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Depurare l'intestino con la dieta

Una corretta funzionalità intestinale è alla base di una buona qualità di vita. Come ottenerla? La dieta depurativa per l’intestino è essenzialmente ricca di alimenti contenenti acqua e fibre. In questo modo molti sintomi intestinali, fastidiosi e mal sopportati, possono essere alleviati.

Depurare l'intestino con la dieta

Quando iniziare una dieta depurativa? Tenendo presente che è sempre il momento giusto per seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata, evitando alimenti troppo salati e ricchi in grassi, il momento migliore sarebbe soprattutto a fine stagione.

 

La dieta depurativa, in cosa consiste

Quando si inizia un periodo di depurazione, l’alimentazione dovrebbe:

 > aiutare l’intestino nell’eliminare i prodotti di scarto del metabolismo che a causa di fattori dietetici, emotivi o di stress possono accumularsi per lunghi periodi creando un ambiente favorevole alla crescita dei batteri “nocivi”;

 > favorire la crescita dei batteri simbionti (batteri “buoni”) che contribuiscono a facilitare la motilità intestinale contrastando la stitichezza o comunque concorrendo a una migliore capacità di evacuazione di feci e quindi di tossine.

Da quanto detto, si deduce che questo doppio effetto è ottenuto principalmente da alimenti vegetali o comunque da quelli ricchi in acqua, fibre, vitamine e sali minerali.

In particolare:

  • verdure ricche in clorofilla, pigmento presente in tutte le piante di colore verde. Gli alimenti particolarmente ricchi sono broccoli, spinaci, verza, prezzemolo, rucola, cicoria, cime di rapa e lattuga. Un componente molto importante della clorofilla è il magnesio, un minerale che, insieme con lo zinco, oltre a favorire la crescita dei batteri simbionti, contribuisce a favorire la motilità intestinale contrastando la stitichezza o comunque contribuendo a una migliore capacità di evacuazione delle tossine;
  • alimenti probiotici (come latti fermentati e yogurt) contenti componenti “vive” e attive in grado di interagire con la flora batterica intestinale e con le cellule intestinali, innescando molteplici effetti sui numerosi processi che avvengono nell’intestino. Tra i ceppi con effetti benefici dimostrati troviamo il Lactobacillus casei Shirota, Lactobacillus rhamnosus GG e il mix di Bifidobacterium, Lactobacillus e Streptococcus salivarius;
  • alimenti prebiotici (alimenti contenenti fibre idrosolubili quali frutto-oligo-saccaridi, fra cui l’inulina e il guar idrolizzato e altri come lo xilitolo, il sorbitolo, il lattulosio e le pectine) in grado di promuovere lo sviluppo di gruppi batterici utili all'uomo. La flora batterica intestinale è formata da circa 500 specie di batteri “buoni” simbionti che traggono benefici dal nostro corpo e che a loro volta svolgono importanti funzioni fungendo da supporto nell’assorbimento di nutrienti e di difesa dai batteri potenzialmente patogeni; questi batteri hanno bisogno di nutrienti per crescere e moltiplicarsi;
  • aceto di mele da sostituire all’aceto di vino. E’ ricco di pectine, fibre solubili, con capacità oramai nota di legare le molecole di acqua da un lato (rendendo le feci più morbide) e la cui metabolizzazione, ad opera della flora batterica intestinale, favorisce la proliferazione di batteri “buoni”.

 

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Alla base di questa alimentazione ci deve essere un buono stato di idratazione del corpo che può essere garantito, oltre che dall’acqua, anche dall’utilizzo di tisane ad azione depurativa.

Esempi sono quella di senna e di frangola con azione peristaltica sulla muscolatura intestinale e quella di malva ricca in mucillagini in grado di trattenere acqua nell’intestino e quindi determinando l’ammorbidimento delle feci. Qui trovi le ricette per prepararle.

 

Per quanto fare una dieta depurativa?

Questo tipo di alimentazione, della durata di 3 giorni, può prevedere tre diversi step, uno per ogni giorno:

  1. l’utilizzo di sola frutta e verdura per depurarsi dalle tossine in eccesso, liberare l’intestino dalle scorie e reidratare il corpo;
  2. l’introduzione di cereali per sostenere l’attività del fegato;
  3. l’introduzione di un piccolo quantitativo di proteine di origine animale per riprendere a funzionare con nuovo vigore ed energia.

 

Perché depurare l’intestino?

L’intestino è un importante organo del nostro corpo, così tanto importante da essere definito “secondo cervello dell’organismo”. Tale definizione nasce dal fatto che, come organo, da un lato esprime le funzioni viscerali e dall’altro tutti gli istinti e le pulsioni che sono alla base del nostro essere.

Lungo circa 7 metri e con una superficie assorbente di 200 metri quadrati (150 volte la superficie della pelle, paragonabile alla grandezza di un campo da tennis), non solo è disseminato di milioni di terminazioni nervose ma la maggior parte delle difese immunitarie del nostro corpo risiede proprio lì.

A livello delle pareti intestinali si trovano, infatti, linfonodi (inseriti nel tessuto linfoide dell’intestino) capaci di produrre cellule immunitarie a difesa del nostro organismo. Questo tessuto linfoide contiene tra il 40 e il 60% di queste cellule immunitarie.

E’ da questi punti che nasce la necessità di avere un intestino che funzioni bene.

Come riconoscere dunque uno stato d’intossicazione? Un intestino poco o mal funzionante può dare origine a sintomi specifici come coliti, meteorismo, gonfiore addominale, alterazioni del transito intestinale quali stipsi o diarrea ecc, ma anche a sintomi di malessere generale, non apparentemente legati all’intestino, quale stanchezza, infezioni genitali come la candidosi, diverticoliti, alito cattivo, allergie alimentari.

Questi sintomi disfunzionali, evidenze di una diminuita difesa immunitaria verso le infezioni causate da agenti esterni, possono determinare, a lungo andare, una rilevante e prolungata diminuzione della qualità della vita.

 

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Per approfondire:
>  La corretta alimentazione in caso di infezioni intestinali
>  Intestino irritabile, quali cibi evitare
>  Come depurarsi in primavera