata su ferite aperte, poiché provocare arrossamenti e irritazioni. L'elenalina potrebbe provocare dermatite da contatto a individui particolarmente sensibili. 

 

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Immagine | Thomas Ribière