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Kimbap, la ricetta

Con metodo (e un po' di tempo a disposizione) si possono preparare deliziosi kimbap in versione vegetariana. Somigliano al al sushi ma sono di origine coreana: anche qui in Italia, stanno diventando un piatto irrinunciabile.

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Origini del kimbap

Non chiamatelo sushi coreano, qualcuno si sentirebbe offeso. Il kimbap, come il sushi, deriva da un piatto tradizionale giapponese, importato in terra coreana durante l’occupazione di più di quattro secoli fa.  

 

In origine era un piatto povero, improvvisato coi pochi ingredienti locali: riso, pesce, verdure fermentate, alghe. Nel tempo il sushi e il kimbap hanno preso strade diverse e, anche se ai palati degli stranieri sembrano più o meno piatti simili, essi conservano differenze di tutto riguardo. 

 

Dopo l’introduzione della cucina cinese e di quella giapponese in Europa, pian piano altre cucine est-asiatiche hanno cominciato a satellitare attorno a queste due cucine consolidate. 

 

Cucina thailandese, cucina vietnamita e cucina coreana. E’ in quest’ultima che possiamo gustare il vero kimbap. Tecnicamente parlando, il kimbap è un piatto a base di riso (che può essere bianco, nero o semi-integrale) avvolto nel gim, una pellicola prodotta con l’alga nori. Al suo interno non manca il kimchi, verdure fermentare e salate tipiche della Corea, e il danmuji, sottili fette di radice gialla fermentata. 

 

Vi troviamo inoltre spesso, la seppia, il tonno, la carne affumicata, i semi di sesamo, l’uovo, la carne marinata, verdure a foglia verde stufate.   

 

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Diversi tipi di kimbap

Esistono quindi numerose varianti di kimbap, tutte più o meno raggruppabili sotto quattro tipi principali:


•    Quelli ripieni esclusivamente di riso, serviti con insalate di seppia o con verdure varie, tipici della città di Chungmu.


•    Il cosiddetto tipo nudo, nel quale il riso funge da involucro esteno.

 

•    Il Mayak, tipico di Seul, ricchissimo di sapori intensi, salse e pickle che presentano una particolare intensità di gusto.

 

•    Quelli triangolari, o meglio, piramidali, da mangiare al volo e ripieni di numerosi ingredienti.
 

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Un kimbap vegetariano

Noi proveremo una ricetta base, semplice, chiamata yachae in coreano, ovvero “di verdure”, il che ne definisce l’orientamento ma non vuol dire che sia completamente vegetariano. 

 

Ingredienti: 

 

> alga nori;

 

> riso;

 

> 100 g di spinaci

 

> 1 carota

 

> 1 cetriolo

 

> 2 uova;  

 

> 2 patate; 

 

> cavolo sott’aceto;

 

> 1 barbabietola;

 

> salsa di soia;

 

> olio di sesamo.

 

Preparazione

Cominciamo inserendo gli spinaci ben lavati in acqua bollente per un minuto. Scolarli poi bene estraendo quanto più possibile la parte liquida e aggiungendo un filo di olio di sesamo. 

 

Con le uova, invece, si prepara una frittata molto bassa, utilizzando sempre un filo di olio di sesamo. Una volta pronta, tagliarla a strisce sottili e ben lavorabili. 

 

Fare delle strisce di carota, barbabietola e cetriolo. Leesare, invece, le patate per avere una purea ben lavorabile

 

Come alternativa, usare del tofu non troppo stagionato. Sarà il momento di cuocere il riso appiccicoso, e una volta pronto andrà scolato e lavorato con un filo di olio di sesamo. 

 

Si avranno a qursto punto pronti tutti gli ingredienti per cominciare la lavorazione. Stendere l’alga nori, posare al suo interno uno strato di riso, un lieve strato di spinaci, una striscia di frittata, le strisce di verdure, un piccolo pezzo di cavolo sott’aceto, aggiungere un sottile strato di patata lessa o di tofu e infine avvolgere accuratamente. 

 

Dopo aver ripetuto l’operazione con almeno tre alghe nori, spennellare l’esterno con un sottilissimo velo di salsa di soia e infine tagliare per poi servire. 
 

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