Oleoliti medicali: guida alla preparazione casalinga
Gli oleoliti sono tra i rimedi naturali più semplici da realizzare in casa: con pochi ingredienti si possono ottenere preparazioni utili per la pelle e per piccoli disturbi.

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- Cosa sono gli oleoliti: definizione e impieghi
- Oli base e piante ideali per gli oleoliti
- Metodo di preparazione: a freddo e a caldo
- Come conservare un oleolito fatto in casa
- Usi topici e cosmetici più comuni
Cosa sono gli oleoliti: definizione e impieghi
Gli oloeoliti sono preparazioni erboristiche che appartengono alla medicina popolare e alla fitoterapia galenica, e che ancora oggi vengono preparati e utilizzati grazie alla loro efficacia e facilità d'uso.
Un oleolito si ottiene lasciando macerare una pianta officinale in un olio vegetale, che funge da solvente.
Poiché l'olio è un solvente lipofilo, durante la macerazione vengono estratti i componenti liposolubili presenti nella pianta come resine, carotenoidi, oli essenziali, fitosteroli e alcuni tipi di flavonoidi.
Una volta pronti, gli oleoliti possono essere usati da soli massaggiandoli sulla pelle, oppure essere inseriti in preparazioni casalinghe tra cui unguenti, balsami, creme e lozioni.
Generalmente vengono adoperati per alleviare infiammazioni della pelle, irritazionio, scottature, punture di insetto e dolori muscolari, oppure semplicemente come rimedio emolliente. In alcuni casi, è possibile utilizzare gli oleoliti anche per uso orale, oltre che per applicazioni cutanee.
Oli base e piante ideali per gli oleoliti
In linea generale, per la preparazione di un oleolito si utilizza l'olio di oliva perché, oltre ad essere un ottimo rimedio emolliente e lenitivo e a funzionare bene come solvente, risulta anche stabile nel tempo.
Per preparare gli oleoliti si possono pero usare anche altri oli vegetali come l'olio di girasole o l'olio di mandorle dolci, che risultano più leggeri e assorbibili e anche meno odorosi. L'olio di mandorle, però, tende a irrancidire più rapidamente, dunque in fase di preparazione dell'oleolito è bene aggiungere un antiossidante lipofilo come la vitamina E.
Le piante più adatte alla preparazione di oleoliti sono quelle ricche di principi attivi liposolubili.
Tra le piante officinali più usate per fare oleoliti troviamo:
- iperico, ottimo per scottature e piccole ferite cutanee;
- calendula, indicato in caso di pelle irritata e sensibile;
- lavanda, lenitiva, calmante e rilassante;
- arnica, perfetta per traumi e contusioni;
- rosmarino, dall'azione stimolante e tonificante;
- camomilla, pianta lenitiva e antisettica.
La maggior parte delle piante per oleoliti medicali possono essere utilizzate sia fresche sia essiccate ad esclusione dell'iperico, i cui fiori si usano solo freschi.
Metodo di preparazione: a freddo e a caldo
Esistono due principali metodi di preparazione degli oleoliti: la macerazione a freddo e quella a caldo.
Nella macerazione a freddo si inserisce la pianta fresca o essiccata,in un contenitore di vetro pulito e asciutto, la si ricopre con l’olio scelto e la si lascia macerare per ventuno giorno, agitando il barattolo ogni giorno.
Durante la macerazione, il barattolo va lasciato in luogo caldo ma non umido e non alla luce diretta dei raggi solari, ad eccezione dell'oleolito di iperico che di solito si espone al sole.
Al termine del periodo di macerazione, si filtra l’oleolito con una garza o un telo di cotone e si travasa in bottiglie di vetro scuro da conservare al riparo di fonti di luce e calore.
Quando si filtra l'oleolito, la pianta va strizzata con cura se essiccata, ma se si utilizza la pianta fresca è meglio evitare questo passaggio per non contaminare l'oleolito con l'acqua.
La macerazione a caldo, chiamata anche metodo bagnomaria, è un metodo più rapido, utile quando si desidera estrarre in breve tempo i principi attivi ma se non si controlla con cura la temperatura, si rischia di degradare parte dei principi attivi.
Nella macerazione a caldo, si riscalda la miscela di olio e pianta a bagnomaria a bassa temperatura (circa 40°C) per due-quattro ore, dopodiché si lascia raffreddare e si filtra come visto per il metodo a freddo.
Come conservare un oleolito fatto in casa
Una volta filtrato, l’oleolito va travasato in flaconi di vetro scuro, ben chiusi e conservati in un luogo fresco, asciutto e lontano dalla luce diretta.
L’aggiunta di un antiossidante naturale come la vitamina E (tocoferolo), può prolungare la durata del prodotto e proteggerlo dall’irrancidimento ed è particolarmente utile quando si usano oli vegetali che irrancidiscono rapidmente come l'olio di mandorle dolci.
È importante etichettare ogni preparato indicando gli ingredienti e la data di realizzazione così da monitorarne la durata, che in genere non supera i 12 mesi.
Usi topici e cosmetici più comuni
Gli oleoliti si utilizzano soprattutto per la cura della pelle: a questo scopo possono essere applicati puri come oli da massaggio, oli corpo o dopobagno, oppure essere incorporati nella fase grassa di un’emulsione per creare creme, lozioni, balsami labbra o burri corpo.
Tutti gli oleoliti hanno azione emolliente grazie alla presenza di olio ma, in base al tipo di pianta usata, possono avere ulteriori proprietà.
L'oleolito di iperico è ad esempio un ottimo rimedio contro scottature, eritemi, ferite della pelle, mentre quelli di calendula, lavanda e camomilla sono lenitivi in caso di irritazioni, eritemi e infiammazioni.
Lavanda e camomilla sono anche ottimi rimedi calmanti in caso di ansia e disturni del sonno, quindi l'oleolito ricavato da queste piante può essere usato anche per un massaggio rilassante.
Se vengono preparati da piante essiccate, gli oleoliti possono essere impiegati anche per uso orale, ad esclusione dell'oleolito di arnica che si usa solo esternamente. L'oleolito di rosmarino ad esempio, può aiutare a favorire la digestione o a migliorare disturbi a carico dell'apparato respiratorio. Per usare gli oleoliti internamente, li si può assumere al dosaggio di un cucchiaino raso una o due volte al giorno oppure aggiungerli alle proprie ricette a crudo.