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Creme solari: quali scegliere?

Quali creme solari scegliere? In commercio ce ne sono tantissime, con confezioni dai colori accattivanti, che promettono super abbronzature dorate senza il rischio di scottature. Capire come orientarsi è davvero difficile. Prendiamo allora in considerazione l'etichetta con gli ingredienti e scegliamo prodotti il più possibili naturali.

Creme solari: quali scegliere?

In questo articolo non compariranno indicazioni su marche consigliabili rispetto ad altre, ma semplici suggerimenti in merito a cosa cercare in una buona crema solare, la lettura dell'INCI e l’attenzione all’ambiente.

È bene innanzitutto scegliere creme solari con fattori di protezione che siano adeguati al fototipo e anche alla location di vacanza. Per intenderci anche se siamo di carnagione scura ma andiamo in vacanza alle Maldive a gennaio è consigliabile una protezione alta!

Prestiamo attenzione anche al sole della montagna rispetto a quello del mare, i raggi solari sono più intensi e in presenza di neve il riflesso ne potenzia l’effetto. Detto questo vediamo in cosa consiste il valore protettivo delle creme.

 

Filtri chimici o filtri fisici?

Questa è la discussione in atto tra le case produttrici di creme solari. Alcune sostengono che è possibile creare protezioni efficaci anche senza utilizzare ingredienti di natura chimica che possono danneggiare la salute umana e dell’ambiente. Altri sostengono invece che purtroppo filtri fisici come l’ossido di zinco o il biossido di titanio non siano del tutto efficaci nel proteggere la pelle, soprattutto i fototipo molto chiari che necessitano di filtri da 30 a 50+.

La verità? Come sempre sta nel mezzo. Impariamo a leggere le etichette e soprattutto non cadiamo nell’estremismo, né in un verso né nell’altro.

Esistono parametri scientifici che stabiliscono quali devono essere i valori di protezione, in genere rispondono allInternational Sun Protection Factor Test Method che i centri certificanti applicano sui prodotti per deliberarne l’efficacia protettiva e il relativo valore, per intenderci l’SPF che troviamo scritto sulle confezioni, da 6 a 50+.

Filtri inferiori a 6 sono pressoché inutili e non garantiscono nessun tipo di protezione e superiori a 50+ o i cosiddetti “a copertura totale” non esistono: il sole non può essere schermato totalmente sulla nostra pelle!

Per garantire la rispondenza all’indice di protezione pare sia necessario utilizzare alcuni elementi chimici poiché i soli componenti di natura vegetale non sono (ancora) in grado di assicurare un filtro efficace e potrebbero non essere fotostabili.

È, infatti, importante che le creme solari schermino sia i raggi UVA sia quelli UVB che penetrano più in profondità e possono danneggiare il derma. La sinergia però di chimico e naturale consente di utilizzare quantità inferiori di filtri chimici a favore di maggiori quantità di filtri fisici, vegetali.

 

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Cosa tollerare nell’INCI?

A volte ci sono termini poco comprensibili con suffissi che spaventano. Innanzitutto dobbiamo accertarci che ci sia il simbolo UVA e UVB, che il prodotto sia testato sui 7 metalli pesanti, che non contenga parabeni, siliconi, grano o potenziali fonti di glutine, che l’ente certificatore sia un’istituzione certa e accreditata, possibilmente un istituto di ricerca universitaria.

Poi procediamo alla lettura degli ingredienti ordinati per concentrazione decrescente: l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).

Possiamo tollerare la presenza di Octocrylene, e di Butylmethoxydibenzoilmethane, filtri chimici per i raggi UV, Phenoxyethanol, un conservante; alziamo l’attenzione invece sulla presenza di Dimethicone, un antischiuma emolliente, PEG 90 e 100 stearate, tensioattivi.

Via libera ad additivi come Zinc Oxide (ossido di zinco), Titanium Dioxide (biossido di titanio), Glycerin che agisce da umettante, Potassium Sorbate, Sodium Benzoate conservante e preservante, Tocopherol, Ascorbyl Palmitate, antiossidanti.

Evitiamo invece creme solari con Oxibenzone e 4-Methylbenzylidene Camphor, dannosi per il sistema endocrino.

 

Cosa prediligere nell’INCI?

Accanto a paroloni chimici dei quali non capiamo molto dobbiamo però cercare componenti naturali lenitivi, idratanti, nutrienti come per esempio:

  • Olio di Sesamo che troveremo indicato come Sesamum Indicum Oil,
  • Burro di Karitè (Butyrospermum parkii Butter),
  • Gamma Orizanolo (Oryzanol),
  • Esteri della cera di Jojoba (Hydrolyzed Jojoba Esters),
  • Frazione insaponificabile dell’Olio d’Oliva (Olea europaea Oil Unsaponifiables),
  • Olio d’Argan (Argania spinosa Kernel Oil),
  • Olio di Jojoba (Simmondsia chinensis Seed Oil).

I termini sono in inglese associati alla nomenclatura botanica e non sempre di facile intuizione.

Esistono anche aziende che producono solari il cui INCI è considerato “total green”, cioè del tutto privo di agenti chimici.  

Ora avete alcuni strumenti per destreggiarvi in questo grande mercato dell’abbronzatura a tutti i costi!

 

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