Semi di amaranto, proprietà e usi
La pianta dell'amaranto, ritenuta blasfema dai conquistadores spagnoli, veniva invece considerata sacra dagli Incas e Atzechi, popoli che già ne conoscevano le fantastiche proprietà: scopriamo insieme le caratteristiche e gli usi
Originaria dell'America pre-colombiana, incas e atzeca, l'amaranto è una pianta che ha fatto il giro del mondo ed è arrivata fino in oriente (Indonesia e Cina) e in India, dove ancora oggi le foglie del vengono inserite nella dieta per ovviare alle carenze di ferro.
L'amaranto, considerata pianta sacra e legata all'amicizia che, come da significato del nome "non appassisce" mai, è nota per le bellissime infioresccenze rosso amaranto, appunto, e per i piccoli chicchi commestibili; fa parte della famiglia delle Amarantacee, ma viene comunemente usato come un cereale, spesso cotto insieme alla quinoa, perché ha più o meno lo stesso tempo e modalità di cottura, oltreché provenzienza.
Scopriamo ancora qualcosa sulle sue proprietà e su come cucinare i semi di questo pseudocereale.
Proprietà dell'amaranto
I suoi chicchi sono ricchi di proteine e fibre, il suo sapore è gradevole, leggermente dolciastro, con sentori, a detta di alcuni, che ricordano la nocciola.
Non contiene glutine ed è quindi una valida alternativa per chi soffre di allergie o intolleranze ai cereali convenzionali (come la celiachia).
L'amaranto è particolarmente energizzante; 100 grammi apportano circa 370 calorie.
Riassumendo, diciamo che 100 g di amaranto contengono: poco più di un grammo e mezzo di lipidi, 135 mg di potassio, 65mg di magnesio, 47 mg di calcio, 6 mg di sodio, 4 mg di ferro, 19 grammi di glucidi, 2 grammi di fibra alimentare, quasi 4 grammi di proteine, vitamine e piridossina 0,1 mg.
L'amaranto ha quindi buone quantità di amminoacidi, non contiene grassi saturi e ha un basso indice glicemico; inoltre, essendo a base di fibre insolubili che aumentano la massa fecale accelerandone il transito intestinale, l'amaranto aiuta a combattere stipsi e stitichezza.
L'amaranto nella dieta per i celiaci
Amaranto: come si usa e dove si acquista
Come visto, le giovani piante di amaranto possono essere lessate e consumate come degli spinaci, mentre i semi si possono usare per varie ricette, da insalate a prodotti di panificazione e da forno.
La farina di amaranto, va sottolineato, è una farina molto ricca ma che lievita male, per cui per la panificazione si usa mescolata con altre farine (farina di grano, kamut o farro).
Si usa invece tranquillamente come addensante naturale per salse o zuppe; anche i germogli di amaranto sono ottimi alimenti da inserire nelle insalate e i suoi semi si possono usare anche per fare i pop (amaranto) corn, scoppiano proprio come quelli di mais!
Si lava, risciacquandolo con acqua fresca più volte, poi si può fare bollire sia in pentola normale (una tazza di amaranto e tre tazze di acqua) per circa 30 minuti, oppure si può cuocere al vapore, utilizzando per esempio il cestello adagiato nella pentola a pressione, per circa 20 minuti.
Si può servire come un cous cous, accompagnato da verdure di stagione, come zucchine, broccoli, melanzane, pomodorini, prezzemolo, olive, salse varie e chi più ne ha più ne metta!
L'amaranto si acquista nei supermercati più forniti o negozietti biologici.
Curiosità sull'amaranto
La pianta smise di essere coltivata quando i frati dei conquistadores spagnoli la consideravano blasfema, poiché, reputata sacra dalle popolazioni locali, veniva adorata e mangiata facendo dei pupazzetti a forma di dio, impastati con succo di agave e sangue umano. Gli spagnoli, ingnorandone le qualità, ne sostituirono la coltivazione con il mais.
L'amaranto e gli altri cereali privi di glutine
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