Fegato, i rimedi naturali omeopatici

A cura del Dott. Francesco Candeloro

 

Il fegato, la ghiandola più grande del corpo umano, è fondamentale nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. Scopriamo i rimedi omeopatici per i più comuni disturbi.

Fegato

 

 

Cause e sintomi delle malattie del fegato

Le malattie del fegato possono essere dovute a:

  • difetti congeniti come nella sindrome di Gilbert,
  • difetto enzimatico presente fin dalla nascita e molto comune in persone perfettamente sane, ma che presentano, in situazioni di stress o digiuni protratti un inspiegabile incremento della bilirubina, il pigmento ematico che deriva dal metabolismo dell’emoglobina, a sua volta la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue.

Ancora più comuni, però, sono le affezioni acquisite del fegato, dovute a

  • virus (Epatiti)
  • oppure al consumo eccessivo di alcool (steatosi epatica che può evolvere in cirrosi)
  • oppure ancora a dieta scorretta e aumento conseguente dello zucchero nel sangue, responsabile di una forma di steatosi epatica non alcolica che è spesso spia di sindrome metabolica e, in alcuni casi, può evolvere anch’essa in cirrosi.

Siamo spinti a considerare il fegato causa di disturbi transitori, quando i pazienti presentano sintomi quali malessere generale, perdita di peso e disappetenza, unitamente a modificazioni della colorazione degli occhi  e della cute (ittero), e ancora delle urine e/o delle feci.

Tuttavia questa sintomatologia è più spesso appannaggio di affezioni avanzate del parenchima epatico e caratterizzate da degenerazione cellulare e sua progressiva sostituzione con tessuto cicatriziale (cirrosi).

Nella pratica quotidiana è più comune riscontrare semplici alterazioni funzionali dell’organo, che agli esami tradizionali (ecografia) non si associano a importanti lesioni, se non a quadri lievi di infiltrazione grassa (steatosi) dell’organo.

Altro capitolo importante, e direttamente collegato al fegato, è quello della funzione biliare, che spesso si complica per la formazione di concrezioni più o meno solide e tenaci, e più o meno grandi o numerose, che configurano il quadro della litiasi o calcolosi biliare, non infrequente motivo di intervento chirurgico in quanti, con frequenza, presentano dolorosissime coliche addominali.

Tutti questi quadri minori si associano comunque a turbe della digestione, che vanno sotto il nome generico di dispepsia e che comprendono sintomi per lo più postprandiali come senso di pesantezza e di rigonfiamento addominale, mal di testa e dolorabilità, spontanea o provocata, della regione epatica. 

 

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I rimedi omeopatici per la cura del fegato

 Se la medicina tradizionale tratta questi ultimi disturbi con antidolorifici e antispastici usati al bisogno, generiche regole di dieta, spesso molto difficili da seguire nel tempo, e sostanze farmacologiche che dovrebbero fluidificare la bile, il tutto con risultati sovente solo palliativi, ancora una volta l’omeopatia è in grado di affrontare questi disturbi alla radice, come facenti parte, cioè, di un quadro complesso che investe non solo la funzione epatobiliare, ma questa come aspetto culminante di inclinazioni temperamentali e di abitudini errate, che si ripercuotono proprio sulla funzione digestiva.

Per capire dunque ancora una volta la modalità di affrontare simili affezioni, soprattutto in cronico, dell’omeopatia, soffermiamoci su tre rimedi che mostrano notevole polarità per il fegato e i disturbi ad esso connessi:

Il primo presenta tutta una serie di sintomi della regione epatica e una tipica lateralità destra di molti altri disturbi, che ci conduce a preferire la sua prescrizione tutte quelle volte in cui la dispepsia - caratterizzata anche da bruciori post-prandiali prolungati che si irradiano fino al faringe, e da un accumulo di gas intestinali nella parte inferiore dell’addome, che appare prominente, e contrastante con la magrezza del tronco – si trova in pazienti dal temperamento ambizioso e collerico, inclini a comandare e dirigere, e ad assumere ruoli importanti in società; nell’aspetto esteriore essi presentano tratti severi, un incanutimento precoce e macchie giallastre della cute del volto.

Un gradino oltre troviamo invece Nux vomica, che può aggravare le sue funzioni epatobiliari sia per la tendenza all’iperalimentazione, ma anche proprio come conseguenza di un peggioramento della sintomatologia di Lycopodium complicata dal frequente ricorso a sostanze stimolanti ed eccitanti, che finiscono per aggravare oltremodo il già congesto circolo enteropatico, come si evidenzia ancora di più in Sepia, dove il carattere della persona si fa depresso e al contempo irritabile, e i sintomi di congestione addominale si spostano anche al piccolo bacino con interessamento degli organi pelvici (prostata e utero) che danno una tipica sensazione di pesantezza locale migliorata solo da un’attività fisica intensa (ballare).

Tanto più precoce, dunque, sarà l’intervento terapeutico, e omeopatico, nella dinamica morbosa di simili persone, tanto più risolutiva si mostrerà la cura proprio per il suo carattere causale e non semplicemente palliativo.

 

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