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I danni del fumo passivo

Tutti sappiamo che fumare fa male ma forse non sempre riflettiamo a sufficienza sui danni del fumo passivo: ripercorriamo i suoi effetti sulla salute e le possibili strategie per difendersi.

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©liudmilachernetska - 123rf

 

Fumo, qualche statistica

Nonostante le conseguenze negative siano evidenti e comprovate, tuttora circa 1,3 miliardi di persone fumano. Lo dice l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Otto fumatori su dieci vivono nei Paesi a medio e basso reddito; Paesi in cui peraltro i sistemi sanitari sono meno attrezzati e, spesso, i soldi spesi per acquistare sigarette erodono il bilancio familiare

 

E in Italia? Quasi un italiano su quattro (il 24,2%) è un fumatore, una percentuale che nel 2022 torna a salire dopo un lungo periodo di stagnazione. L’incidenza resta più alta tra gli uomini (30,2%) che tra le donne (18,5%).

 

Nell’arco di tre anni, cresce dall’1,1% al 3,3% la percentuale di nostri connazionali che fumano sigarette a tabacco riscaldato. Per ora esistono pochi studi sui loro effetti nel medio e lungo termine; l’unico dato che appare certo è che il loro contenuto di nicotina è paragonabile a quello delle normali sigarette, ma quello di altre sostanze nocive è inferiore.

 

Oltre a tutte le sue conseguenze sanitarie, che approfondiremo più avanti, bisogna sottolineare anche che l'industria del tabacco non è sostenibile. A livello globale, infatti, la produzione delle sigarette contribuisce al 5% della deforestazione globale e il loro ciclo di vita emette la stessa quantità di CO2 di 17 milioni di auto a benzina.

 

Fumo attivo e fumo passivo

Le sigarette contengono più di 4.000 sostanze chimiche tra cui alcune molto irritanti e altre, circa una sessantina, sospette cancerogene o palesemente tali.

 

Come conseguenza, il fumo di tabacco è uno dei più gravi problemi di salute pubblica al mondo. Stando all’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno causa la morta di circa 8 milioni di persone, all’incirca la popolazione della Puglia sommata a quella del Piemonte.

 

Di solito, quando si parla di questo argomento, l’attenzione è tutta focalizzata sui rischi per il fumatore e sull’importanza di smettere. Altrettanto dannosa è però l’esposizione involontaria al fumo di conviventi, vicini, colleghi o semplici passanti. 

 

È questa la differenza tra fumo attivo e fumo passivo: nel primo caso la persona fuma sigarette, nel secondo caso respira il fumo altrui. Anche questo secondo fenomeno comporta gravissime conseguenze sanitarie: sugli 8 milioni di decessi riportati dall’Oms, circa 1,2 milioni sono il risultato dell’esposizione al fumo passivo

 

L’interesse per i danni del fumo passivo è diventato sempre crescente a partire dagli anni Ottanta, quando sono state pubblicate le prime grosse rassegne sull’argomento.

 

Il fumo passivo crea dipendenza? Tecnicamente no, ma l’Istat sostiene che i bambini cresciuti in una casa di fumatori siano poi più propensi a cominciare.

 

Fumo passivo in casa

Di solito ci si preoccupa dell’inquinamento atmosferico, ma esiste anche l’inquinamento indoor. E il fumo di sigaretta è tra le cause principali: negli ambienti chiusi infatti può far salire le concentrazioni di polveri sottili a un livello 100 volte superiore rispetto ai limiti di legge per l’ambiente esterno.

 

Di fatto, è come se una persona esposta al fumo passivo negli ambienti chiusi fumasse da 1 a 3 sigarette al giorno; lo fa sapere il ministero della Salute. Tanto per il fumo attivo quanto per quello passivo, vale il concetto di dose-risposta: maggiore è l’entità dell’esposizione, maggiore è il rischio di malattia.

 

Chiaramente l’esposizione individuale di un non fumatore al rischio di malattia è inferiore rispetto a quella di un fumatore, ma la popolazione interessata è molto più ampia: in Italia sono a rischio circa 20 milioni di persone, cioè il 65% dei non fumatori.

 

Fumo passivo a distanza

Che dire invece del fumo passivo a distanza, cioè quello a cui si è esposti all’aperto, per esempio al parco, a una fermata dell’autobus o nel dehors di un ristorante? Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che, per ritenersi al sicuro, bisogna allontanarsi di almeno nove metri da una sigaretta accesa. A distanze inferiori, infatti, vengono rilevati livelli di PM2,5 superiori alla norma. 

 

“Il tema degli alti livelli di concentrazioni di polveri sottili causate dal fumo di sigaretta sussiste soprattutto nelle piccole vie dei centri urbani, in luoghi pubblici molto affollati (come stadi o parchi durante i concerti), sotto le pensiline delle fermate dell’autobus”, si legge nel sito della Fondazione Veronesi.

 

I danni del fumo passivo

Riassumiamo dunque i principali effetti del fumo passivo.

  1. Il fumo passivo espone al rischio di cancro del polmone. I risultati della ricerca scientifica hanno messo in evidenza un aumento significativo del rischio di cancro del polmone nei non fumatori che vivono con fumatori.
    È stata inoltre riscontrata una correlazione dose-risposta tra il rischio di un fumatore di sviluppare un tumore del polmone e l’esposizione al fumo; cioè maggiore è il tempo di esposizione (in anni) e più alto il numero di sigarette consumate dal fumatore attivo, più aumenta il rischio del fumatore passivo.
     
