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Erbe delle montagne sacre: rimedi e leggende alpine

La magia delle alte vette, ecosistemi quasi incontaminati, paesaggi mozzafiato ed erbe spontanee di alto valore. questo è il segreto della montagna e la sua sacralità

 

Le montagne sacre e il loro simbolismo

Nel mondo vengono riconosciute almeno cinque montagne sacre, per suggestione, leggende e misteri legati anche al credo religioso e venerate nei secoli. Vette che hanno accolto gli dei, che sono state foriere di sventure, che hanno protetto i luoghi circostanti, che sono diventate mete di pellegrinaggi. Ogni montagna racconta una storia, simboleggia la forza della Natura, il dominio di un dio protettore che risiede al di sopra di tutto e tutti.

Alla fatica per raggiungere la cima della montagna, sono associati da sempre principi di forza, non solo fisica ma soprattutto mentale, determinazione, disciplina, allenamento, perseveranza, obiettivi da raggiungere e progettualità per ottenere il risultato.
Le cinque montagne considerate sacre sono:

  • Il Monte Sinai in Egitto: la valenza simbolica del Sinai è molto forte. La Bibbia lo indica come il luogo in cui Mosè ha ricevuto i Dieci Comandamenti. E’ alto 2.285 metri ed è luogo di culto comune di religioni diverse come il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islam. Sul Sinai si trova il  monastero più antico del mondo, Santa Caterinache risale al VI secolo, di  ’architettura bizantina e Patrimonio UNESCO .
  • Il Monte Olimpo, in Grecia: la casa degli dei narrata  nell’Odissea da Omero che ha descrtto la montagna come luogo che” non fu mai sferzato dai venti o bagnato dalla pioggia, né vi è mai caduta la neve. Tersa vi regna una pace infinita e lo avvolge uno splendente candore. La mitologia greca narra di luoghi ove gli dei e Zeus albergano, in radure ncontaminate, con panorani mozzafiato. 
  • Il Monte Kailash, in Tibet, luogo di pellegrinaggio nella Natura più incontaminata nel lontano Tibet occidentale. Il Monte Kailash in tibetano significa “Preziosa Montagna di Neve" è alto 6474 metri, ed è una vetta separata dalla catena dell’Himalaya. E’ una montagna venerata sia dai buddisti, sia dagli induisti: per i tibetani, rappresenta il luogo in cui il mago tantrico Milarepa ha sconfitto il suo rivale Bön in una battaglia di stregoneria, confermando il dominio del buddismo sulla preesistente religione Bön; per gli induisti, il Kailash è la dimora di Shiva e di Parvati e considerano il Kailash, l’asse centrale dell’universo.
  • Il Monte Fujiama, in Giappone, alto 3.776 metri,  è il vulcano meta di pellegrinaggio che accoglie sui suoi pendii, diversi santuari e sulla sua cima è presente un torii, il tradizionale portale d’accesso che separa una zona profana da quella sacra. La leggenda narra che i samurai si allenino ai suoi piedi per incanalarne la forza, e che all’interno del cratere viva la dea shintoista Kono-Hana-Sakuya-Hime o Principessa in Fiore, che rappresenta la divinità dei vulcani.
  • L’Ayers Rocks, in Australia: è, nota anche come Uluru, patrimonio Unesco. La sua caratteristica è la variante cromatica particolarmente suggestiva: cangia in tutta una serie di colori che virano dal color terracotta al bluviolaceo all’oro e rosso in base alle fasi della giornata. Ayers Rock è un enorme blocco di roccia arenaria del quale è possibile vedere solo la punta perché la maggior parte della montagna è una formazione ipogea, nascosta sotto la superficie terrestre. Questo è un luogo considerato sacro dagli aborigeni australiani. La leggenda narra che il Tatji, la Lucertola Rossa , giunta a Uluru, abbia lanciato il suo boomerang che è andato a conficcarsi nella roccia. Scavando la terra per cercarlo, ha lasciato numerosi buchi rotondi sulla superficie e, non trovandolo, è finito per morire in una caverna e i grossi macigni che vi si trovano oggi sarebbero i resti del suo corpo.

 

Le erbe alpine più conosciute

Le montagne sacre con il loro patrimonio geologico, ecoogico sono mete di viaggi ricchi di significato, ma anche in Italia il partrimonio montano è davvero illustre e smisurato. Le cantene alpine, le catene dolomitiche con le loro rocciosità tanto peculiari sono ambienti con ecosistemi spettacolari, che possono offrire visite emozionanti per rigenerare l’anima, ma anche ricchezze del mondo vegetale tanto care all’erboristeria.
Le montagne alpine custodiscono infatti da millenni piante nate in ambienti estremi, ricche di energia vitale. Le erbe alpine sono potenti, pure e cariche di principi attivi che sostengono il benessere dell’organismo, perchè vivendo sopra i 1.500 metri sviluppano resistenze uniche per sopravvivere a freddo, vento e radiazioni solari intense e la concentrazione di fitocomposti e oli essenziali è superiore alle piante di pianura, quindi più efficaci. Possiedono quindi potenti proprietà antinfiammatorie, toniche e digestive.
Le erbe alpine più conosciute sono:

