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La Francia dice addio a verdura e frutta avvolte nella plastica

Mele, pere e arance avvolte nella plastica? In Francia non più, grazie a una nuova legge entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2022. Non senza qualche polemica.

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©nattio / 123rf.com

Francia, il giro di vite sulla plastica

Il 1° gennaio 2022 è il giorno in cui la Francia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, ponendosi tre obiettivi chiave per il semestre: il salario minimo, la regolamentazione del digitale e la transizione ambientale. E, proprio in materia di transizione ambientale, il 1° gennaio 2022 è anche il giorno in cui, sempre in Francia, entra in vigore il divieto di vendere frutta e verdura avvolta nella plastica.

 

La legge è stata descritta come “una vera rivoluzione” dal presidente Emmanuel Macron. Considerato che più di un terzo della frutta e verdura venduta Oltralpe è avvolta nella plastica, eviterà – secondo le stime – l’uso di circa un miliardo di articoli monouso ogni anno.

 

In realtà la legge entrerà pienamente in vigore solo nel 2026. Fino ad allora, procederà per gradi. Si inizia appunto nel 2022 le pezzature inferiori a 1,5 kg di una trentina di frutti o ortaggi, tra cui arance, limoni, cetrioli, carote, mele e pere. I distributori avranno sei mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni; dopodiché, saranno soggetti a una sanzione amministrativa fino a 15mila euro. Nel 2023 sarà il turno anche di pesche e pomodorini, nel 2024 anche di ciliegie, asparagi e funghi. 

 

In parallelo, sempre nel corso dell’anno, negli spazi pubblici dovranno essere installate fontane di acqua potabile, giornali e riviste dovranno essere spediti in abbonamento senza l’involucro di plastica e i fast food non potranno più regalare gadget di plastica. Nel 2023 i ristoranti dovranno fare a meno anche dei contenitori di plastica per l’asporto.

 

Ambientalisti versus industria

Questo è “un passo positivo nella direzione giusta”, sostiene la sede francese del WWF, che da tempo cerca di attirare l’attenzione sul terribile impatto di plastiche e microplastiche sugli ecosistemi marini. A detta di Moïra Tourneur, advocacy manager della ong Zero Waste France, il governo doveva mostrarsi ancora più coraggioso e accelerare ulteriormente la tabella di marcia.

 

Oltre agli applausi degli ambientalisti, la manovra si è attirata anche le critiche da parte di alcune associazioni di categoria che lamentano di non essere state consultate. Inaspettata – e molto dibattuta – anche la scelta di considerare la plastica riciclata alla stregua di quella vergine.

 

Elipso (che rappresenta i produttori di packaging flessibili e di plastic) e Polyvia (rete di oltre 3.500 imprese di packaging) si sono rivolte al Consiglio di Stato: a detta loro si può ravvisare una distorsione sul mercato, perché la Francia dovrà sottostare a regole che non sussistono per il resto dell’Unione. A dire il vero, però, anche la Spagna ha preso una strada simile. E in tutt'Europa la sensibilità verso questo tema è ormai altissima.