Tai chi chuan: cos'è e a cosa serve

Il Tai chi chuan è una disciplina antichissima, diffusa in tutto il mondo e praticata a tutte le età. La sua grande popolarità, che l’ha fatta conoscere in Occidente come tipica ginnastica cinese, non deve far dimenticare la sua vera origine di arte marziale. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle sue origini e sui suoi benefici.

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Cos'è il Tai Chi Chuan?

Le arti marziali, fra cui quelle cinesi, si classificano in interne ed esterne, per identificare rispettivamente gli stili in cui prevale un approccio spirituale e quelli in cui invece si lavorano di più la forza, la potenza e la velocità.

 

Il Tai chi chuan (o tàijíquán) fa parte del primo gruppo e infatti, più che un’arte marziale di combattimento, con i suoi gesti fluidi e lenti ricorda piuttosto una meditazione in movimento.

 

Il concetto di "tàijí" si rifà alla costante alternanza dei principi Yin e Yang e viene tradotto come culmine supremo, grande assoluto, suprema polarità o grande termine, mentre chuan significa pugno, lotta, e riporta alla mente le origini marziali della disciplina tai chi. Il Tai chi chuan letteralmente è quindi lalotta della suprema polarità” o la “suprema arte di combattimento”.

 

Un aspetto fondamentale, oltre all’alternanza yin-yang, è quello che riguarda i cinque elementi (fuoco, acqua, legno, metallo, terra) e dei due cicli di interazioni reciproche che li connettono.

 

Nella tradizione cinese esistono infatti una relazione di generazione, cosiddetta madre-figlio:

  • Il legno alimenta il fuoco;
  • il fuoco nutre la terra;
  • dalla terra si ottiene il metallo;
  • il metallo trasporta l’acqua;
  • l’acqua nutre il legno.

E una di controllo-inibizione, detta nonno-nipote:

  • Il legno impoverisce la terra;
  • la terra assorbe l’acqua;
  • l’acqua spegne il fuoco;
  • il fuoco fonde il metallo;
  • il metallo spezza il legno.

 

Nella pratica del tai chi chuan, i cinque elementi si legano a cinque tipologie di passi che, insieme alle otto porte, che sono i movimenti base, danno vita a tredici forme o figure fondamentali, che sono state nei secoli ampliate dalle diverse scuole.

 

Origini del Tai chi chuan 

Le origini del Tai chi chuan sono molto antiche e affondano nella leggenda. Si narra infatti che intorno al 1200 d.C., il monaco taoista Zhan San Feng, che viveva alle pendici del monte Wudang, rimase incantato guardando il feroce duello tra un serpente e una gru.

 

In particolare, la sua attenzione fu rapita dalla differente natura dei due animali:

  • L’eleganza, la precisione e la velocità della gru, che sferrava attacchi diretti e potenti
  • contrapposta alla morbidezza e alla fluidità del serpente, che usava i movimenti sinuosi e circolari del proprio corpo a suo vantaggio, contraendosi per schivare gli attacchi del nemico ed estendendosi rapidamente per colpire a sua volta.

 

Il monaco rimase a lungo a osservare e la lotta si concluse senza vincitori, perché entrambi gli animali abbandonarono il combattimento. 

 

Da questi principi nacque la prima sequenza di movimenti tai chi, di cui Zhan San Feng è considerato il primo maestro. La sua arte passò in eredità a tredici monaci taoisti e tramite loro ha percorso i secoli e raggiunto i Maestri cui si deve la trasmissione delle tecniche tai chi fino ai giorni nostri.

 

A cosa serve il Tai chi chuan

La teoria del tai chi si basa come abbiamo visto sul principio taoista di yin e yang, le due forze fondamentali dell’universo, secondo cui ogni cosa esiste in funzione del suo opposto e non in termini assoluti: nero/bianco, giorno/notte, alto/basso, caldo/freddo, positivo/negativo, pieno/vuoto, e così via. 

 

Nel taoismo questa la consapevolezza ci ricorda che negli altri è possibile ritrovare parte di noi stessi e che quindi anche l’energia dell’avversario può essere usata a nostro vantaggio. Nel caso della tecnica tai chi, la polarità di yin e yang si riflette ad esempio nell’azione cui corrisponde sempre una reazione e nell’alternanza fra attacco, difesa e successivo attacco. 

 

Lo scopo degli esercizi tai chi è quello di creare un flusso continuo di movimenti, utilizzando tutte le parti del corpo in maniera sinergica e armoniosa, per coltivare non solo la forza fisica, ma soprattutto la forza energetica.

 

Una buona circolazione energetica è fondamentale per nutrire l’organismo, senza che vi siano sprechi e dispersioni, e, nel combattimento, per imparare a percepire e anticipare le intenzioni e i movimenti dell’avversario.

 

Sebbene esistano diverse scuole, che si differenziano per caratteristiche e tradizione, vale la pena ricordare i dieci principi fondamentali descritti da Yang Chenfu, della famiglia Yang, per comprendere alcuni dei punti saldi di questa disciplina:

  1. Essere vuoti, avere la mente pronta e l’energia alla sommità del capo
  2. Svuotare il torace e arrotondare la schiena
  3. Rilassare la vita
  4. Distinguere il vuoto e il pieno
  5. Abbassare le spalle e far scendere i gomiti
  6. Usare l’intenzione e non la forza
  7. Accordare la parte superiore e inferiore del corpo
  8. Armonizzare l’interno con l’esterno
  9. Concatenare i movimenti con continuità e senza interruzione
  10. Cercare la calma nel movimento.