  • La Gentiana lutea, le sue radici amare stimolano la produzione di succhi gastrici, migliorano la digestione e riattivano l’appetito
  • L’Arnica montana, i suoi fiori contengono elenalina, un principio antinfiammatorio per ridurre traumi e lenire i dolori muscolari. Viene impiegata sotto forma di unguenti o gel naturali per massaggi topici
  • La Rhodiola rosea, è un efficace adattogeno naturale che aiuta il corpo a sostenere lo stress, migliorare la concentrazione.
  • L’ Achillea millefolium, astringente e cicatrizzante, per trattare piccole ferite e anche utilizzata per alleviare disturbi mestruali e digestivi.
  • La Camomilla alpina, ricca di flavonoidi e oli essenziali, calmante, indicata contro stress, insonnia e dolori gastrici.
  • L’ Angelica archangelica, dalle radici profumate utilizzate per produrre liquori alpini e infusi per il benessere dello stomaco
  • Il Timo alpino, ricco di olio essenziale di timolo, dalle proprietà antibatteriche e antivirali, aiuta a rafforzare il sistema immunitario e a combattere le infezioni respiratorie

 

 

Usi popolari e proprietà terapeutiche

Le erbe alpine citate sono solo alcune, le più conosciute, ma il patrimonio erboristico delle alte quote è davvero smisurato e la loro storia e tradizione molto ampia.
Impacchi, cataplasmi, sciroppi casalinghi, appartengono a ricette millenarie tramandate sia in forma orale sia scritta. Esistono raccolte “erbecedari” che forniscono indicazioni e metodi per realizzare preparati dalla raccolta alla lavorazione e la loro stagionalità.

Le erbe alpine entrano anche in cucina con ricette che ne sfruttano le proprietà benefiche ma ad uso alimentare, per insaporire le zuppe, le carni, come le ortiche per esempio, raccolte all’alba per preparare risotti, e minestre, dalle proprietà rimineralizzanti. Il trifoglio rosso, di cui si raccolgono i fiori per preparare il miele dalle proprietà decongestionanti in caso di raffreddore. Il sambuco, i cui fiori possono essere usati in cucina per creare delle pastelle fritte, ma anche per preparare uno sciroppo febbrifugo. Le foglie di tarassaco utili per realizzare frittate, minestre, ma anche infusi digestivi e diuretici. La piantaggine è una pianta considerata medicinale dalla tradizione montana, subisce una lavorazione molto lunga di essicazione e macerazione nel miele per realizzare un preparato utile in caso di tosse, raffreddore e stati influenzali. La malva di cui si utilizzano foglie e fiori, possiede sostanze mucillaginose che lasciate in macerazione arricchiscono il preparato per aiutare la fisiologia gastrica, proteggerla da iperacidosi e aiuta il transito intestinale. La nota stella alpina, simbolo di montagna, essiccata e macerata viene utilizzata come antinfiammatorio delle vie aeree, dello stomaco e dell’intestino. 

 

Leggende e tradizioni montane

La montagna in generale e i suoi boschi racchiude spesso miti e leggende, fiabe e storie misteriose.  Elfi e fate dei boschi, maghi e fattucchiere con pozioni magiche, che abitano in luoghi nascosti, lontani dalla gente sono caratteristiche comuni a molte storie tramandate.

La figura tipica è quella del montanaro rude e di poche parole che conosce il significato della luna, del vento, delle stelle e la ciclicità delle stagioni. E’ spesso misterioso e schivo, vive appartato e posside la cultura dell’esperienza, sua e dei suoi avi: l'arte casearia, di tasformazione del latte in formaggi e la capacità di saper distinguere le erbe commestibili e officinali da quelle velenose e come utilizzarle per curare i malanni. Numeri magichi come il 5 e il 7 ricorrono anche nelle storie montane e i vari personaggi rispondono ai canoni delle fiabe più rinomate.

Le tradizioni montane sono destinate a perdersi perchè il calo demografico ha inciso anche sul tramandare alle nuove generazioni usi e costumi tipici dei luoghi. 
Le feste montane restano però momenti di socializzazione, cultura e spiritualità, che avvicinano la comunità e rafforzano il senso di appartenenza. Le tradizioni agricole, religiose sono legate alle stagioni e ai cicli naturali. Si celebrano le eccellenze alimentari locali con sagre dedicate a formaggi, funghi, castagne e vino. Le celebrazioni patronali e le processioni religiose sono ancora molto sentite. Piatti tipici come zuppe di legumi, minestre con verdure locali e piatti a base di patate e cereali, polenta, formaggi stagionati, salumi e zuppe sostanziose continuano ad accompagnare generazioni di abitanti delle montagne, sono i loro simboli e rituali conviviali.