  2. Il fumo passivo aumenta il rischio di cancro, in generale. Negli ultimi anni sono stati svolti diversi studi per valutare l’associazione tra fumo passivo e altre forme di tumore; per esempio il fumo passivo è considerato un possibile fattore di rischio per il cancro della cervice uterina e dei seni nasali oltre che per la leucemia e tutte le forme di cancro nei bambini.
     
  3. Il fumo passivo aumenta il rischio cardiovascolare. Sappiamo tutti che il fumo di sigarette aumenta notevolmente il rischio cardiovascolare del fumatore attivo. Diversi studi hanno però dimostrato che la probabilità di andare incontro a eventi quali infarto del miocardio, ischemia cardiaca e ictus aumenta anche nel fumatore passivo.
    È stato inoltre osservato che, diversamente da quanto accade per il tumore polmonare, l’incremento del rischio cardiovascolare non è direttamente proporzionale alla durata e all’entità dell’esposizione.
    In base ai risultati delle ricerche scientifiche, è sufficiente mezz’ora di esposizione al fumo passivo per creare una reazione, e dunque danni, nelle cellule dell’endotelio che rivestono le arterie coronariche.
     
  4. Il fumo passivo aumenta il rischio di tosse e formazione di muco. Il fumatore attivo è notoriamente esposto a un aumento molto significativo del rischio di malattie dell’apparato respiratorio.
    La sigaretta provoca un aumento del rischio di tosse, formazione di muco e riduzione della funzionalità respiratoria anche nel fumatore passivo.
     
  5. Il fumo passivo può predisporre al rischio di BPCO. La BPCO, acronimo di broncopneumopatia cronica ostruttiva, è la malattia del fumatore per eccellenza in quanto colpisce la stragrande maggiore dei fumatori attivi.
    Secondo recenti osservazioni, è stato suggerito che l’esposizione cronica al fumo passivo può contribuire in modo significativo alla manifestazione dei sintomi di BPCO nei non fumatori.
     
  6. Il fumo passivo peggiora i sintomi delle malattie esistenti. La nicotina e il monossido di carbonio hanno effetti negativi che possono determinare il peggioramento di patologie preesistenti, come le allergie, le irritazioni agli occhi e il mal di testa oltre che, naturalmente, le patologie dell’apparato respiratorio citate al punto cinque.
     
  7. Il fumo passivo ha effetti nocivi sul feto. Non solo costituisce un fattore di rischio di basso peso alla nascita, ma addirittura può essere causa di aborto spontaneo e altre complicazioni di varia natura.
    I rischi sono maggiori se è la gestante a fumare e ad esporre il feto al fumo passivo ma i danni possono insorgere anche quando è una terza persona a fumare in presenza di una donna incinta.
     
  8. Il fumo passivo può essere causa di SIDS. Il fumo materno durante la gravidanza è considerato la causa principale di SIDS, cioè sindrome della morte improvvisa del lattante.
     
  9. Il fumo passivo aumenta il rischio di asma nei bambini. L’asma, la malattia cronica più frequente nei bambini, è più diffusa tra i figli di genitori che fumano.
     
  10. Il fumo passivo favorisce l’insorgenza delle otiti. Secondo i risultati di diversi studi, l’esposizione al fumo passivo durante l’infanzia si associa a una maggiore predisposizione a sviluppare otite media acuta e cronica.

 

Come difendersi dal fumo passivo

Uno studio statunitense conferma: per quanto riguarda il fumo passivo, il rischio zero non esiste. “Il fumo passivo contiene infatti più di 50 sostanze cancerogene, che vengono inalate dai non fumatori quasi nelle stesse quantità che assorbe chi fuma”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità.

 

Le persone più vulnerabili sono bambini, adolescenti e donne in gravidanza. Ad oggi, nel mondo, più di 4 bambini su 10 hanno almeno un genitore che fuma. 

 

Ma quali sono i rimedi per il fumo passivo? I sistemi di ventilazione, anche quelli più avanzati, non bastano: occorre che l’ambiente in cui ci si trova sia completamente libero dal fumo. Per questo, assumono un grande valore le norme che vietano di fumare nei luoghi chiusi (come la legge Sirchia, in vigore in Italia dal 2003) o addirittura in alcuni spazi aperti (a Milano dal 2021 le sigarette sono bandite alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nei cimiteri e fuori da biblioteche e centri sportivi).

 

L’Italia è all’avanguardia in questo senso, ma ad oggi, nel mondo, soltanto il 16% della popolazione vive in uno Stato che ha introdotto leggi per limitare il fumo. 

 

Vediamo invece come difendersi dal fumo passivo in casa:

  • innanzitutto, invitare gli ospiti a fumare soltanto in giardino o in terrazzo;
  • arieggiare spesso l’ambiente anche nei giorni successivi, visto che l’effetto del fumo passivo dura a lungo;
  • lavare vestiti e tende che sono entrati a contatto con il fumo di sigaretta;
  • chiedere a un fumatore di lavarsi le mani o di cambiarsi, soprattutto se deve entrare in contatto con dei bambini; 
  • anche la mascherina protegge dal fumo passivo, ma solo parzialmente.