 

Benefici del Tai Chi

I benefici del tai chi sono numerosi e coinvolgono il corpo nella sua interezza, tanto dal punto di vista fisico quanto da quello mentale. In particolare, la qualità dei movimenti, che sono sempre lenti, morbidi e rotondi, e l’importanza del respiro, garantiscono presenza, consapevolezza e concentrazione.

 

Praticare con continuità le posizioni tai chi:

  • Migliora la qualità della respirazione, la capacità polmonare e l’ossigenazione del corpo, con un conseguente beneficio per tutti i suoi sistemi;
  • rafforza i muscoli e migliora la flessibilità articolare;
  • aumenta il coordinamento e l’equilibrio del corpo;
  • corregge la postura;
  • rende i riflessi più rapidi;
  • riduce l’ipertensione e lo stress e acquieta la mente;
  • ristabilisce armonia fra corpo, mente e spirito.

 

Quando e perché praticare il Tai Chi?

La semplicità e la lentezza dei movimenti della ginnastica tai chi la rendono una disciplina alla portata di tutti, i cui benefici, come abbiamo visto, sono numerosi e raggiungono un pubblico di ogni età.

 

Non esistono infatti limiti per cominciare a praticare il tai chi chuan anche in età avanzata ed esistono tanti studi volti a dimostrare la sua efficacia sia nella prevenzione di patologie e in generale dell’invecchiamento dell’organismo, sia nella riabilitazione di disturbi cronici come sclerosi multipla, morbo di Parkinson, Alzheimer e fibromialgia.

 

Quanti e quali sono gli stili di Tai Chi?

Diversi maestri e molteplici tradizioni hanno dato via a numerosi stili. Fra questi, i più famosi sono cinque: 

 

  1. Stile Chen, il più antico, considerato alla radice del Tai Chi. Sviluppato dalla famiglia Chen, della provincia cinese di Henan, e in particolare dal Maestro Chen Whan Ting (1580-1660), un comandante dell’esercito imperiale della dinastia Ming. È caratterizzato da una combinazione di movimenti lenti e poi di azioni esplosive e rapide, fra cui salti, calci e colpi, che hanno un andamento a spirale e fluido, che parte dai piedi e si manifesta fino alle mani. Questa forza prende il nome di Chan Si Jin, ovvero “forza dell’avvolgere il filo di seta”;
  2. stile Yang, il più diffuso al mondo, fondato da Yang Luchan (1799-1872), allievo del Maestro Chen Chan Xing della famiglia Chen. Rispetto al precedente ha un andamento più morbido e lento, che lo rende ideale per chi comincia a praticare la ginnastica tai; si concentra meno sull’aspetto marziale e più su quelli che riguardano il fluire del Qi e quindi il riequilibrio energetico e il benessere psicofisico;
  3. stile Wu-Hao, creato da Wu Yu Xiang (1812-1880), che era stato a lungo allievo di Yang Luchan. È il terzo più antico, dopo i due precedenti, ma forse il meno diffuso dei cinque qui nominati. Si caratterizza per movimenti piccoli e posizioni compatte, meno appariscenti rispetto agli altri stili, per i quali è necessario avere già un buon controllo della tecnica e della forza interna;
  4. stile Wu, che ha origine a Pechino grazie a Wu Chan Yau (1834-1902), anche lui allievo di Yang Luhan, e al figlio Wu Chien Chuan. Proprio l’influenza dell’approccio Yang caratterizza questo stile e i suoi movimenti morbidi e molto lenti. Le posizioni sono alte, per cui accessibili anche a chi non ha una grande mobilità, e si concentrano sul miglioramento dell’equilibrio;
  5. stile Sun, fondato dal Maestro Sun Lutang (1860-1933), prende le mosse dallo stile Wu-Hao, ma unisce elementi e principi di altre arti marziali, come lo Xing Yi Quan e il Bagua Zhang, che lo rendono peculiare. Ai movimenti continui e fluidi tipici degli altri stili ne seguono altri più lineari e contratti e posizioni più raccolte.

 

Una lezione tipo di Tai Chi Chuan

L’allenamento base, come per tutte le arti marziali cinesi, comincia con un breve riscaldamento che serve ad allungare e sciogliere il corpo, ad armonizzare il respiro e ad aumentare il livello e la circolazione di energia (Qi)

 

Una lezione tipo per un principiante prevede inizialmente lo studio dei jibegong, ovvero dei fondamentali.

 

Fra questi ci sono:

  • Atteggiamenti delle mani (tecniche di pugno e tecniche di palmo);
  • passi;
  • lavoro sulla stabilità;
  • spostamenti o sequenze di passi;
  • movimenti delle braccia;
  • lavoro delle gambe;
  • emissione dell’energia.

Via via che il praticante avrà affinato le tecniche di base, si potrà procedere con gli esercizi di coppia, fra cui il tui shou, che letteralmente significa spingere con le mani, e con sequenze più complesse di movimenti.

 

Chi può operare in Italia 

Per diventare Maestro di tai chi chuan è necessario avere acquisito competenze tecniche e conoscenze teoriche e praticato con assiduità per diversi anni, sotto la guida di istruttori certificati ed esperti. Sul nostro territorio esistono numerose scuole che promuovono corsi di abilitazione all’insegnamento.

 

Prima di scegliere quali seguire, è bene capire che tipo di stile si intende approfondire e soprattutto affidarsi a insegnanti che abbiano una formazione seria e un livello di esperienza avanzato, magari accompagnato da periodi di studio all’estero, con i Maestri della tradizione e i loro discepoli.
 

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