Articolo

Chi era Patanjali?

Molti avranno sentito parlare degli Yoga Sutra e alcuni li avranno letti per intero. Chi era il suo mitico autore, Patanjali? E perché é stato fondamentale per il tipo di yoga che pratichiamo oggi?

patanjali-yoga

Credit foto
©dolgachov / 123rf.com

Patanjali e lo Yoga Sutra

Quello composto da Yoga e Patanjali è un binomio universalmente conosciuto, anche dai novizi e dai più profani in materia di yoga, in quanto autore del fondamentale Yoga Sutra

 

Tale testo è infatti una chiave di volta storica, considerabile come il testo che ha estratto lo yoga dalla massa indistinta della religione induista dandogli la forma sistematica moderna così come è arrivata ai nostri giorni. 

 

Oltre al monumentale Yoga Sutra, testo di teoria e pratica yogica che include elementi di logica samkhya e di filosofia induista, di Patanjali ci sono pervenuti altri scritti tra i quali vale la pena ricordare vari testi di grammatica sanscrita e di linguistica e alcuni classici yogici di scienza della salute e di scienza in generale.
 

Il "mitico" Patanjali

La figura di Patanjali non si limita solo a quella di studioso e autore di testi, in alcune tradizioni egli è considerato alla stregua di un rishi, ovvero di un poeta veggente semidivino. In alcune scuole di pensiero è riverito come un saggio realizzato (siddha). 

 

Di sicuro c’è che l’opera Yoga Sutra lo ha posto per sempre nel pantheon dei maestri di yoga. Come da classica tradizione indiana, l’opera di Patanjali ha una forma aforistica, per la precisione 196 aforismi compongono l'opera.  

 

Fu un testo quasi del tutto dimenticato se non utilizzato da pochi gruppi di iniziati, come usava in India fino al diciannovesimo secolo. Fu infatti nell’Ottocento, grazie alla rivoluzione bengalese e alla societè teosofica che tale testo divenne di pubblico dominio.
 

Gli otto passi dello Yoga Sutra

La struttura sistematica dello Yoga Sutra si è prestata benissimo alla definizione dello yoga in generale. Essa è chiamata Ashtanga, ovvero composta da otto componenti

 

Il primo è Yama, ovvero gli imperativi morali che in Occidente chiameremo “comandamenti”. Non violenza, assenza di falsità, non rubare, controllo delle energie sessuali, libertà dalla possessività.  

 

Il secondo componente è Nyama, ovvero la versione attiva di Yama, che potremmo definire le osservanze, e che comprende: purezza di mente e corpo, contentezza e accettazione degli altri, perseveranza, studio e introspezione, infine contemplazione.  

 

Il terzo componente, Asana, rappresenta le famose posture note grazie allo hatha yoga. Segue Pranayama, definibile come controllo dell’energia vitale o come estenzione del respiro.  

 

Il quinto componente è Pratyahara, ovvero il ritirare all’interno i sensi e i processi della cosceinza mentale, verso uno spazio privo di oggetti esterni.  

 

Dharana è il sesto componente ed è la concentrazione, ovvero la capacità di focalizzare tutta la coscienza in un solo punto. Dhyana, contemplazione, è la conseguenza naturale di Dharana, ovvero l’approfondimento contemplativo della coscienza sull’oggetto della concentrazione.  

 

L’ultimo elemento è Samadhi o assorbimento identificativo con l’oggetto della contepmplazione.
 

Da Patanjali allo yoga moderno

Tale approccio metodologico ed empirico ha strappato lo yoga dalle approssimazioni religiose e mistiche della religione, dandogli una veste adatta al mondo moderno. 

 

Oltretutto, dopo essere uscito allo scoperto dalle pratiche segrete grazie a Vivekananda e alla Teosofia, esso fu dato alle masse e insegnato a tutta popolazione per combattere passivamente l’aggressività dei colonizzatori britannici

 

Infatti, tramite lo yoga, la popolazione sarebbe stata in grado di sopportare le violenze fisiche e mentali. Così sono nate le prime scuole di yoga aperte alla massa, e proprio da queste pratiche anticolonialistiche la cultura delle “classi di yoga” e degli “yoga studio” prese il via divenendo il movimento mondiale che rappresenta oggigiorno.  

 

Senza il lavoro di Patanjali tutto questo non sarebbe mai stato possibile e lo yoga sarebbe rimasto una pratica oscura e semiesoterica.