Intervista

Il futuro del green in Italia: ce ne parla Enea Roveda

Cittadini e imprese sono consapevoli del valore della sostenibilità? Quali sono i temi che hanno più a cuore? L'abbiamo chiesto a Enea Roveda, amministratore delegato di LifeGate, che si occupa di sostenibilità da vent'anni.

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©LifeGate

La sostenibilità, finalmente, è un argomento da prima pagina. Non c’è strategia aziendale, programma politico o campagna pubblicitaria che non la nomini tra i suoi valori. C’è una realtà italiana che se ne occupa da molto tempo prima che diventasse così popolare: è LifeGate, nata nel 2000 mettendo a frutto l’esperienza di Fattoria Scaldasole. 

 

Oggi LifeGate è una società benefit che si dirama su diverse aree: un media network composto da radio, sito web, app mobile e social network; una società di consulenza che accompagna le aziende nella definizione delle proprie strategie di sostenibilità e nelle attività di comunicazione a supporto; un fornitore di energia pulita.

 

Attività così variegate danno la possibilità di dipingere un ritratto della sostenibilità in Italia, dal punto di vista tanto dei cittadini quanto delle imprese. Abbiamo quindi chiesto all’amministratore delegato di LifeGate, Enea Roveda, di condividere con noi una sua lettura del momento che sta vivendo il nostro Paese e delle prospettive che lo attendono.

 

Come emerge dalle varie edizioni dell'Osservatorio sullo stile di vita sostenibile di LifeGate, gli italiani sono sempre più appassionati alla sostenibilità. Nello specifico, quali sono i temi a cui tengono di più?

I risultati di questa sesta edizione dell'Osservatorio, presentati ad aprile, confermano che stiamo vivendo in un'epoca di cambiamento dove le persone hanno allineato le proprie scelte quotidiane ai temi del rispetto sociale e ambientale.

 

Questo momento difficile ci ha obbligato a fermarci come individui e come Paese, a riflettere sulla futilità di tante cose che ritenevamo essenziali. Questa nuova consapevolezza non può che accelerare il passaggio verso un'economia resiliente e sostenibile.

 

Secondo la nostra indagine le tematiche che interessano di più gli italiani sono l’introduzione dell’Ecobonus per uno sconto fiscale per lavori di efficientamento energetico nelle abitazioni e nei condomini, l’attivazione di direttive regionali che vietano l’utilizzo di oggetti monouso in plastica sulle spiagge e lo stop dell’Unione Europea all’utilizzo di oggetti in plastica monouso (piatti, cannucce, posate) a partire da quest’anno.

 

LifeGate supporta anche le imprese intenzionate a migliorare le proprie politiche di sostenibilità. Dalla vostra esperienza, sono pronte a questa transizione?

LifeGate mette a disposizione un team di consulenza dedicato ad affiancare le imprese nello sviluppo del proprio percorso di sostenibilità, attraverso azioni ritenute più idonee ed efficaci.

 

In Italia le prime aziende che si sono affacciate al modello di sviluppo sostenibile sono state le multinazionali che ricevevano le linee guida dalle case madri. Poi si sono fatti strada imprenditori lungimiranti di piccole e medie imprese che hanno capito l’importanza della sostenibilità per il futuro dell’economia.

 

Oggi quello che prima era un paradigma compreso esclusivamente da alcuni, sta raggiungendo un bacino sempre più ampio, entrando nei processi produttivi, negli stili di vita, nella coscienza globale. Non possiamo che esserne felici.

 

Ci sono aspetti su cui le imprese italiane sono ancora in ritardo? O settori merceologici che fanno più fatica rispetto ad altri?

Alcuni settori, ad esempio quello alimentare, si sono mossi con più anticipo rispetto ad altri.

 

Un comparto altamente impattante, come quello del fashion, ha sopperito al ritardo con la firma della “Carta della moda sostenibile”, redatta con il patrocinio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, durante il vertice internazionale sul clima Cop24 del 2019, che ha sancito l’impegno a ridurre l’impatto ambientale delle attività legate a produzione, distribuzione e logistica.

 

In linea con gli obiettivi stabiliti dell'Accordo di Parigi, la Carta si concentra sulla decarbonizzazione nelle fasi di produzione, la scelta di materiali sostenibili, le modalità di trasporto a basse emissioni di carbonio, e la promozione dell'economia circolare.

 

La moda ha finalmente un documento che contiene le linee guida per una svolta sostenibile del settore, molti brand hanno già aderito e, con un’ulteriore sensibilizzazione sul tema derivata dalla crisi pandemica, ci auguriamo possa diventare una strada condivisa da tutti.

 

Cosa risponderebbe a chi sostiene che, a causa della crisi economica legata alla pandemia, non sia questo il momento giusto per investire per rendere più sostenibili i propri prodotti o processi?

Come nel passato, ogni evento sociale o ambientale importante ci ha avvicinanti sempre di più ai valori della sostenibilità. Quando tutto finirà, impareremo ad assaporare le cose importanti e a concentrarci sul benessere comune, i temi sociali e ambientali saranno ancora più sentiti di prima.

 

Dobbiamo essere consapevoli del fatto che il danno economico legato ai cambiamenti climatici sarà enormemente superiore a quello del coronavirus, quindi inevitabilmente gli investimenti dovranno essere fatti nell’ottica di rendere la nostra società resiliente anche a questo scenario.

 

Per qualcuno la riconversione è più semplice e per altri può essere più complessa, ma sappiamo che non ci sono risorse infinite e le scelte vanno fatte con coraggio per modernizzare i sistemi produttivi in favore di una nuova economia più sostenibile. Oggi è indispensabile un cambiamento di rotta. Per rimanere sul mercato, la sostenibilità va integrata nell’azienda e nel brand, questo è il trend sia per il mercato B2B che B2C.

 

Sta arrivando a conclusione la campagna crowdfunding di LifeGate su Mamacrowd.com. Può fare un primo bilancio dei risultati? Quali sono i prossimi passi?

LifeGate ha festeggiato 20 anni e li ha compiuti nell’anno che dà il via al decennio per il clima, il decennio delle soluzioni. È per questo motivo che abbiamo deciso di fare ancora di più, aprendo le porte della nostra azienda e il nostro cuore a tutti, perché solo uniti si può vincere la sfida al riscaldamento globale, la più importante di questo secolo, per garantire un futuro alle nuove generazioni.

 

Grazie anche alla fedeltà e al sostegno della nostra community, la campagna di equity crowdfunding ha superato, prima del termine, l’obiettivo di 1 milione di euro con oltre 900 nuovi soci, e visto il successo raggiunto, la raccolta verrà aumentata di 500mila euro. Ci rende orgogliosi e felici aver coinvolto tante nuove persone che credono come noi nella possibilità di costruire un modello d’impresa capace di creare valore in modo etico e sostenibile.